Stato dell’Unione, Biden: “Contano le idee, non l’età”

Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden è stato battagliero nel suo discorso sullo Stato dell’Unione. Come sempre il discorso era particolarmente atteso. Appuntamento importante, è il momento in cui il Presidente si rivolge ai parlamentari e al Paese per fare il punto. Punto che quest’anno è più complicato rispetto al solito. Il conflitto nella Striscia di Gaza ma anche la guerra in Ucraina. Il tema dolente dell’immigrazione. L’economia, la Nato, l’aborto.

Da un punto di vista internazionale sembra che l’America non abbia un reale progetto politico. Ma l’attuale presidente, che con i suoi 81 anni di età sostiene di conoscere bene la storia americana, è stato chiarissimo durante il discorso. «Il mio predecessore», così Biden si è rivolto all’ex Presidente Donald Trump. Tono un po’ scherzoso e un po’ diffamatorio, come a far sembrare che la situazione nella quale versano oggi gli Stati Uniti sia attribuibile solo agli errori del passato governo.

Il discorso

I temi elencati sono stati scanditi tutti da Biden nel suo discorso. È durato poco più di un’ora. La realtà è che dal tono si percepisce la preoccupazione di non essere rieletto. Ma si nota anche l’allarme lanciato nei confronti dei valori democratici che stanno inesorabilmente crollando, sia negli Stati Uniti che nel vecchio continente. «La vita mi ha insegnato ad abbracciare libertà e democrazia, altri vedono una storia americana di risentimento, di vendetta e punizione. Quello non sono io».

Ha esordito così il suo discorso. La frase sembra semplice ma porta con sé gli echi di tutta la storia americana e non solo le diatribe correnti tra Democratici e Repubblicani. Una storia fatta di privatizzazioni, di segregazioni ma anche di conquiste importanti.

Il Presidente Biden durante il discorso sullo Stato dell’Unione

Poi è passato agli esteri. Due enormi temi: Gaza e Ucraina. Per il popolo palestinese della Striscia di Gaza si è concentrato sugli aiuti umanitari, una cosa che serve. Biden vuole i due stati, ma non può inimicarsi nessuna parte della popolazione americana, né quella ebrea né quella araba. Ecco perché vuole una missione sulla costa di Gaza, con una banchina e navi cargo per gli aiuti.

Sulla guerra in Ucraina ha potuto essere più diretto. Per il Presidente russo Vladimir Putin Biden ha un no gigante. Vuole un nuovo pacchetto per l’Ucraina, già proposto e bloccato alla camera. Ovviamente ha parlato anche della Cina, con la quale vuole una competizione economica di mercato senza conflitto.

All’interno dei confini

«Possiamo scontrarci su come risolvere l’emergenza al confine, o possiamo risolverla». Ecco che il presidente si concentra sul nervo scoperto degli USA. Limmigrazione e il confine con il Messico. È una diatriba che c’è da sempre, su cui si basa la campagna elettorale sia di democratici che di repubblicani. Non ha fornito reali soluzioni. Quattro anni fa aveva promesso di abolire l’articolo 43 di Trump, legge strettissima e soffocante per l’immigrazione. La verità è che Biden non è realmente intervenuto su questo tema. Anzi, ha addirittura aumentato i controlli al confine. L’Humanitarian Parade, la sua proposta a riguardo, non ha dato grandi soluzioni.

Poi riguardo agli interni ha parlato di economia. Accusando i repubblicani di voler tagliare la spesa sociale a favore delle corporation. E l’aborto, promettendo di ristabilire il diritto all’interruzione di gravidanza. In seguito le armi, e la sua preoccupazione nei confronti delle stragi. Il tono battagliero di Biden nel suo discorso sullo Stato si è riversato in un puntare il dito contro lo scorso governo Trump. Eppure, era Biden il presidente in carica gli scorsi quattro anni.  Sfortunatamente Biden è cosciente di un aspetto che gioca a suo sfavore, l’età. Secondo i sondaggi del governo, la maggior parte degli americani pensa che Biden sia troppo vecchio per un altro mandato. Ha cercato di giocare a suo favore questo aspetto nel discorso sullo Stato: «La questione che il paese affronterà non è quanto siamo vecchi noi, ma quanto lo sono le nostre idee»

Francesca Neri

Laurea triennale in Storia Contemporanea all'Università di Bologna. Laurea Magistrale in Scienze Storiche e Orientalistiche all'Università di Bologna, con Master di I Livello in African Studies all'Università Dalarna.

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