Ucciso in Congo il magistrato che indagava sulla morte di Attanasio

È stato ucciso in Congo William Assani, il magistrato militare che indagava sull’agguato in cui sono morti l’ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista congolese Mustafa Milambo. Come riferisce l’agenzia Fides, l’agguato è avvenuto sulla stessa strada Rutshuru-Goma lungo la quale avevano subito l’attacco i tre. Il magistrato congolese, secondo fonti missionarie che operano nella provincia del Nord Kivu, ‹‹stava tornando da una riunione nell’ambito dell’inchiesta sulla sicurezza dell’area, incentrata particolarmente sull’omicidio dell’ambasciatore italiano e dei suoi due accompagnatori››.

Le reazioni in Italia

Dall’Italia, ben presto sono arrivati i commenti dei senatori 5 Stelle membri della Commissione Esteri: ‹‹Il fatto che il magistrato William Assani sia stato ucciso in Congo è gravissimo ed è un segnale estremamente preoccupante. Chiediamo alle autorità congolesi di sostenere e proteggere le attività di indagine sull’uccisione dei nostri concittadini››.

Fotografia di Gabriele Salmi, Presidente ALBA Onlus che ritrare (a sinistra) l’ambasciatore italiano in RDC, Luca Attanasio, mentre visita il progetto sociale Malaika realizzato da Noëlla Coursaris Musunka (al centro)
Kinshasa al lavoro

Il 4 marzo, poche ore prima dell’omicidio del magistrato, il presidente della Repubblica Democratica del Congo (RDC), Felix Antoine Tshisekedi Tshilombo, aveva incontrato ambasciatori e capi di missioni diplomatiche accreditati nel Paese per stabilire nuove misure di sicurezza nel Nord Kivu. Nel corso dell’incontro, dopo aver ribadito la sua vicinanza al corpo diplomatico, il presidente ha discusso con i suoi rappresentanti i meccanismi messi in atto perché un episodio simile non si ripeta. Tshisekedi, che da subito aveva accusato dell’omicidio i ribelli ruandesi Hutu, ha ribadito le accuse nei confronti di attori esterni. Il presidente ha inoltre sottolineato la propria determinazione nel combattere le forze ostili straniere e locali che da decenni operano nelle province orientali della RDC.

Il corpo diplomatico, dopo il colloquio con il presidente, ha confermato l’operosità del governo di Kinshasa per evitare che si ripeta quanto accaduto. Dopo il triplice omicidio della settimana scorsa, infatti, qualsiasi movimento di un diplomatico all’interno del territorio congolese deve essere segnalato almeno una settimana prima al Ministero degli Affari Esteri. Quest’ultimo, a sua volta, è tenuto ad informare le altre istituzioni locali interessate.

Il presidente della Repubblica Democratica del Congo, Felix Antoine Tshisekedi Tshilombo
Difficile che sia una coincidenza

C’è però chi afferma di non credere alle coincidenze, come la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli: ‹‹L’omicidio del magistrato che indagava sull’agguato nel quale sono morti l’ambasciatore Attanasio e il carabiniere Iacovacci è un fatto inquietante che getta molte ombre sulla situazione in Congo. – Prosegue la Montaruli – Serve trasparenza su ciò che sta avvenendo in Africa nell’indifferenza dell’Onu e dell’Unione Europea, affinché si faccia giustizia. È evidente, infatti, che diventa difficile credere a una coincidenza.››.

Serve un dialogo tra le parti

I senatori della Lega, invece, William De Vecchis e Gianfranco Rufa, hanno incontrato stamani l’ambasciatore della Repubblica del Congo, Sambassi Khakessa Fidele, insieme a monsignor Jean-Marie Gervais della diocesi francese presente in Vaticano. ‹‹Abbiamo espresso la vicinanza al rappresentante di una Nazione martoriata da lotte fratricide che non risparmiano gli innocenti, come accaduto con la morte di Attanasio, Iacovacci e Milambo››, fanno sapere i leghisti, che aggiungono: ‹‹Abbiamo inoltre espresso all’ambasciatore congolese il nostro auspicio per una transizione rapida e pacifica delle controversie ancora irrisolte nel Paese, garantendo il nostro impegno di parlamentari italiani nel raggiungimento di un dialogo stabile e duraturo tra le parti in causa››.

Alessandro Bergonzi

Giornalista praticante

Nato a Roma, cresciuto a Imperia. I libri di Terzani mi hanno insegnato a sognare, una laurea in Giurisprudenza mi ha permesso di riflettere. Sono entrato nel mondo del giornalismo con la passione per la geopolitica. Oggi cerco notizie, possibilmente da approfondire.

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