Cancro causato dal talco: Johnson & Johnson pagherà quasi 7 miliardi

Johnson & Johnson

Johnson & Johnson patteggerà per 6,5 miliardi di dollari. Questo sembra essere l’epilogo di una vicenda iniziata oltre cinque anni fa. Una serie di cause civili intentate contro il colosso farmaceutico americano per una presunta connessione tra alcuni prodotti a base di talco e la formazione di masse cancerogene.

Lieto fine?

«È il culmine di una nostra strategia iniziata a ottobre». Le parole di Erik Haas, vicepresidente degli affari legali di J&J, chiudono ufficialmente la questione. O quasi. I 6,475 miliardi di dollari da sborsare in 25 anni serviranno a coprire il 99.75% dei reclami ancora aperti. Il rimanente sarà preso in considerazione in separata sede, con accordi individuali al di fuori della negoziazione generale.

Nell’ottobre 2021, Johnson & Johnson aveva offerto un risarcimento da 2 miliardi di dollari. Cifra che era stata costretta a quintuplicare due settimane fa per tentare di porre fine a tutte le cause in Nord America. Una somma comunque ingente per un’azienda che fattura 85 miliardi all’anno. E che già nel giugno di tre anni era stata costretta – per sentenza della Corte Suprema statunitense – a un altro risarcimento da 2,1 miliardi.

La storia in tribunale

Le prime tracce di una causa poi esplosa tra le mani di J&J risalgono al 2018. Una giuria in Missouri emette un verdetto in cui collega una polvere di talco utilizzata da J&J con venti tumori alle ovaie. Il conto è salatissimo: 25 milioni a ogni donna più 4 miliardi di danni punitivi. Cifra poi dimezzata in corte d’appello.

Johnson & Johnson Missouri
Gail Ingham, parte civile nella causa del Missouri, fuori dal tribunale con gli avvocati dopo il verdetto contro Johnson & Johnson

A nulla valgono i tentativi del colosso di svincolarsi dal problema: sempre più studi svelano come il borotalco contenesse amianto e sia l’origine di tumori alle ovaie e ai tessuti che ricoprono gli organi interni (i cosiddetti mesoteliomi). Da 20 le denunce salgono a oltre 250mila, la gran parte concentrate nello stato del New Jersey. J&J nega gli illeciti, definendoli «pretestuosi e privi di sostegno scientifico» ma sospende la vendita della Baby Powder tra gli Stati Uniti e il Canada. E dal 2023 ritira il prodotto su tutti i mercati.

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