Giornalismo e digitale, trasparenza e dialogo per un’informazione di qualità

Il giornalismo e il mondo dell’editoria hanno subito negli ultimi anni una trasformazione gigantesca, paragonabile a pochi altri momenti storici. Oggi si fa informazione in un modo che dieci anni fa sarebbe stato impensabile. Si citano così tanto i big data, l’intelligenza artificiale e gli algoritmi, che a volte questi temi perdono significato, e forse ci si dimentica che alla base di tutto questo parlare c’è la formazione pubblica e la necessità di rendere la democrazia sempre più solida nei paesi. Il fatto è che, però, grazie a queste innovazioni, i percorsi che la formazione pubblica segue possono passare per sentieri sconosciuti, aumentando i possibili rischi. Per scongiurare eventuali pericoli, e comprendere come muoversi al meglio in questo “giornalismo reingegnerizzato” è bene conoscere al meglio le nuove piattaforme e «trovare il modo giusto per interloquire tra tutti gli attori» come ha detto Carlo Verna, presidente del Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti. 

 

Da qui l’idea della tavola rotonda organizzata all’Università Iulm per mettere a confronto le idee del rappresentante del mondo giornalistico Carlo Verna, con quelle dei big del web, come Google e Facebook, rappresentate rispettivamente da Simona Panseri, direttore comunicazione e public affairs per il Sud Europa di Google e da Laura Bononcini, responsabile dei rapporti istituzionali e degli affari regolamentari di Facebook per il Sud Europa. A presentare e mediare l’incontro Daniele Manca, direttore del Master in Giornalismo Iulm e vicedirettore del Corriere della Sera.

Tanti i temi affrontati, dalle policy di trasparenza dei grandi gruppi Google e Facebook e la lotta alle fake news, fino ad arrivare alla recentissima Normativa europea sul Copyright, approvata il 26 marzo scorso. Le rappresentanti delle piattaforme tech nate nella Silicon Valley hanno illustrato come entrambe le aziende abbiano a cuore l’informazione di qualità e la tutela dei contenuti: Facebook lotta quotidianamente contro la disinformazione dilagante sulla piattaforma, tanto da aver reclutato operatori di fact-checking per scandagliare e minare le notizie fake; Google invece aveva già attuato meccanismi di tutela del diritto d’autore prima dell’approvazione della Normativa europea, specialmente su Youtube. Per Verna, però, la trasparenza sulle azioni e sulle decisioni delle piattaforme non basta: «È importante capire come evitare che il flusso enorme di contenuti e dati possa portare a meno coscienza critica negli utenti. Siamo disposti a negoziare, a essere vostri interlocutori di questo processo di trasparenza».

Il dialogo, quindi. Trovare un punto di incontro tra le varie visioni. Ecco il nodo cruciale della questione. Oltre al fatto che oggigiorno non esiste una soluzione unica per tutte le realtà. Ciò che funziona per Google, non è corretto per Facebook, e può non esserlo per editori e giornalisti. Ecco perché è necessario che tutti comunichino nel modo più trasparente possibile, come ha ribadito il presidente dell’Ordine Verna. «È evidente che anche voi abbiate bisogno di personificazione per vendere di più, mentre noi di trasparenza. Le tecnologie sono grandissime opportunità, il web è un mare d’informazione, ma che come tutti i mari ha i suoi potenziali rischi, e noi dobbiamo ridurli al minimo e realizzare i suoi fini. Il nostro è interesse sociale».



Alice Scaglioni

Ho frequentato il Master di Giornalismo IULM. Mi occupo principalmente di economia, tecnologia ed esteri. Scrivo per il Corriere della Sera, redazione Economia, PrimaOnline e D la Repubblica, nella sezione DYoung. Fan di Twitter, dove condivido tutto quello che scrivo (@alliscaglioni)

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