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Elezioni in Germania: Merz verso la cancelleria, ma il governo è un rebus

La Germania è pronta per le elezioni federali. Domenica 23 febbraio, 60 milioni di cittadini si recheranno alle urne in un clima politico di inedita incertezza e polarizzazione. Secondo l’ultimo sondaggio YouGov, in testa alle preferenze c’è l’Unione cristiano democratica (CDU/CSU) con il 30%, seguita dal partito di estrema destra Alternative fur Deutschland (Afd) al 21%, dal partito socialdemocratico (SPD) al 15%, dai Verdi al 13%, dalla Linke, il partito della sinistra, intorno al 7%. A rischio di esclusione dal Bundestag l’alleanza rossobruna di Sahra Wagenknecht (BSMW) e i Liberali della FDP, entrambi vicini alla soglia di sbarramento del 5%.

Fonte: YouTrend
Un cancelliere certo, un governo incerto

L’ultima rilevazione di YouGov lascia pochi dubbi: il prossimo cancelliere sarà, quasi sicuramente, Friedrich Merz, candidato dell’Unione tra cristianodemocratici (Cdu) e cristianosociali (Csu), attestata al 30% dei consensi.

I dubbi riguardano il resto della coalizione. Il secondo partito per preferenze è Afd (21%), che stacca nettamente i socialdemocratici del cancelliere uscente, Olaf Scholz, ormai in caduta libera con un modesto 15% dal 25% di quattro anni fa.

L’Unione Cdu-Csu ha promesso di agire in nome della Brandmauer, la diga anti-estremismi che finora ha escluso Afd da qualsiasi posizione di governo. Presidio che, però, è sembrato  indebolito lo scorso gennaio, quando i cristiano democratici hanno portato in Parlamento due  strette sull’immigrazione, accettando i voti di Alternative fur Deutschland. Scelta che ha portato a duri scontri nelle piazze di Berlino: solo nella capitale il 3 febbraio sarebbero scese in piazza tra le 160mila e le 250mila persone.

Gli occhi del mondo sono, dunque, tutti su Afd. Il partito è in costante ascesa dopo le elezioni dei Lander (gli Stati tedeschi). In Sassonia ha raccolto il 34% delle preferenze, in Turingia il 33%, in Brandeburgo circa il 30%. “Un’onda blu”, come soprannominata a Berlino, che è stata arginata solamente da una coalizione inedita tra Cdu, Spd e l’alleanza rossobruna di Sahra Wagenknecht (BSMW).

Ad alimentare il fuoco di Afd, gli attentati che hanno colpito la Germania negli ultimi mesi, tra i più recenti quello islamista a Monaco, e l’endorsement americano ad Alice Weidel, segretaria del partito.

J.D. Vance, vice di Trump, ha chiesto di dire basta al cordone sanitario contro l’estrema destra dal palco della Conferenza sulla sicurezza di Monaco e ha incontrato proprio Weidel e non Scholz. Endorsement condiviso anche da Elon Musk su X con battute, meme e botta e risposta con la leader di Afd.

Il gioco delle coalizioni

Tanto dipenderà da quanti partiti riusciranno a superare la soglia di sbarramento e a entrare nel Bundestag. Se ci fosse un’aula quadripartitica: Cdu-Csu, Afd, Spd e Verdi, per Mertz guidare una coalizione bicefala sarebbe più semplice. L’Unione potrebbe ritrovarsi con il 37% dei seggi con il 30% delle preferenze. Il principale indicato sarebbe proprio l’Spd, in una nuova edizione della Grande Coalizione, un governo di larghe intese dove si uniscono i due maggiori partiti politici del sistema.

Heidi Reichinnek, leader del Partito della sinistra Die Linke.

Scenario che sta lentamente perdendo chance. A mescolare le carte in gioco è stato il recupero di Linke, partito della sinistra tedesca, che dovrebbe viaggiare attorno al 7% dopo una stima iniziale del 3%. Probabilmente rivitalizzato dalla giovane leader Heid Reichinnek.

Il fallimento del governo semaforo (SPD-Verdi-FDP) ha dimostrato quanto sia difficile tenere insieme posizioni divergenti su immigrazione, transizione ecologica e politica economica. Un’alleanza CDU-SPD-Verdi potrebbe avere i numeri, ma il compromesso tra politiche conservatrici, socialdemocratiche ed ecologiste sarebbe tutt’altro che semplice. Ed ecco allora che i colloqui potrebbero essere lunghi e la fiducia potrebbe richiedere molto tempo.

Ettore Saladini

Laureato in Relazioni Internazionali e Sicurezza alla LUISS di Roma con un semestre in Israele alla Reichman University (Tel Aviv). Mi interesso di politica estera, politica interna e cultura. Nel mio Gotha ci sono gli Strokes, Calcutta, Martin Eden, Conrad, Moshe Dayan, Jung e Wes Anderson.

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