La strage silenziosa degli operatori umanitari

Nel 2024 sono stati uccisi 281 operatori umanitari nel mondo. Lo fanno sapere le Nazioni Unite citando i dati dell’Aid worker security database. È una strage silenziosa e quest’anno ne detiene il record battendo anche il 2023, quando il numero era vertiginosamente salito a 280. Manca circa un mese alla conclusione del 2024 e le Organizzazioni non Governative di tutto il mondo denunciano la preoccupazione per i propri operatori, chiedendo che vengano puniti i responsabili. Ma quella degli operatori umanitari è una vita in seconda linea che, spesso, viene quasi dimenticata dall’opinione pubblica. Oltre al rischio di rimanere uccisi anche rapimenti e detenzioni forzate sembrano all’ordine del giorno con un ritmo che pare inarrestabile.

Record per Gaza e Mezzaluna

La Striscia di Gaza è stata fatale. L’ala delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari ha fatto sapere che dal 7 ottobre 2023, quando si è riacceso il conflitto con Israele, ben 333 operatori umanitari hanno perso la vita in questa zona. La maggior parte di loro stava consegnando aiuti di prima necessità ed era quindi in servizio. Più della metà di quelle 333 persone lavorava per l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi (Unrwa). Ed è stata proprio l’Unrwa a scrivere un comunicato stampa per denunciare la morte di 243 operatori umanitari, si tratta di un lavoratore su 50 che ha perso la vita.

Il report dell’Aid worker security database sostiene che al di fuori della Striscia di Gaza nel 2024 siano stati uccisi circa 103 operatori. Di questi 25 in Sudan, 11 in Ucraina, 11 nella Repubblica Democratica del Congo, 8 in Etiopia, 8 in Nigeria, 5 in Myanmar, 5 in Somalia, 5 in Siria, 4 in Burkina Faso, 4 in Libano, 2 in Mali e, i restanti, in Chad, Haiti, Iraq, Mozambico, Niger e Yemen.

Cosa fanno gli operatori umanitari?

La parola stessa aiuta a comprendere quale sia il mestiere degli operatori umanitari. Sono persone che prestano servizio alla popolazione civile in zone di guerra, disastri climatici o gravi povertà. Il loro compito è quindi quello di distribuire cibo, cure e assistenza medica, accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici, garantire o facilitare qualsiasi aiuto in circostanze di crisi.

Solitamente gli operatori umanitari sono persone del luogo che lavorano per Organizzazioni non Governative (ONG). Tra queste, quelle che dispongono di un maggiore personale sono le varie Agenzie delle Nazioni Unite e la Croce Rossa Internazionale.

Francesca Neri

Laurea triennale in Storia Contemporanea all'Università di Bologna. Laurea Magistrale in Scienze Storiche e Orientalistiche all'Università di Bologna, con Master di I Livello in African Studies all'Università Dalarna.

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