Caso Regeni, rinviata l’udienza: “l’Egitto collabori”

Roberto Ranazzi ha sospeso il procedimento a carico degli agenti dei Servizi segreti egiziani accusati di aver ucciso Giulio Regeni. Il giudice per l’udienza preliminare di Roma ha rinviato l’udienza al 10 ottobre 2022.
È la seconda volta che succede dopo quella rimandata un mese prima. Nella prima udienza la Corte d’Assise dell’ottobre 2021 invece, ha stabilito che il gup si pronunciasse riguardo alla notifica agli indagati delle accuse a loro carico.

Il retroscena
Il simbolo delle sedie con i quattro indagati

Il dottorando italiano che si trovava in Egitto per una ricerca per l’università di Cambridge, fu sequestrato il 25 gennaio 2016.
Fu ritrovato senza vita il 3 febbraio dello stesso anno nei pressi di un carcere dei servizi segreti egiziani. Il corpo presentava evidenti segni di tortura che rimandavano chiaramente ad azioni della polizia egiziana e quindi del regime di Al-Sisi.
Una delle ipotesi dell’uccisione di Regeni è quella che la polizia egiziana lo avesse associato ad organismi di controspionaggio del Paese.
Gli indagati sono quattro ufficiali della National Security Agency, il servizio segreto interno egiziano: il generale Tariq Sabir, i colonnelli Athar Kamel e Usham Helmi e il maggiore Magdi Sharif.

Perchè è stata rinviata?

#GiulioRegeni e il trattamento che l’Egitto riserva all’Italia🗣️@lacappon a #Forrest: «Inaccettabile che la Ministra #Cartabia non abbia ricevuto risposta dal suo omologo, ma anche che non lo abbia comunicato per tempo».

Con @mariannaaprile e @bravimabastahttps://t.co/GJON3Q2PXi

— Rai Radio1 (@Radio1Rai) April 12, 2022


La decisione di Ranazzi è dovuta al fatto che le autorità egiziane non sono tuttora disponibili a collaborare con l’Italia sull’omicidio. A comunicarlo il ministero della Giustizia e i carabinieri del Ros.
Il Cairo
si rifiuta di notificare gli atti ai quattro imputati e di far incontrare la ministra della Giustizia Marta Cartabia e l’omologo egiziano.
L’indirizzo degli indagati non è ancora reso noto dalle autorità egiziane al contrario di quello lavorativo trovato dai Ros che però non è sufficiente a continuare il procedimento giudiziario.
Questo in accordo con il codice di procedura internazionale. Le autorità egiziane considerano il caso chiuso e rifiutano la richiesta del 20 gennaio 2022 della ministra Cartabia di incontrare le autorità egiziane.

Il sit-in

Le dichiarazioni dei signori #Regeni e dell’avvocato Ballerini a margine dell’udienza di oggi.@Palazzo_Chigi #veritaegiustiziaperGiulio #veritapergiulioregeni pic.twitter.com/mz7OisZDY2

— Verità Per Giulio (@GiulioSiamoNoi) April 11, 2022


Davanti al tribunale di Roma in cui si sarebbe dovuta svolgere l’udienza, l’11 aprile 2022 si è svolto un sit-in con i genitori di Giulio Regeni, la legale Alessandra Ballerini, diversi attivisti e la Federazione della stampa italiana (Fnsi).
«Siamo qui per dire che non smetteremo mai di reclamare verità e giustizia», ha detto Giuseppe Giulietti, presidente di Fnsi che ha partecipato al presidio. «Chiederemo che ci sia un’interruzione dei rapporti con l’Egitto, qualora dovesse perseguire una politica di omissione e di cancellazione delle prove».

 

Gabriella Siciliano

Sono pugliese e ho 28 anni. Un percorso non lineare mi ha condotta fino al giornalismo. Le esperienze che ho fatto mi permettono di vedere le cose da diverse prospettive e scrivere mi dà la possibilità di esprimere il mio punto di vista, trovare la mia dimensione. Amo tutto quello che riguarda gli esseri umani e mi piacerebbe, attraverso il mio lavoro, semplicemente essere felice. Se poi, lungo la strada, riuscirò anche ad aiutare qualcuno, sarà ancora meglio.

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