Dimissioni Sanchez in Spagna, ecco cosa succede ora

È stata una decisione inaspettata quella del premier spagnolo. Pedro Sanchez si è dimesso dopo la sconfitta del suo Partito Socialista (PSOE) alle elezioni amministrative del 28 maggio 2023. Il leader progressista ha deciso di sciogliere le Camere e di anticipare le elezioni nazionali al 23 luglio. La sua decisione ha messo fine a un’esperienza di governo durata poco più di due anni.

Quali ragioni lo hanno spinto a gettare la spugna, e cosa succederà ora nella politica spagnola?

Una decisione sofferta

Sanchez ha motivato la sua decisione con la necessità di «dare la parola agli spagnoli», e di «aprire una nuova fase politica», dopo il fallimento del suo progetto di riforme sociali ed economiche. Il premier uscente ha ammesso di aver commesso degli errori, ma ha anche accusato gli avversari di ostacolare il suo governo con una «opposizione irresponsabile e disleale».

L’ex premier ha detto di essere orgoglioso di aver gestito bene i bilanci della nazione. E ha rimarcato di avere operato bene durante la pandemia da Covid-19, ottenendo i fondi europei per la ripresa. Ha anche difeso la sua politica di dialogo con i partiti indipendentisti catalani, che gli è valsa molte critiche da parte della destra spagnola.

L’ex premier spagnolo Pedro Sanchez in una foto che lo ritrae con una mascherina FFP2 durante la pandemia da Covid-19
Le elezioni anticipate

La sconfitta di Sanchez ha scosso il panorama politico iberico, che si prepara a una campagna elettorale incerta e combattuta. Secondo i sondaggi, il Partito Popolare (PP) è in vantaggio sul PSOE, ma non ha la maggioranza assoluta. Dovrebbe allearsi con Voxl’ultradestra spagnola – per formare un governo.

Il leader di Vox Santiago Abascal durante uno dei suoi comizi elettorali

L’alleanza potrebbe incontrare la resistenza di alcuni settori moderati del PP e dei suoi alleati europei. Vox è un partito molto divisivo e radicale. Il suo programma di governo propone misure contro l’immigrazione, l’aborto, il matrimonio omosessuale e l’autonomia delle regioni.

Il PSOE potrebbe cercare di ricucire le alleanze con le forze di sinistra e con i partiti indipendentisti catalani, ma anche questa via presenta molte difficoltà e contraddizioni. La Spagna si trova di fronte a uno scenario politico frammentato e instabile, che richiede dialogo e compromesso per garantire la governabilità del paese.

Il futuro della Spagna

Le elezioni anticipate del 23 luglio saranno un appuntamento cruciale per il futuro della Spagna. I cittadini saranno chiamati a scegliere tra due modelli opposti di Paese. Uno basato sulla conservazione dei valori tradizionali e sull’affermazione dell’identità nazionale. L’altro, fondato sul progresso sociale e sul riconoscimento della diversità.

La sfida sarà anche garantire la ripresa economica dopo la pandemia, e amministrare i fondi europei destinati alla Spagna. Le elezioni saranno anche un banco di prova per la questione catalana, che continua a essere una delle principali fonti di tensione e di divisione nel Paese. La nazione si gioca molto in questa tornata elettorale, che potrebbe cambiare radicalmente il suo volto politico.

Ivan Torneo

Giornalista praticante. Siciliano trapiantato a Milano. Motivato, eclettico, curioso. Laurea Magistrale in Scienze Cognitive e Teorie della Comunicazione. Il mio obiettivo è il giornalismo televisivo, la mia motivazione incrollabile.

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