Pirateria online: 223 denunce per gli abbonati al «Pezzotto»

In Italia sono partite 223 denunce contro cittadini abbonati a servizi illegali di diffusione di prodotti televisivi a pagamento come Sky, Netflix e Dazn. Il Nucleo ufficiale beni e servizi ha avviato un’indagine per risalire alla centrale di trasmissione dei segnali illegali.

I cittadini denunciati sono accusati di reato di ricettazione e rischiano pene elevate. Oltre alla confisca del dispositivo su cui vedono illegalmente i programmi infatti, rischiano anche una multa di 25mila euro e otto anni di reclusione.

Secondo un’indagine della Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi, in Italia si contano ad oggi circa due milioni di abbonamenti illegali.

OBIETTIVO DELL’INDAGINE

L’obiettivo delle indagini avviate dal Nucleo è quello di smantellare tutta la rete di distribuzione illegale conosciuta come Iptv,ovvero Internet Protocol Television. Questo funziona come un decoder vero e proprio. Riceve il segnale dei canali televisivi, smantella i palinsesti e li trasmette via internet attraverso processi di decoder/encoder per non far risalire il codice alla fonte. Queste organizzazioni sono l’ultima frontiera della pirateria e consistono nella diffusione di prodotti televisivi illegali.

Nel settembre del 2019 era già stata sequestrata e oscurata l’organizzazione Xtream Codes che contava più di 50mila utenti e più di 700mila collegamenti.

L’abbonamento a questo decoder, chiamato «pezzotto», costa 10 euro e permette di ricevere a casa, collegando semplicemente il box alla Tv, circa 90mila canali. Comprende Sky, Mediaset Premium, Dazn, Infinity, Netflix, Amazon Prime Video, ma anche Spotify e YouTube Premium.

IL RISCHIO

Ovviamente, oltre alle pene previste dalla legge, il rischio che queste persone corrono abbonandosi al «pezzotto» sono diversi. Basti solo pensare infatti che dietro a questi abbonamenti vi sono vere e proprie realtà criminali che vedono in questo un’occasione per nuovi affari. L’abbonamento diventa quindi una condivisione di dati personali come quelli anagrafici e bancari, con organizzazioni criminali. Dati che, tra le altre cose, lasciano traccia delle attività illecite effettuate dalla persona abbonata e che lo espongono quindi a un rischio informatico di vario tipo.

LA DENUNCIA DELLA SERIE A
Campagna #stopiracy durante il match Sassuolo-Sampdoria al Mapei Stadium il 1 settembre 2019

Anche la Lega Serie A insieme a Sky e Dazn si è schierata contro la pirateria online. Il «pezzotto» infatti è una minaccia per queste due piattaforme che hanno acquistato i diritti per trasmettere il calcio italiano sui loro canali dal 2018 al 2021. Durante le prime giornate del campionato infatti, sono stati esposti in tutti gli stadi gli striscioni con l’hashtag #stopiracy. «Dobbiamo difendere il calcio da questo attacco criminale». Ha dichiarato al tempo il presidente della Lega Serie A, Gaetano Miccichè.

Giulia Taviani

24 anni, nasco a Verona, mi sposto a Milano ma sogno Bali. A sei anni ho iniziato a scrivere poesie discutibili, a 20 qualcosa di più serio. Parlo di attualità nel podcast "Mo' To' Spiego" e di vino in "De Buris: Il lusso del tempo". Ho scritto di cinema, viaggi, sport e attualità, anche se sono fortemente attratta da ciò che è nascosto agli occhi di tutti. A maggio 2020 ho pubblicato il mio primo libro "Pieno di Vita"

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