In occasione di Bookcity la Libreria Baravaj (via Cesarino, 7) ha allestito, per il secondo anno consecutivo, una mostra davvero particolare: Cose che si trovano nei libri. Federico Valera, proprietario e curatore, ha spiegato che l’idea è nata sfogliando i libri usati acquistati per il proprio negozio. Molto spesso gli ex proprietari dimenticano all’interno dei testi diversi oggetti “che a volte sono più interessanti ed evocativi dei libri stessi”.
La mostra raccoglie quindi tutti i materiali raccolti da Federico nell’ultimo anno con le relative didascalie, che spiegano a quale periodo risalgono e in quale volume sono stati ritrovati. In alcuni casi infatti c’è un chiaro nesso tra l’oggetto e il libro, come la carta da gioco ritrovata ne Il castello dei destini incrociati di Italo Calvino, in altri invece il collegamento è meno chiaro.
Quali sono gli oggetti ritrovati quest’anno? Sicuramente il caso più divertente è quello della fotografia di in bianco e nero di un ragazzo in costume da bagno che, dopo essere stata ritagliata e incollata su una scatola di fiammiferi, è stata utilizzata come segnalibro per una Bibbia edita nel 1950. Ma ci sono anche ricordi più tristi: in Memorie di un fuoriuscito di Salvemini c’era una lettera di Renato, giovane soldato che durante la seconda guerra mondiale raccontava ai genitori di essere stato ferito in combattimento.
In una guida Touring del 1965 sono invece state trovate una lettera d’amore e una poesia in dialetto marchigiano che risalgono addirittura al 1917. In una copia di Lo spirito della Nuova Inghilterra del 1962 hanno ritrovato tre cartoline, tutte provenienti dalla Gran Bretagna e indirizzate al signor Dolfini: l’uomo, come si vede dai diversi indirizzi, ha cambiato residenza varie volte nel corso del tempo. Ci sono poi numerosi inserti pubblicitari, tra cui quello di un ricco negozio di porcellane fotografato nel 1939 che oggi invece è sfitto e abbandonato. Non mancano biglietti del tram e del treno e una bolletta della Sip risalente agli anni ’80.
(ef)