Israele vota l’invasione di tutta la striscia di Gaza

I nuovi sviluppi del conflitto a Gaza preoccupano. Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano, si è fatto promotore di un nuovo piano per l’occupazione dei territori della Striscia. Per avere le forze necessarie ad espandere le operazioni militari è già iniziato il richiamo dei riservisti. Nel mentre Usa e Israele hanno bombardato il porto yemenita di Hodeida, controllato dagli Huthi e porta di accesso per le armi iraniane.

Le intenzioni di Israele

Nella notte tra il 4 e il 5 maggio il gabinetto di guerra del governo israeliano ha approvato all’unanimità la nuova campagna militare a Gaza. Solo a tarda sera sono stati resi pubblici gli obbiettivi. Secondo le parole del primo ministro Benjamin Netanyahu sarebbe la «vigilia di un’invasione massiccia di Gaza». Un’azione militare ampia e con un obiettivo chiaro: occupare zone della Striscia per bonificarle dalla presenza dei terroristi e impedirne il ritorno. Quindi operazioni sia in superficie che nei tunnel sotterranei, per ottenere una “decontaminazione” da Hamas. Sempre ascoltando Netanyahu l’azione non consisterebbe in raid mirati, ma in un consolidamento delle posizioni israeliane nel territorio, con l’intenzione di rimanerci stabilmente.

La popolazione locale e gli aiuti umanitari

Per poter condurre una simile operazione è anche necessario spostare la popolazione locale per garantire «la sua stessa protezione». Funzionari della difesa israeliana parlano di piani “volontari di spostamento” per i civili. La volontà è quella di attuare una bonifica in stile Rafah anche in altre aree della Striscia. Nella città al confine con l’Egitto l’Idf si è mossa prima eliminando tutte le minacce e poi integrando l’area in una zona di sicurezza.

Problematica è anche la situazione degli aiuti umanitari. Israele ha fatto sapere che al momento saranno sospesi, nonostante la situazione drammatica vissuta dai civili, e saranno poi affidati alla gestione di società private, «che distingueranno chiaramente e rigidamente tra civili e miliziani di Hamas per la consegna». Solo ai beni considerati essenziali sarà permesso il transito dalla frontiera. La decisione a chi affidare l’appalto sarà, probabilmente presa dopo la visita di Donald Trump, della prossima settimana. Quest’ultimo ha commentato in conferenza stampa che gli Usa «aiuteranno la popolazione di Gaza a procurarsi del cibo» e che «i palestinesi sono stati trattati molto male da Hamas».

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