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Attentato a Monaco, un’auto si è lanciata sulla folla provocando diversi feriti

È di nuovo terrore in Germania, il 13 febbraio un’auto si è lanciata contro la folla a Monaco. Per ora sono quasi 30 i feriti. Sull’attentatore sono arrivati i dettagli quasi subito. Farhad N., 24 anni nato a Kabul, in Germania ci è arrivato passando per l’Italia nel 2016. È il terzo attentato nel Pese in tre mesi. A 10 giorni dalle elezioni più attese di tutta Europa, si riapre ora un ventaglio di opzioni. Ma tutte queste si concentrano su un unico aspetto: la sicurezza. È una parola che ormai viene ripetuta in continuazione ovunque. Eppure, sembra che la Germania abbia fallito in pieno su questo fronte.

Cosa è successo e chi è l’attentatore

Farhad N. non era sconosciuto alle forze dell’ordine. Arrivato a Reggio Calabria nel 2016 è riuscito a raggiungere la Germania nel 2017. Palestrato, sguardo attento, ha seguito uno schema lineare per il suo attentato. Si è lanciato con un’auto bianca sopra alla folla, per ora i feriti sono quasi 30 anche donne e bambini. Si tratta di una tattica definita “taglia-erba”, che si sostituisce all’utilizzo di un’ascia o di un fucile. Il risultato è altrettanto tragico, anche perché è un’arma che può essere adottata da tutti e che dimostra le crepe di una società fragile.

Farhad non è stato fermato perché di lui si erano perse le tracce. Era stato identificato nel 2016 appena arrivato in Italia. Giunto in territorio tedesco ha catturato l’attenzione della polizia per reati minori. Solo di recente avrebbe manifestato le sue posizioni con dei post sui social in cui evidenziava la sua affiliazione all’estremismo islamico. In realtà Farhad era in possesso di un permesso di soggiorno e aveva un regolare impiego a Monaco. Comunque, sono ancora in corso le indagini.

Le elezioni fra 10 giorni

È un momento nevralgico per la Germania, già toccata da episodi sanguinosi. L’ultimo a Natale, quando un medico saudita si è scagliato sulla folla ai mercatini di Magdeburgo a bordo di un BMW. Forse è per questo che il panorama politico è stato chiaro, «nessuna clemenza» ha dichiarato Olaf Scholz. Il cancelliere ha aggiunto anche che l’attentatore sarà espulso e sconterà la sua pena nel paese d’origine, l’Afghanistan.

Dello stesso avviso anche la ministra dell’Interno Nancy Feaser, «lo Stato deve manifestare massima durezza» ha detto. Si è esposta l’opposizione. Friedrich Merz sottolinea che la sicurezza sarà una delle proposte principali per il suo partito. Così anche la leader dell’estrema destra Alice Weidel, «va cambiata la politica migratoria» dice.

Inevitabilmente, qualsiasi sarà il risultato il 23 febbraio, ci si aspetta una stretta sulle politiche migratorie in Germania. Ma il tema migranti è solo uno dei problemi che toccano il prossimo Governo. Economia stagnante, la guerra in Ucraina e il fianco est scoperto. Preoccupano la scena politica tedesca forse ancora di più.

Francesca Neri

Laurea triennale in Storia Contemporanea all'Università di Bologna. Laurea Magistrale in Scienze Storiche e Orientalistiche all'Università di Bologna, con Master di I Livello in African Studies all'Università Dalarna.

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