Elezioni USA 2024: chi è Ron DeSantis, il repubblicano che sfida Trump

Nella notte tra il 24 e il 25 maggio il Governatore della Florida Ronald – detto RonDeSantis annuncerà la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti. Lo farà nel corso di uno Twitter space moderato dall’imprenditore tecnologico David Sacks e il proprietario del social Elon Musk. La diretta inizierà alle 6 di sera – orario East Coast americana -, cioè alla mezzanotte italiana.

Scopriamo chi è quella che potrebbe risultare una seria alternativa repubblicana all’ex presidente Donald Trump.

Il sostegno di “ Mr. Twitter”

In concomitanza allo spazio Twitter, DeSantis annuncerà la decisione tramite i suoi canali ufficiali. Come da tradizione, l’ufficialità arriverà con un video. L’ex-Governatore floridiano non perde tempo: già dal 30 maggio inizierà la sua campagna elettorale.

A sinistra, Il Governatore della Florida Ron DeSantis. A destra, il logo di Twitter

L’ovvia novità, forse figlia dei tempi moderni, è il medium Twitter. Non si tratta solo della scelta di sfruttare gli spazi pubblici (solo audio), ormai utilizzati diffusamente sul social. Ad attirare l’attenzione è soprattutto l’appoggio al candidato repubblicano. O, a questo punto evidente, di Musk.

Il miliardario, al CEO Summit Council 2023 di martedì 23 maggio, ha dichiarato: «Credo sia un’enorme passo in avanti il fatto che un grande annuncio come questo sfrutti questo social media». Ha poi specificato che non si tratta di un vero e proprio endorsement

I 140 milioni di Twitter followers del tycoon sudafricano, però, non vanno sottovalutati. Il suo sostegno potrebbe essere l’arma che garantirà maggiore credibilità a DeSantis. E forse scuotere il tronco dell’albero repubblicano che, ad oggi, sembra saldamente radicato in terra trumpiana. I più stretti collaboratori del Governatore hanno iniziato a guardare di buon occhio Twitter da quando è passato nelle mani di Musk. La promessa di tornare a una totale libertà di parola ha permesso ai più conservatori di avere un filo diretto verso i loro sostenitori, senza passare dai media considerati liberal.  Proprio quello che un tempo era il super potere di Trump, prima che l’ex presidente venisse espulso da tutte le principali piattaforme social.

Una storia che comincia da lontano

Questa collaborazione non è una sorpresa: già un otto mesi fa Musk aveva ammesso di volersi schierare con il floridiano in caso di candidatura per il 2024.

Il CEO di tesla Elon Musk

Lo staff di DeSantis sarebbe in contatto con Musk ormai da qualche settimana, secondo alcune fonti vicine al neo-candidato. Il CEO di Tesla non sembrerebbe convinto delle possibilità di vittoria di Donald Trump. Per questo, le azioni di Musk sembrano un chiaro segno di supporto più che una messa a disposizione della piattaforma social.

I due si sono conosciuti a inizio del 2021 in una cena a Austin, Texas. Lì erano presenti 15 persone del mondo della tecnologia: investitori, sviluppatori e funzionari dell’industria sanitaria.

Il rapporto di fiducia tra il proprietario di Twitter e DeSantis è anche legato a David Sacks. Quest’ultimo è considerato uno dei bracci destri di Musk, e non ha mai nascosto il suo appoggio al candidato repubblicano. Addirittura è tra i maggiori finanziatori del partito.

Ron DeSantis, l’italo americano alla conquista della Casa Bianca
Ron DeSantis durante il suo periodo alla marina militare

DeSantis nasce il 14 settembre del 1978 a Jacksonville – in Florida – da genitori italo americani. Studia prima alla Yale University e poi alla Harvard Law School, laureandosi nel 2005.

L’anno prima era entrato come ufficiale nella US Navy, la marina militare statunitense. Diventa luogo tenente nel 2006, quando entra a far parte della Joint Task Force che lavora a stretto contatto con i prigionieri di Guantanamo, il più famoso carcere di massima sicurezza statunitense. Nel 2007 è inviato in Iraq come consulente legale del SEAL Team One, le forze speciali americane. Durante il suo servizio militare è stato decorato con quattro medaglie celebrative.

Nel 2012 inizia la sua carriera politica tra le fila repubblicane. Vince le primarie del Partito nel sesto distretto congressuale della Florida. Viene eletto nuovamente nel 2014 e nel 2016. Dopo tre bienni nella House of Representatives, nel 2018 succede a Rick Scott come Governatore della Florida. Anche grazie al supporto dell’allora presidente Trump.

