Ufficiale: i giochi di Tokyo 2020 si faranno a prescindere dal Covid

I giochi Olimpici di Tokyo 2020 si faranno «indipendentemente da come evolverà la situazione coronavirus». È stato chiaro il presidente del comitato olimpico nipponico Yoshiro Mori che ha voluto chiarire una volta per tutte i dubbi a riguardo, soprattutto dopo la notizia riportata dal The Times qualche settimana fa, secondo la quale il governo giapponese stava pensando alla cancellazione definitiva. Durante un incontro tra il Comitato di Tokyo 2020 e i funzionari del partito al governo in Giappone, il Partito Liberal Democratico, Mori ha sottolineato quanto questa sia una grande opportunità per il paese che potrebbe fare di queste Olimpiadi un modello per il futuro.

Dunque, come ribadito da Mori durante l’incontro, «si tratta solo di come le faremo». In particolare, riguardo a tutte le misure anti-Covid che verranno adottate. Domani il Comitato Olimpico Internazionale presenterà tutte le regole di contrasto alla pandemia. Se sul fronte sicurezza degli atleti le idee sono già abbastanza chiare, la questione della presenza del pubblico è ancora spinosa.

Atleti in una bolla

Al momento, si pensa alla creazione di bolle sicure, seguendo lo stile che la NBA ha utilizzato per portare a termine la stagione passata. Tutto con una difficoltà in più: si parla di oltre 15.000 atleti olimpici e paraolimpici più gli addetti ai lavori. Il playbook con le norme anti-contagio che verrà presentato domani, obbligherà tutti gli atleti, lo staff, gli allenatori e i media che partiranno per Tokyo ad affrontare un periodo di quarantena preventiva nel proprio paese prima del viaggio.

Saranno previsti test sia all’aeroporto di partenza, che in quello d’arrivo, oltre a test frequenti all’interno del Villaggio Olimpico stesso. In più, ha avuto esito negativo anche l’ennesima richiesta del presidente del Cio Bach all’OMS di poter vaccinare tutti gli atleti: la priorità va agli operatori sanitari.

L’incognita del pubblico

Al momento l’interrogativo più grande è sulla presenza o meno del pubblico. L’ipotesi di svolgere, per la prima volta, i Giochi a porte chiuse è presa in considerazione dal Cio. Ma ciò significherebbe un ingente danno economico per il Giappone che prevedeva di incassare solo con i biglietti circa 800 milioni di dollari. Occorre poi specificare che l’opinione pubblica giapponese sembra contraria a tenere i giochi quest’anno: l’80% delle persone vorrebbe un ulteriore rinvio, se non addirittura la cancellazione definitiva. Ma gli organizzatori hanno detto che nessuna di queste opzioni è sul tavolo e, anzi, godono del sostegno sia del Cio sia degli atleti di tutto il mondo.

La negatività dei giapponesi riflette la situazione sanitaria del paese. I casi sono in continuo aumento, il premier Suga ha prorogato lo stato d’emergenza fino al 7 marzo e il vaccino sarà disponibile solo dal mese prossimo. Anche il Presidente del Japan Medical Association ha voluto lanciare un monito al Comitato Olimpico: «Molte persone arriveranno da fuori, ed è un numero enorme. In questa situazione, se ci saranno soggetti con il coronavirus, non sarà possibile accettarli. A meno che non accada un miracolo». La decisione finale, come spiegato anche dal ministro olimpico Seiko Hashimoto sarà presa soltanto «entro la primavera».

Kevin Bertoni

Classe 1997 direttamente da Pesaro. Dopo il liceo scientifico mi laureo con lode in "Informazione, media e pubblicità" a Urbino, passando anche sei mesi in quel di Madrid; mentre ora il sogno di diventare giornalista mi ha portato a Milano. L'unica costante nella vita? L'amore per il basket e per il mondo dello sport, tanto che ne parlo (troppo) e ne scrivo costantemente. Quasi dimenticavo: «Se non vi piacciono i Playoff NBA non vi voglio nemmeno conoscere eh!».

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