Turchia, Erdogan riconfermato. Ma è una vittoria a metà

Recep Tayyip Erdogan ha ottenuto la fiducia dei turchi per la terza volta consecutiva alle elezioni. Il 28 maggio 2023 il presidente uscente ha sconfitto al ballottaggio il candidato dell’opposizione Kemal Kilicdaroglu, ottenendo il 52,1% dei voti. Erdogan resterà al potere fino al 2028, consolidando – tra luci e ombre – il suo ruolo di leader più influente della storia della Turchia repubblicana.

«Vorrei ringraziare i miei colleghi che hanno lavorato senza sosta alle urne sin dalle prime ore del mattino», ha detto Erdogan nel tweet sopracitato, «ora è tempo di proteggere la volontà della nostra nazione sopra le nostre teste fino all’ultimo momento».

Una vittoria a metà

La vittoria di Erdogan alle elezioni non è stata un trionfo pieno. Il presidente ha perso quasi tre punti percentuali rispetto al primo turno, quando aveva sfiorato la maggioranza assoluta con il 49,5% dei consensi. Kilicdaroglu, invece, ha guadagnato due punti, passando dal 44,9% al 47,9%. L’affluenza è stata alta, superando l’85%, ma inferiore al 87% del primo turno.

Il risultato del ballottaggio riflette la profonda divisione del Paese tra i sostenitori di Erdogan, che lo vedono come il garante della stabilità, della sicurezza e dello sviluppo economico. E i suoi oppositori, che lo accusano di autoritarismo e repressione delle libertà.

Non sono mancate anche le polemiche sul video che gira sui soldi elargiti agli elettori. Fatto avvenuto alla luce del sole, di fronte alle telecamere dei media. Ecco il video.

Il futuro della Turchia

Erdogan dovrà affrontare sfide complesse nel suo nuovo mandato. La prima riguarda la situazione economica della Turchia, che soffre di una grave crisi valutaria e inflazionistica. La lira turca ha perso oltre il 70% del suo valore rispetto al dollaro dall’inizio del 2020, mentre l’inflazione ha superato il 40%. La crisi monetaria ha eroso il potere d’acquisto dei cittadini e aumentato la povertà e la disoccupazione. Dall’Italia, il presidente di Azione Carlo Calenda commenta con disprezzo la condotta della campagna elettorale del “Sultano”.

Sarà cruciale anche la ricostruzione post-terremoto che ha colpito il Paese a febbraio del 2023, causando oltre 40mila  morti e centinaia di migliaia di sfollati. Erdogan ha promesso di ricostruire le case distrutte entro un anno e di fornire aiuti concreti alle vittime.

La terza sfida concerne i rapporti con gli alleati della Turchia, l’Unione Europea e gli Stati Uniti. Ankara è membro della NATO e un candidato all’adesione all’UE. Ma negli ultimi anni ha avuto forti tensioni con i suoi partner occidentali per le sue politiche interne ed estere.

Sono motivo di attrito la questione dei diritti umani e dello stato di diritto in Turchia, il ruolo turco nel conflitto siriano e libico, le dispute marittime con la Grecia e Cipro nel Mediterraneo orientale. Senza dimenticare l’acquisto di missili russi S-400 da parte di Ankara, che si è poi rifiutata di consegnarli come aiuto a Kiev. E anche il riconoscimento del genocidio armeno da parte di Washington.

A sinistra il presidente turco Erdogan; a destra, il presidente russo Vladimir Putin
Politica estera, tra equilibri e tensioni

Erdogan ha dichiarato di voler aprire una nuova pagina nei rapporti con l’Europa e gli Stati Uniti dopo la sua rielezione. Ha ricevuto le congratulazioni da parte di diversi leader mondiali, tra cui Putin, Macron, Biden e von der Leyen. Ma sarà complesso ristabilire una fiducia reciproca.

La vittoria di Erdogan ha confermato la sua leadership, ma ha anche evidenziato i limiti del suo consenso popolare. Il presidente dovrà dimostrare di saper affrontare le sfide interne ed esterne che lo attendono nel suo terzo mandato.

Ivan Torneo

Giornalista praticante. Siciliano trapiantato a Milano. Motivato, eclettico, curioso. Laurea Magistrale in Scienze Cognitive e Teorie della Comunicazione. Il mio obiettivo è il giornalismo televisivo, la mia motivazione incrollabile.

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