Da un lato l’accusa di riscuotere un successo che cresce con gli spari della camorra e di costruire popolarità e ricchezza sulla pelle di Napoli e dei napoletani. Dall’altro l’insinuazione secondo cui nella città partenopea nulla è cambiato in tema di sicurezza negli ultimi tempi. E’ uno scontro durissimo quello tra il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, e lo scrittore e giornalista, Roberto Saviano, che va avanti da anni e che ha come fulcro della polemica Gomorra. La serie televisiva record di incassi, prodotta da Sky Athlantic e scritta in collaborazione col giornalista sotto scorta.
Secondo De Magistris, Gommora la Serie che racconta, in versione romanzata, la camorra a Napoli, metterebbe in cattiva luce l’immagine della città e sarebbe di pessimo esempio per i cittadini e soprattutto per gli adolescenti che, a detta del sindaco, tendono sempre di più a emulare gli atteggiamenti criminali evidenziati nella fiction.
Se però analizziamo i dati istat sui delitti denunciati dalle forze di Polizia all’autorità giudiziaria dal 2008 al 2014, notiamo sì che la microcriminalità in Campania è cresciuta, ma è necessario fare delle precisazioni.
Come si vede nel grafico dal 2008 – anno di uscita sul grande schermo del film Gomorra del regista Matteo Garrone – al 2011; i delitti vanno dai 33,014 episodi ai 29,659. Con un calo nel 2010 che registra 27,442 delitti denunciati. Vi è un aumento negli anni successivi, in concomitanza con la messa in onda della prima stagione di Gomorra uscita nel 2014, ma la crescita è sensibile e gli episodi criminali raggiungono quota 31,615. Comunque non superando il numero di quelli registrati nel 2008.
Se da un lato l’accusa del sindaco alla serie televisiva è quella di condizionare la crescita della microcriminalità, la contro-accusa di Saviano è sulla scarsa sicurezza della città partenopea. Se diamo uno sguardo ai bilanci del comune di Napoli dal 2011, anno di insediamento di De Magistris, al 2015 possiamo notare che le spese per la Polizia locale sono costanti dal 2009 e oscillano tra i 76 e gli 81 milioni di euro annui.
Ma la polemica non finisce qui. Secondo il giornalista, il sindaco De Magistris si illuderebbe di risolvere “problemi strutturali inneggiando al turismo o alle feste di piazza”. Intanto quest’ultimo insiste su come film, libri e serie televisive che parlano della camorra, siano solo un modo per screditare la città. Sarà che la serie, forse, ha incuriosito i turisti. Sarà che la giunta ha puntato costantemente sul turismo. Questo dato, infatti, è in continua crescita.
Dal grafico si può notare come il turismo a Napoli sia in costante aumento, con un calo nel 2009, anno dell’emergenza rifiuti, e nel 2013. Ma nuovamente in crescita dal 2014 in poi, anno d’uscita della prima stagione di Gomorra la serie. Nel 2008, il numero di arrivi in strutture ricettive è stato di 2.746.273 turisti, tra italiani e stranieri. Mentre nel 2016 il numero è aumentato di più di un milione raggiungendo 3.798.580 turisti.
Una situazione analoga è possibile riscontrarla anche nella città di Roma. Qui abbiamo il fenomeno Romanzo Criminale, serie televisiva sempre targata Sky, e di Suburra il film di Stefano Sollima. Il primo, andato in onda dal 2008 al 2010, si ispira ai personaggi della banda della magliana. Il secondo, al cinema nel 2015, racconta la corruzione, il crimine e la lotta al potere nella Capitale. Nonostante i temi trattati, nessuna polemica ha investito il successo di questi due prodotti e, così come a Napoli, non hanno influenzato negativamente il turismo.
Come si nota dal grafico dal 2009 al 2017 gli arrivi nelle strutture ricettive da parte di turisti italiani e stranieri sono in costante aumento.
Stessa riflessione è possibile farla analizzando i dati della criminalità e microcriminalità dal 2009 al 2011 (date successive alla messa in onda di Romanzo criminale) dai quali si registra un aumento, ma lieve.
Che riproducano la realtà o che ne diano una visione distorta. Possiamo dire che prodotti come Gomorra la serie, Romanzo criminale piuttosto che Suburra non hanno inciso in particolar modo sulla crescita della microcriminilità nelle città a cui si riferiscono. E se, forse, appare un po’ forzato dire che abbiano contribuito all’aumento del turismo, sicuramente possiamo dire che non hanno rappresentato un ostacolo alla crescita dello stesso.