La protesta degli agricoltori in sella ai loro trattori imperversa in tutta Europa. Le motivazioni dei manifestanti sono molteplici, prima di tutto quelle economiche.
Secondo un report di The European House Ambrosetti, infatti, su 100 euro di spesa solo cinque finiscono nelle tasche di chi effettivamente produce il cibo acquistato.
Guadagni più di sei volte inferiori a quelli del settore logistico, di trasporto e impacchettamento. E quasi quattro volte inferiori a quelli dello Stato, che porta a casa circa 20 dei 100 euro di una spesa alimentare. Di seguito il grafico ufficiale con tutte le percentuali.
Il rapporto risale al 2019, ma negli ultimi anni nulla è cambiato. Nel frattempo il 6 febbraio 2024 i trattori, simboli meccanici di una protesta agricola senza precedenti, hanno bloccato l’ingresso dell’Eurocamera a Strasburgo.
Una dimostrazione di forza che ha portato alla ritirata di una delle norme più discusse dell’era Green Deal: la proposta di regolamento sui pesticidi.
Il passo indietro dell’Ue
La protesta dei trattori e la loro marcia fa tremare le strade di tutta Europa, fino ai palazzi delle istituzioni. «Gli agricoltori vanno ascoltati». Queste le parole di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea. La leader europea ha annunciato nella stessa occasione il ritiro della proposta sui pesticidi. La decisione è stata salutata come «una vittoria anche italiana» dalla premier Giorgia Meloni.
«Fin dal suo insediamento il governo italiano sta lavorando in Europa, con grande concretezza e buon senso, per tracciare una strada diversa da quella percorsa finora e coniugare produzione agricola, rispetto del lavoro e sostenibilità ambientale. Proseguiremo in questa direzione», ha sottolineato Meloni.
La proposta di regolamento, ora accantonata, prevedeva il divieto di uso dei pesticidi in aree sensibili e l’introduzione di misure più stringenti per la tutela della salute umana e dell’ambiente. La decisione ha sollevato un dibattito sulla ricerca di un equilibrio tra la necessità di proteggere l’ambiente e quella di garantire la sostenibilità del settore agricolo.
La norma sui pesticidi, sempre secondo Von der Leyen, era diventata «un simbolo di polarizzazione: è stata respinta dal Parlamento europeo e anche in Consiglio non si registrano più progressi».
Ma la linea della sostenibilità ambientale non è stata del tutto accantonata. «La Commissione potrebbe presentare una nuova proposta molto più matura, con il coinvolgimento delle parti interessate», ha specificato la presidente della Commissione europea.
I numeri dell’agricoltura europea
Fin dalle prime settimane di gennaio, gli agricoltori europei, dalla Germania all’Italia, hanno acceso i motori dei loro trattori in segno di protesta. Il settore produce il 20% delle emissioni di gas serra dell’UE e contribuisce per l’1,4% del suo Pil (Prodotto interno lordo). Inoltre riceve circa il 25% dei fondi annuali del bilancio europeo, pari a 55 miliardi di euro.
Fin dall’inizio in Italia le proteste hanno avuto tre motivazioni principali: l’opposizione all’obbligo di lasciare il 4% dei campi incolti per la biodiversità; la contestazione contro la sospensione di uno sconto fiscale sull’IRPEF introdotto dal precedente governo; e la lotta ai cibi sintetici e a base di insetti.
La grande manifestazione a Roma
Intanto gli agricoltori italiani vorrebbero organizzare a Roma una grande protesta nazionale a bordo dei loro trattori. Al 7 febbraio le trattative per la data da concordare non si sono ancora concluse.
Il 6 febbraio c’è stata una riunione tra i rappresentanti della protesta con il Prefetto e il Questore della capitale non ha definito se e quando si autorizzerà una manifestazione nel centro di Roma, vicinissima ai palazzi del potere.
La proposta degli organizzatori sarebbe per venerdì 9 febbraio, ma nella realtà la data potrebbe slittare a lunedì o martedì. «Uno o due giorni in più non ci spaventano, anzi aspettiamo arrivi da altre regioni», dicono.