Valle d’Aosta, Tari ridotta se doni il cibo ai poveri

Combattere lo spreco alimentare e tendere la mano a chi sta peggio di te. È quello che stanno provando a fare a Pont-Saint-Martin, in Valle d’Aosta, con una recente modifica al regolamento della Tari, la tassa sui rifiuti per le attività commerciali.

La proposta, pensata dal vicesindaco con delega alle politiche sociali Fabio Badery, è stata approvata dal consiglio comunale e prevede per «le utenze non domestiche relative ad attività commerciali, industriali, professionali e produttive in genere, che producono o distribuiscono beni alimentari» e che, a titolo gratuito «cedono, direttamente o indirettamente, tali beni alimentari agli indigenti e alle persone in maggiori condizioni di bisogno, ovvero per l’alimentazione animale, l’applicazione di un coefficiente di riduzione della tariffa proporzionale alla quantità dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita e oggetto di donazione».

In sostanza commercianti, esercenti, artigiani e ristoratori di Pont-Sant-Martin potranno ricevere un rimborso della quota variabile della Tari a fronte di una donazione ad associazioni senza scopo di lucro di derrate alimentari. Per poter accedere al beneficio, il donante, nell’arco di un anno dovrà cedere, in almeno due occasioni, un quantitativo superiore a 50 kg e presentare entro il 30 aprile dell’anno successivo una richiesta con documentazione allegata comprovante il quantitativo delle cessioni effettuate, e un’attestazione rilasciata dagli enti donatari.

Successivamente l’ente procederà alla riduzione della Tari dell’anno, con sconti fino al 20%, o al rimborso diretto mediante accredito sul conto corrente del donante. «I limiti sono volutamente ridotti e la parte burocratica particolarmente snella» spiega in una nota l’amministrazione comunale, «per permettere l’accesso a questo riconoscimento a tutte le attività interessate, anche quelle di ridotte dimensioni e pertanto meno strutturate». Meno alimenti in scadenza gettati nei rifiuti, meno spese di smaltimento e più sorrisi per chi riceverà quel cibo di cui ha tanto bisogno.

Niccolò Bellugi

Senese, laureato in Scienze Politiche. Da toscano capita che aspiri qualche consonante, ma sulla "c" ci tengo particolarmente: Niccolò, non Nicolò. La mia è una sfida: mascherare il mio dialetto originario per poter lavorare in televisione o radio. Magari parlando di Sport. Ma tutto sommato va bene anche un giornale, lì non ho cadenze di cui preoccuparmi.

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