Covid, primo caso di variante sudafricana in Italia all’aeroporto di Malpensa

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La variante sudafricana del Covid-19 sbarca anche in Italia. Il primo caso è stato identificato all’aeroporto di Malpensa, al confine tra Milano e la provincia di Varese. A comunicarlo è stata l’Agenzia di Tutela della Salute dell’Insubria.

L’uomo sarebbe rientrato nei giorni scorsi da un Paese dell’Africa australe e si sarebbe sottoposto al tampone come da prassi. Il verdetto del Laboratorio di Macrobiologia dell’Ospedale di Varese avrebbe indicato così la positività alla variante sudafricana, fino ad allora mai isolata in Italia. Immediato il ricovero dell’uomo presso il reparto di Malattie infettive diretto dal Professor Paolo Grossi, anche se attualmente non si conoscono le sue condizioni di salute.

«Il campione – ha fatto sapere in una nota l’Azienda Sanitaria Sette Laghi, che gestisce l’ospedale – sarà inviato per la conferma prevista all’Istituto Superiore di Sanità a Roma».

Se l’infezione sarà ratificata, si tratterebbe del secondo caso in cui un nuovo ceppo del virus passa per Malpensa. La prima, avvenuta il 26 gennaio scorso, quando sempre all’aeroporto si identificò la variante brasiliana. In quel caso, il passeggero stava ritornando da Madrid. 

Cosa cambia con la variante sudafricana

«La variante sudafricana mostra un’enorme resistenza agli anticorpi del virus originale» aveva scritto qualche settimana fa CBS News. L’emittente televisiva americana aveva infatti avuto accesso al laboratorio ad alto rischio batteriologico di Durban, Sudafrica, dove si studiano le nuove mutazioni di Covid-19.

Il ceppo sudafricano, per gli esperti 501 Y.V2, si trova nel Paese dallo scorso agosto ed è probabilmente il maggiore responsabile della seconda ondata che Città del capo sta fronteggiando da Natale. Infatti questa variante del virus, pur essendosi rivelata meno mortale, è più contagiosa delle sue versioni già conosciute in Europa e nel mondo. Inoltre, sembra essere molto più resistente agli anticorpi e, di conseguenza, anche ai vaccini sviluppati in questo periodo. Dunque è fondamentale limitarne la diffusione.

Giorgia Colucci

Classe 1998, vivo tra Varese e Milano, ma mi appassiona il mondo. Curiosa su tutto, scrivo di ambiente, di diritti e di casa mia su Il Fatto Quotidiano.it. Oltre a collaborare con Master X, parlo di rock ai microfoni di Radio IULM e di Europa a quelli di Europhonica. Per non farmi mancare niente, anche di cinema su Recencinema.it. Nel 2018 ho pubblicato "Vorrei mettere il mondo in carta", una raccolta di poesie per I Quaderni del bardo Edizioni

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