Terremoto Turchia-Siria, superati i 40 mila morti

Le vittime del terremoto continuano ad aumentare: oltre 40 mila morti. A una settimana dal sisma che ha sconvolto Turchia meridionale e Siria settentrionale, il governo sta individuando i presunti responsabili.

Molti costruttori sono stati arrestati. Erdogan si trova ad affrontare la corsa alle elezioni presidenziali del 14 maggio in uno dei momenti più drammatici per il suo Paese. Migliaia di bambini rimasti orfani, centomila sfollati e 13 milioni di persone coinvolte dal sisma.

Arresti e responsabilità

il vicepresidente Fuat Oktay ha affermato che finora sono stati emessi 113 ordini di detenzione verso i costruttori turchi che non hanno rispettato le norme in vigore dal terremoto del 1999. Nel cataclisma hanno perso la vita circa 17 mila persone. Da lì in poi la Turchia ha implementato norme edilizie molto stringenti. Nel 2007 il governo ha adottato un codice per la costruzione degli edifici che tiene conto dei requisiti necessari per la protezione antisismica.

Non tutti i costruttori hanno adempiuto agli obblighi edilizi stabiliti dal governo turco. Gli arresti sono stati effettuati nelle dieci province colpite dal terremoto di lunedì. A questi si aggiungono 131 sospettati di aver violato le normative edilizie del Paese, causando un enorme dato in termini di vite umane.

Erdogan e “il piano del destino”

Il Presidente turco ha recentemente dichiarato che «queste catastrofi sono sempre accadute e fanno parte del piano del destino». Ma gli arresti portati a termine suggeriscono una maggiore responsabilità umana in tutta la vicenda.

Erdogan sta affrontando un’emergenza nazionale a soli tre mesi dalle elezioni presidenziali. Sarà una tappa fondamentale, sia per la Turchia che per l’Akp (“Partito della Giustizia e dello Sviluppo”). Considerando la posizione di potere assunta dal leader turco – e detenuta da ormai 9 anni – una mancata riconferma sarebbe una svolta storica per il Paese.

Migliaia di orfani, tante adozioni

L’Unicef ha stimato che ci saranno fino a cinquemila orfani a seguito del terremoto. Il caso più famoso è quello di Aya (soprannominata “miracle baby” dalla stampa estera), una bambina siriana nata sotto le macerie diventata il simbolo della tragedia. Era ancora attaccata al cordone ombelicale della madre quando è stata ritrovata. E sono arrivate migliaia di richieste di adozione da ogni angolo del mondo.

«Non permetterò a nessuno di adottarla ora» ha dichiarato Khalid Attiah, il medico curante della piccola Aya. «Fino al ritorno della sua lontana famiglia, la tratterò come una della mia famiglia», ha concluso il dottore. L’uomo ha fatto sapere che la moglie sta provvedendo all’allattamento della neonata.

Oggi è possibile fare donazioni per gli orfani del terremoto. L’adozione internazionale comporta invece procedure complesse e – in casi come questi – anche delle direttive specifiche da parte del governo turco.

 

Ivan Torneo

Giornalista praticante. Siciliano trapiantato a Milano. Motivato, eclettico, curioso. Laurea Magistrale in Scienze Cognitive e Teorie della Comunicazione. Il mio obiettivo è il giornalismo televisivo, la mia motivazione incrollabile.

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