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Usa e Russia rompono il ghiaccio a Riyad, assente l’Ucraina

A pochissime ore di distanza dall’anniversario dello scoppio della guerra in Ucraina – che sarà il 20 febbraio e chiuderà il terzo anno dall’inizio del conflitto – Washington e Mosca hanno tenuto a Riyad il loro primo incontro significativo in 4 anni. Una tappa verso il disgelo tra le due forze, che mette sul tavolo le prime promesse per la pace e che riabilita la Russia dall’isolamento in cui era stata relegata.

Cosa emerge dall’incontro

Due le delegazioni presenti, oltre ai rappresentanti dell’Arabia Saudita. Da una parte quella statunitense, formata dall’inviato speciale per il Medio Oriente Steve Witkoff, il Segretario di Stato Marco Rubio e il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz. Dall’altra quella russa, con il consigliere per la politica estera Yuri Ushakov e il ministro degli esteri Sergei Lavrov.

I negoziatori di Russia e Usa a Riyad

Le delegazioni hanno concordato, senza la presenza di funzionari ucraini o europei,  di esplorare nuovi modi per “normalizzare” le loro relazioni diplomatiche. Ma soprattutto per ottenere la fine della guerra in Ucraina e dare il via ad una cooperazione geopolitica ed economica nel prossimo dopoguerra.

Nonostante l’ottimismo delle promesse e delle premesse, i negoziatori hanno precisato che l’incontro avvenuto in Arabia Saudita è preliminare. E lo stesso rappresentante russo Yuri Ushakov ha affermato che «è ancora difficile parlare di un riavvicinamento tra le posizioni».

Mentre Lavrov ha aggiunto di non essere a conoscenza del presunto “piano trifase” per l’Ucraina, diffuso dalla giornalista di Fox News Jacqui Heinrich. L’indiscrezione parlava di un progetto che sarebbe iniziato con un primo cessate il fuoco, seguito da nuove elezioni politiche in Ucraina, per poi arrivare al raggiungimento di un accordo finale tra le parti. Nonostante la smentita, il ministro Lavrov ha comunque definito la proposta «interessante».

Al termine della riunione a Riyad, entrambe le delegazioni ne hanno fatto un bilancio positivo. L’inviato di Donald Trump Witkoff ha descritto l’incontro come «positivo, ottimista e molto solido». Mentre Rubio ha detto che il raggiungimento della pace potrebbe «aprire la porta» a «incredibili opportunità» di collaborazione con i russi su questioni geopolitiche ed economiche.

Reazioni più tiepide per i rappresentanti russi, che frenano l’entusiasmo sottolineando che le squadre negoziali di Washington e Mosca affronteranno il nocciolo della questione Ucraina «a tempo debito».

Un’altra immagine dei colloqui a Riyad

Un prossimo passo nel riavvicinamento tra le due forze mondiali potrebbe essere segnato dall’incontro tra i rispettivi leader. Secondo l’agenzia di stampa statunitense Bloomberg, questo vis a vis potrebbe arrivare prima del previsto. Forse già la settimana prossima. Anche se, secondo le fonti ufficiali del governo USA, la data per l’incontro non è ancora fissata.

La reazione di Zelensky

Nel frattempo – con la guerra in Ucraina che giunge al giorno numero 1.092 – il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato di voler «porre fine al conflitto quest’anno». Ma ha anche accusato gli Stati Uniti di aiutare Vladimir Putin ad “uscire dall’isolamento” internazionale. Il tycoon non ha esitato a respingere le accuse di Kiev – tra le altre, quella di aver escluso l’Ucraina dal tavolo dei negoziati a Riyad – e ha poi accusato lo stato ucraino di aver «iniziato la guerra».

Zelensky chiede agli Stati Uniti «colloqui equi», che coinvolgano anche Ue, Gran Bretagna e Turchia. Intanto, il presidente francese Macron ha confermato che mercoledì terrà una nuova riunione sull’Ucraina «con diversi Paesi europei e non europei».

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