Il genio della Pop Art arriva a Milano. L’occasione è la mostra Andy Warhol: la pubblicità della forma curata da Achille Bonito Oliva, che mira a ricostruire tutti i periodi storici dell’artista, dai primi ritratti alle celebri iconografie di Marilyn Monroe e Mao Zedong. L’opera di Warhol ha innovato a 360° l’arte del novecento, intervenendo in svariati ambiti quali moda, musica e imprenditoria. Un universo artistico che sarà possibile ammirare per intero alla Fabbrica del Vapore di Milano dal 22 ottobre 2022 al 26 marzo 2023.
La Pop Art di Andy Warhol
«Nel futuro tutti saranno famosi in tutto il mondo per 15 minuti»
Proveniente dal mondo della comunicazione pubblicitaria, Andy Warhol (1928-1987) è considerato il padre della Pop Art. Il suo lavoro rivoluziona la figura stessa di artista, che da interprete sensibile ed emotivo, in continuità con la tradizione romantica, si trasforma in neutro commentatore della vita quotidiana. L’obbiettivo della Pop Art è infatti rappresentare i miti effimeri della società dei consumi utilizzando lo stesso linguaggio della comunicazione di massa. Per questo motivo sono espliciti i richiami all’immaginario popolare, al mondo della pubblicità e dello star system. Il risultato è un’arte all’apparenza anonima e banale, ma che si rivela accattivante e spesso ironica.
La pubblicità della forma
La mostra presenta oltre 300 opere, tra cui dipinti originali, serigrafie storiche, polaroid e altri cimeli come le cover disegnate e autografate da Warhol. Queste seguono tutte le fasi della sua carriera: dagli esordi di ritrattista negli anni ’50, passando per il periodo d’oro degli anni ’60 e ’70, fino ad arrivare alla svolta spirituale degli ultimi anni. Ampio spazio è dedicato anche a musica – le collaborazioni con Velvet Underground e Rolling Stones – e moda.
Il blitz ambientalista
Il 18 novembre cinque giovani attivisti di Ultima Generazione hanno fatto un blitz alla mostra e cosparso otto chili di farina su uno dei pezzi principali, la Bmw M1 dipinta personalmente dall’artista e valutata 10 milioni di dollari. I contestatori – quattro donne e un uomo – hanno voluto, al pari di quanto è accaduto nei musei di tutto il mondo, attirare l’attenzione sui problemi ambientali e sul riscaldamento ambientale. I cinque sono indagati dalla procura di Milano per imbrattamento.