In Cina le classiche App di social network come Facebook sono bloccate dal governo, ma negli ultimi giorni gli utenti hanno scoperto che accedendo all’App Store con una località diversa da quella in cui si trovavano potevano scaricare la nuova piattaforma di tendenza, Clubhouse, e utilizzarla per discutere di temi controversi per il regime cinese. Finchè il governo non ha tempestivamente bloccato l’applicazione.
Clubhouse è il social network del momento. Non ha testi, né immagini o video, né tracciabilità dei contenuti perché tutto ciò che viene detto è rimosso dal social non appena gli utenti lasciano la stanza. Alla cultura dell’immagine si sostituisce la pregnanza dei contenuti e la speranza è quella di fornire qualità nell’interazione tra gli utenti.
COS’È CLUBHOUSE
Clubhouse è un nuovo social network lanciato a maggio 2020 da Paul Davison e Rohan Seth, gli sviluppatori di software Alpha Exploration Co. La piattaforma è stata creata come ‹‹un nuovo prodotto social basato sulla voce che permette alle persone, ovunque si trovino, di chiacchierare, raccontare storie, sviluppare idee›› si legge sul sito ufficiale. Clubhouse è l’interazione faccia a faccia, o meglio, voce a voce, e in tempo reale che l’anno della pandemia ci ha forzatamente tolto.
Le stanze virtuali a cui si può accedere sono suddivise in aree tematiche e ogni conversazione può ospitare da poche decine a qualche migliaio di utenti. Una volta entrati in una “conversation room” ogni utente ha libertà di parola, ma per intervenire deve utilizzare il tasto “alza la mano” e aspettare che il moderatore della stanza gli passi il turno.
L’UTILIZZO DELLA PIATTAFORMA IN CINA
La possibilità di avere un confronto live con persone affini ai propri interessi è la vera rivoluzione di questa piattaforma. E gli utenti cinesi hanno trovato nella temporaneità dei contenuti la vera chiave per potersi esprimere liberamente su temi controversi e sapientemente soppressi dal regime. Sono nate “stanze” in cui gli utenti hanno parlato dei rapporti della Cina con Taiwan, delle proteste per la democrazia a Hong Kong e della persecuzione degli uiguri, una minoranza musulmana che vive nella regione dello Xinjiang.
L’accesso alla piattaforma è molto singolare perché non ci si può iscrivere e bisogna ricevere un invito da parte di un membro, oltre a possedere un iPhone (Clubhouse funziona, per il momento, solo con sistema iOS). Nell’ultima settimana il “social audio” è diventato uno dei temi più discussi su Weibo, il social network più popolare in Cina, e Reuters ha scoperto che su vari siti di e-commerce cinesi sono comparse offerte di vendita di inviti all’App.
IL LATO OPACO DELLA PIATTAFORMA
Clubhouse conta ad oggi già sei milioni di iscritti, che si presume aumentino in tempi rapidi, e il suo valore è di un miliardo di dollari USA. Per il momento la piattaforma è sostenuta da investitori privati, ma non si conoscono i futuri sviluppi in termini di ricavi economici. Come farà questo social, solo audio e senza permanenza dei contenuti, a monetizzare l’esperienza degli utenti? E soprattutto, quanto sono al sicuro i dati che immettiamo per iscriverci?
Il rischio che questa piattaforma attui procedure di frode sulla privacy degli utenti, come hanno fatto le sue “sorelle”, c’è e ci sono già le prime critiche: per registrarti devi dare accesso alla tua rubrica telefonica, il sistema di protezione dei dati sembra più che altro un documento ancora in corso d’opera e mancano le garanzie previste dalle clausole contrattuali standard approvate dalla Commissione UE.
I feel like I'm binging free expression on Clubhouse — anyone else in the Mandarin rooms listening to mainland Chinese, Hong Kongers, Taiwanese, Uyghurs, and others speak — feel that way? In fact, the room @zuola moderates hopes for exactly that: running it continuously for days.
— Melissa Chan (@melissakchan) February 5, 2021
A proposito della particolare questione in Cina la giornalista americana di origine cinese Melissa Chan ha scritto su Twitter che le recenti discussioni tra gli utenti cinesi l’hanno fatta sentire come se d’improvviso avesse potuto fare “un’abbuffata di libertà d’espressione”. Ma non tutti sanno che Clubhouse utilizza un pacchetto di software per le chiamate via Internet chiamato Agora, sviluppato proprio da un’azienda cinese. Quanto poco tempo ha impiegato il governo asiatico a strumentalizzare il software e bloccare gli utenti?