L’uomo che ha cambiato la politica italiana

«L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Ho imparato, da mio padre e dalla vita, il mio mestiere di imprenditore. Qui ho appreso la passione per la libertà. Ho scelto di scendere in campo e di occuparmi della cosa pubblica perché non voglio vivere in un Paese illiberale, governato da forze immature e da uomini legati a doppio filo a un passato politicamente ed economicamente fallimentare». Inizia così la storia politica di Silvio Berlusconi, con un videomessaggio preregistrato inviato a tutti i principali telegiornali italiani.

 

26 gennaio 1994. L’inchiesta Manipulite ha stravolto il panorama politico italiano. In poco tempo i partiti protagonisti della Prima Repubblica sono stati spazzati via. Una nuova formazione, guidata dall’imprenditore milanese Berlusconi, fa la sua comparsa nella campagna elettorale. Il partito si chiama Forza Italia, chiaro rimando alla nazionale di calcio allenata da Arrigo Sacchi.

Silvio Berlusconi, Umberto Bossi e Gianfranco Fini

Nonostante lo scetticismo iniziale, in soli due mesi Forza Itali fu in grado di sconfiggere la “gioiosa macchina da guerra” di Achille Occhetto, l’allora segretario del Partito Democratico della Sinistra (PDS). Se da un lato l’intuizione della “politica dei due forni” – l’alleanza a Nord con la Lega e a sud con Alleanza Nazionale – risultò vincente, dall’altro comportò la prematura fine del primo Governo Berlusconi. L’esecutivo durò appena 8 mesi. L’avviso di garanzia pervenuto al Premier portò Umberto Bossi a sfilarsi dalla maggioranza e a presentare una mozione di sfiducia al governo insieme al resto dell’opposizione. Sembrava già arrivata la fine politica per il Cavaliere.

Il ritorno a Palazzo Chigi

Dopo un’esperienza di governo tecnico di Lamberto Dini e un’intera legislatura a guida PDS, i tempi erano maturi per il ritorno in campo di Berlusconi. Forza Italia, alle elezioni politiche del 2001, ottenne il 29,43% dei consensi. E la coalizione poco meno del 50%.

Silvio Berlusconi al giuramento del suo secondo governo

Il secondo esecutivo guidato da Berlusconi durò 5 anni, intervallato solo da una crisi di governo – e quindi un terzo esecutivo – che non gli impedì di concludere la legislatura. 1412 giorni di governo, un record che nessuno ha mai raggiunto nella storia repubblicana.

La crisi finanziaria del 2011

Roma, 2 dicembre 2006. Due milioni di persone portate in Piazza San Giovanni da Berlusconi chiedono le dimissioni di Romano Prodi, Presidente del Consiglio. Ma l’effetto sperato avverrà solamente due anni dopo. Il Popolo della Libertà, la neo lista creata dal Cavaliere, otterrà il 37% dei voti alle elezioni politiche del 2008. E la coalizione di centrodestra il 46,8%.

 

Anche questa volta, il quarto e ultimo Governo Berlusconi non ebbe vita facile. La crisi dei mutui sub prime, iniziata negli Stati uniti nel 2008 e protrattasi fino al 2011, colpì l’economia italiana. A dicembre di quell’anno, il differenziale tra i Btp e gli omologhi Bund tedeschi arrivò a toccare quota 528. Le pressioni dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dell’ex Capo della Banca Centrale Europea Mario Draghi (http://www.costituzionale.unige.it/lara.trucco/Lettera.pdf) costrinsero Silvio Berlusconi a rassegnare le dimissioni da Presidente del Consiglio.

La caduta

 

Le elezioni del 2013 determinarono un vero e proprio stallo politico. Nessuna delle coalizioni in campo aveva la maggioranza necessaria per governare. Il governo fu affidato a Enrico Letta, dopo l’accordo trovato tra il PdL e il Partito Democratico. Dopo soli sei mesi Angelino Alfano si fece promotore di una scissione all’interno della formazione politica di Berlusconi. Il suo partito, il Nuovo Centrodestra, nacque con l’intento di salvare il governo in carica a cui il Cav voleva togliere la fiducia.

Ma la batosta più pesante arrivò il 27 novembre dello stesso anno. Il Senato votò per la convalida della relazione della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari. Il senatore Silvio Berlusconi fu dichiarato decaduto dal suo ruolo.

L’inizio della fine

Con l’interdizione dai pubblici uffici, comincia la discesa politica di Berlusconi. Alle elezioni del 2018, l’alleato di coalizione leghista sorpassa per la prima volta Forza Italia. E, secondo le regole del Centrodestra, la leadership passa a Matteo Salvini, Segretario del Carroccio.

Berlusconi torna da Eurodeputato a Strasburgo

Nel 2019 inizia la sua seconda esperienza da Europarlamentare. «Terrò fede all’impegno preso con gli elettori e mi dedicherò a lavorare per costruire un’Europa più giusta, diversa, che sappia recuperare il rapporto con i cittadini», aveva postato sul suo profilo Instagram.

Il ritorno in Senato

Il 2022 non è stato solo l’anno della nomina del primo Presidente del Consiglio donna in Italia. Ma è anche quello del ritorno del Cavaliere a Montecitorio. Proprio in quell’aula che quasi 10 anni prima lo aveva estromesso. «È per me motivo di soddisfazione riprendere la parola in Senato dopo nove anni e farlo proprio quando il popolo italiano ha scelto ancora una volta di affidare il governo del Paese alla coalizione di Centrodestra. Una coalizione a cui ho dato vita 28 anni fa e che ha scritto pagine fondamentali nella storia della Repubblica».

30 anni di berlusconismo
Silvio Berlusconi saluta la sua gente ad un comizio di Forza Italia

Quattro volte Presidente del Consiglio (11 maggio 1994 – 17 gennaio 1995; 11 giugno 2001 – 20 aprile 2005; 23 aprile 2005 – 2 maggio 2006; 8 maggio 2008 – 16 novembre 2011), Presidente del consiglio Europeo (1° luglio 2003 – 31 dicembre 2003), Europarlamentare per due mandati (20 luglio 1999 – 10 giugno 2001; 2 luglio 2019 – 12 ottobre 2022), Deputato della Repubblica per cinque legislature e Senatore per due mandati. I 29 anni di berlusconismo – e di anti-berlusconismo – hanno segnato indissolubilmente la storia della seconda Repubblica italiana.

Andrea Carrabino

Braidese per nascita, milanese per scelta. Laureato prima in Scienze Politiche e poi in Scienze del Governo. Amo la politica, ma non la vivrei. Juventino sfegatato e amante delle serie tv e del cinema. Toglietemi tutto, ma non The Office

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