Asse Italia-Egitto, tra aiuti per fermare i migranti e imbarazzi sul caso Regeni

Alla vigilia del processo per l’uccisione di Giulio Regeni, Giorgia Meloni stringe la mano al presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi. Nella giornata di domenica 17 marzo, la premier italiana è volata a Il Cairo per siglare un accordo di partenariato strategico con il Paese nordafricano. Sul piatto 7,4 miliardi di euro dall’Unione europea per la gestione dei flussi migratori uscenti dall’Egitto.

Slalom gigante di Meloni

«L’Italia pone tendenzialmente sempre questa questione». Queste le parole di Meloni alla stampa in merito alla cooperazione tra Roma e Il Cairo sul caso Regeni, rilasciate a margine dell’incontro bilaterale con l’omologo egiziano. Una battuta che condensa un certo imbarazzo nel tenere insieme l’udienza sulla morte del ricercatore friulano in programma per oggi, lunedì 18 marzo, e l’accordo d’intesa sulla gestione dei flussi migratori di ieri.

Uno striscione reclamante chiarezza sul caso Giulio Regeni, il ricercatore friulano scomparso a Il Cairo nel gennaio 2016

Un impaccio tutto italiano, dovuto all’assenza di accenni al caso dello studente scomparso nel 2016 all’interno del resoconto del vertice tra i due capi di Stato. Incalzata dai cronisti sull’argomento, Meloni ha poi spiegato che la linea del governo non cambierà: «Penso che quello che dobbiamo fare noi è andare avanti sul fronte della verità e della giustizia».

Non sono mancate le critiche dall’opposizione sull’atteggiamento della Presidente del Consiglio. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha commentato così l’esito del vertice a Il Cairo: «Noi non faremmo accordi con regimi come quello egiziano, che sta coprendo gli assassini di Regeni. Da Al-Sisi, Meloni dovrebbe pretendere i recapiti dei quattro imputati».

007 sotto accusa

Al tribunale di Palazzo Clodio andrà oggi in scena la seconda udienza del processo a carico dei quattro agenti segreti egiziani accusati del sequestro e dell’omicidio di Regeni. Nel primo capitolo dell’inchiesta giudiziaria, svoltosi il 20 febbraio scorso, gli avvocati difensori avevano avanzato una serie di eccezioni per chiedere la nullità del decreto. Nel secondo, invece, i giudici scioglieranno la riserva e porteranno avanti il procedimento.

Il tribunale di Palazzo Clodio a Roma, dove è in programma l’udienza sul caso Regeni

Le accuse rivolte agli imputati sono di concorso in lesioni personali aggravate, omicidio aggravato  e sequestro di persona aggravato. In caso di condanna ai quattro uomini sotto processo, la Presidenza del Consiglio, che si è costituita parte civile, ha chiesto un risarcimento di 2 milioni di euro per la famiglia della vittima.

Il partner egiziano

Il documento redatto da Meloni e Al-Sisi, invece, ha posto al centro il memorandum tra Italia ed Egitto, una missione che si inserisce all’interno del Piano Mattei a favore della cooperazione tra Roma e Paesi africani. Dopo gli accordi con Libia e Tunisia, l’Italia dà il là a una collaborazione con l’Egitto avente come obiettivo l’arginamento delle partenze illegali.

Il tema dell’immigrazione irregolare verso l’Europa preoccupa in primis l’Italia, principale promotore di operazioni per il contenimento dei flussi dal Mediterraneo. L’accordo prevede lo stanziamento di 7,4 miliardi dall’Unione europea nelle casse egiziane. I fondi dovranno essere spesi da Al-Sisi per finanziare le attività di controllo e respingimento della guardia costiera.

Alessandro Dowlatshahi

Classe 1998, ho conseguito la Laurea Magistrale in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Milano, chiudendo il mio percorso accademico con un lavoro di ricerca tesi a Santiago del Cile. Le mie radici si dividono tra l’Iran e l’Italia; il tronco si sta elevando nella periferia meneghina; seguo con una penna in mano il diramarsi delle fronde, alla ricerca di tracce umane in giro per il mondo.

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