 

Sulle orme di Ronald Reagan

Il pensiero politico del nuovo sfidante alle primarie repubblicane assomiglia a quello di un ex presidente statunitense: Ronald Reagan. I due, oltre ad avere il nome in comune, hanno intrapreso una battaglia ideologica contro la “cultura predominante”. Nel caso dell’italo americano, la woke culture. Si tratta dell’ideologia liberal che si basa sulla consapevolezza di fronte a problemi sociali come il razzismo e la diseguaglianza. Nel 2022, il Governatore della Florida ha proibito ai maestri delle elementari di discutere in classe di orientamento sessuale e di identità di genere. La misura è poi stata estesa fino agli insegnanti liceali.

Ron DeSantis conto il Woke Act

DeSantis è di ispirazione liberista. Da quando è a capo del Sunshine State, ha abbassato le imposte sul reddito delle società al 5,5%. La riduzione fiscale ha permesso alla Florida di attirare numerose compagnie della Silicon Valley, troppo scontente dalle politiche economiche della California. Durante il Covid, il tasso di disoccupazione era salito dal 5 al 15%. I dati di maggio 2022 raccontano un’altra storia: il tasso è sceso sotto il 2%. Anche grazie alle sue politiche poco ristrettive nel periodo pandemico.

Law & Order

A differenza del suo predecessore, DeSantis è contrario alla legislazione che prevedeva un periodo d’attesa obbligatorio di tre giorni per l’acquisto di armi e l’innalzamento dell’età legale da 18 a 21 anni. Il controllo, secondo, il governatore, doveva avvenire a livello individuale tramite i cosiddetti Federal Background Checks. Dal 2023 i residenti in Florida possono portare armi nascoste senza permesso.

Ron DeSantis mentre firma la legge sulle armi in Florida

Nel 2022 ha firmato una legge che diminuisce il periodo di possibilità di aborto da 24 a 15 settimane. Dopo 105 giorni è possibile interrompere la gravidanza volontariamente solo in caso di serio rischio per la salute della madre o di fatale deformazione del feto. Sono quindi esclusi circostanze quali stupro, incesto, traffico umano e problemi di salute mentale. Nel 2023 ha ridotto ulteriormente le tempistiche a 6 settimane, tenendo fisso il limite di 15 per queste ultime eventualità.

Anche sulla pena di morte, DeSantis non sembra voler fare passi indietro. Nel solo 2023 ha approvato due disegni di legge. Il primo prevede la possibilità di condanna a morte se indicata da almeno otto su 12 giurati. Il secondo introduce la stessa pena per i colpevoli di stupro su bambini sotto i 12 anni, sfidando la sentenza del 2008 (Kennedy v. Louisiana) della Corte Suprema statunitense.

L’allievo sfida il maestro

DeSantis sfiderà Trump alle prossime primarie repubblicane. Lo stesso Musk giustificando la preferenza per l’italo americano aveva detto: «Preferisco un presidente ragionevole e centrista. Speravo nell’amministrazione Biden, ma sono rimasto deluso». Il riferimento è proprio all’ex presidente, colpevole di essersi reso protagonista di numerose gaffe istituzionali.

Donald Trump e Ron DeSantis

Da tempo, Trump ha cominciato ad attaccare il nuovo sfidante. Il tycoon è solito assegnare dei nickname ironici agli avversari politici, sfruttando soprattutto il suo Truth Social.

DeSantis è stato soprannominato Meatball Ron (Ron polpetta, alludendo alle sue origini italiane), Tiny D (Piccolo D, giocando sulla sua altezza, ma anche scherzando sulle sue dimensioni genitali) e DeSoros (sostenendo una collaborazione con il magnate George Soros).

Hillary Clinton, sua sfidante alle presidenziali del 2016, è stata definita Crooked Hillary (disonesta, storta). Joe Biden, l’attuale presidente USA, è Sleepy Joe (l’assonnato). Persino al dittatore nordcoreano è stato affibbiato il nomignolo Rocket Man (l’uomo razzo, alludendo alle sue minacce nucleari).

 

 

Andrea Carrabino

Braidese per nascita, milanese per scelta. Laureato prima in Scienze Politiche e poi in Scienze del Governo. Amo la politica, ma non la vivrei. Juventino sfegatato e amante delle serie tv e del cinema. Toglietemi tutto, ma non The Office

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