GERMANIA, L’ACCORDO DI GOVERNO TRA CDU-CSU E SPD: «RAFFORZARE LA SICUREZZA INTERNA DEL PAESE»

Si voleva l’accordo di Governo prima di Pasqua ed è stato ottenuto. In Germania solo 45 giorni dopo il voto, avvenuto lo scorso 23 febbraio, è stato formato il nuovo governo con la coalizione tra Cdu (Unione Cristiano-Democratica di Germania), Csu (Unione Cristiano-Sociale in Baviera) e Spd (Partito Socialdemocratico) con a guida il leader conservatore Friedrich Merz. Presentandosi al Bundestag tra il 7 e il 10 maggio, Merz potrebbe ottenere la fiducia avviando il mandato di Governo.

I tre partiti

Gli sviluppi sono stati accelerati soprattutto per i rapporti geopolitici internazionali e la crisi economica causata dai dazi imposti dal presidente statunitense Donald Trump. Il 28 aprile la Cdu terrà il congresso del partito per approvare l’accordo, nello stesso momento il consiglio direttivo della Csu esprimerà la sua decisione e la Spd terrà il referendum sul patto tra gli iscritti. L’accordo, oltre a ipotizzare Merz come capo del governo, spartisce tra i tre partiti i vari ministeri. La Cdu ne gestirà sei, tra cui Esteri, Istruzione e Sanità. Tre ministeri saranno ricoperti dalla Csu, in particolare quello dell’Interno. Infine, all’Spd il compito di occuparsi di sette ministeri, tra cui dell’Economia, della Giustizia, della Difesa e del Lavoro. La coalizione si è creata grazie a un incontro a porte chiuse in cui i tre partiti si sono confrontati su temi quali sistema fiscale, welfare, immigrazione.

Al centro l’immigrazione

Il tema migratorio è stato centrale durante i negoziati. Spronata dalla Cdu, la coalizione ha accettato restrizioni alle leggi sull’immigrazione attualmente in vigore. Tra le proposte, una forma di protezione internazionale impedendo, per due anni, il diritto al ricongiungimento famigliare per i migranti aventi protezione sussidiaria. Poi l’aumento del numero di Paesi d’origine sicuri e il ritorno alla naturalizzazione in cinque anni, non più in tre come introdotto dalla precedente legislatura. Tema fortemente sentito dalla Germania, soprattutto dopo gli attacchi avvenuti nei mesi scorsi, e da Merz, deciso a compiere una stretta sugli ingressi irregolari. Infatti il leader ha sostenuto: «Vogliamo rafforzare la sicurezza interna della Germania».

La sede del Bundestag in Germania
I dossier sulla difesa e sull’economia

Altro punto importante del negoziato il tema della difesa, trattato in duplice modo proponendo nuovi investimenti in linea e l’introduzione di un nuovo modello di servizio militare volontario. Infine il dossier economico. Previsti agevolazioni sugli ammortamenti degli investimenti per le aziende; il taglio degli oneri di rete; il ripristino dei sussidi sul gasolio per gli agricoltori e incentivi per le auto elettriche. Grazie all’intesa, inoltre, saranno sbloccati centinaia di miliardi di investimenti nelle infrastrutture e nella difesa. Il programma di spesa detto “Schuldenpaket” (pacchetto del debito) che, in base a quanto verrà destinato alla difesa, potrebbe arrivare ad ammontare mille miliardi di investimenti pubblici in poco più di un decennio.

«La Germania avrà un governo forte»

«L’accordo – ha affermato Merz – è un segnale molto forte e chiaro ai cittadini del nostro Paese ed è anche un segnale chiaro ai nostri partner nell’Unione Europea. La Germania avrà un governo forte e capace». Nonostante il grande accordo raggiunto, nei sondaggi risulta vincente il partito di estrema destra Afd, primo secondo l’ultima rilevanza di Ipsos con il 25%. Ma la collaborazione è stata esclusa dai tre partiti di coalizione per la volontà di non far arrivare l’estrema destra al governo e legittimarla. Inoltre, i negoziati sono stati quasi da record. Tra gli anni ’90 e i primi 2000 in solo un mese dalle elezioni parlamentari si arrivava poi a un accordo di Governo. Poi i tempi si sono sempre più dilungati, arrivando a 86 nel 2013, dopo la crisi del debito sovrano, e 171 nel 2017.

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