Met Gala, storia e regole della “creatura” firmata Anna Wintour

È di nuovo tempo di Met Gala e questa sera, 6 maggio alle 23.30 ora italiana, le porte del museo newyorkese sono pronte a riaprirsi per ospitare il galà di beneficenza più in del mondo. Regole strettissime, organizzazione capillare e una scelta degli ospiti quasi maniacale. Tutto a cura della “vera” Miranda Priestley: la direttrice di Vogue America, Anna Wintour.

La storia del Met Ball
Eleanor Lambert, la pioniera della fashion week

L’evento, oggi estremamente esclusivo, non è sempre stato tale. Tutto iniziò nel 1948, quando Eleanor Lambert, colei che inventò la settimana della moda, istituì una raccolta fondi per l’appena fondato Costume Institute. All’inizio il Gala era niente di più di una cena, i cui biglietti costavano 50 dollari ciascuno e gli invitati erano la crème de la crème dell’alta società newyorkese e dell’industria della moda. Fino al 1971 l’evento si tenne in vari luoghi, tra cui il celebre hotel Waldorf Astoria e Central Park. Ma con Diana Vreeland, storica redattrice della rivista Harper’s Bazaar, l’evento cominciò a mutare verso quello che è oggi il Met Ball. Mescolando celebrità come Elizabeth Taylor, Liza Minelli e Andy Warhol, insieme all’élite cittadina. E spostando l’evento al Metropolitan Museum.

Diana Vreeland, giornalista statunitense di origine francese
Sotto la direzione di Anna Wintour
Anna Wintour, storica direttrice di Vogue America

Dal 1995, però, il volto del Met Gala è cambiato sotto la direzione di Anna Wintour. Capendo la potenzialità dell’evento, Wintour decise di ampliarlo e aumentarne l’esclusività selezionando le celebrities da invitare di persona. Dai divi cinematografici, alle star sportive e musicali; ogni ospite è scelto con cura tra coloro che hanno “segnato” l’anno corrente. Trasformando il Gala per raccogliere fondi – con lo scopo di finanziare l’ala del Met che ospita la collezione del Costume Institute – nell’evento simbolo della pop culture. Oggi, dopo il Covid, il numero di ospiti è sceso da 800 a circa 400, rendendo l’evento ancora più esclusivo. E non pensate che l’invito vi permetta di entrare gratuitamente. Il costo del biglietto è di 75,000$ a persona, e se invece volete un tavolo si parte da 350,000$. Motivo per cui di solito sono i grandi brand di moda ad acquistarli e invitare le celebrities al loro tavolo, sempre, però, con l’approvazione della Wintour.

Le regole

Ovviamente, un evento di questo calibro è accompagnato da regole rigidissime. La prima tra le quali è il dress code. Ogni anno, infatti, viene selezionato un tema che va seguito alla lettera. Tra i più iconici degli ultimi anni ricordiamo Heavenly Bodies, ovvero l’incontro tra la moda e l’arte medievale, ma anche l’omaggio allo stilista Karl Lagerfeld. E quest’anno la direzione Wintour ha scelto il tema The Garden of Time, per celebrare la collezione “Sleeping beauties: Reawakening fashion”.

Blake Lively, in Versace per il tema Heavenly Bodies

Oltre il rispetto del dress code, però, bisogna anche avere l’approvazione dell’outfit da parte di Anna Wintour, che segnalerà la sua accettazione con la sigla “AWOK”, ovvero Anna Wintour ok. Inoltre, tra le altre regole troviamo anche le famose restrizioni all’uso del telefono e dei social media, per preservare il mistero dell’evento. E il categorico divieto al fumo, insieme al divieto a cipolla, aglio e prezzemolo, per evitare spiacevoli inconvenienti.

Essere invitati una volta, tuttavia, non significa avere l’ingresso a vita. Trasgredire le regole o criticare l’evento potrebbe metterti nella lista dei bannati dal Met Gala. Come il cantante Zayn Malik, che dichiarò di aver odiato l’esperienza, ma anche Demi Lovato e Donald Trump. Che Anna Wintour stessa ha dichiarato di non voler invitare mai più.

Vittoria Giulia Fassola

Classe 2001. Ligure e anche un po' francese. Laureata in International Relations and Global Affairs, all'Università Cattolica di Milano. Mi interesso di politica estera e di tutto ciò che penso valga la pena di raccontare. Il mio obiettivo? Diventare giornalista televisiva.

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