Sequestro milionario al truffatore che si finse rabbino per rubare un Renoir

Diamanti in casa e auto di lusso in garage, ma in banca un conto non all’altezza di quel tenore di vita. Il protagonista di questa vicenda, a cui la Divisione Anticrimine di Milano oggi giovedì 14 maggio ha sequestrato beni per due milioni di euro, non è un comune evasore ma un genio della truffa.

Col metodo cosiddetto del “rip deal” e con diversi alias, Nenad Jovanovic, pluripregiudicato 46enne di origini croate, ha sottratto alle sue vittime cifre a sei zeri, preziosi gioielli, persino – travestendosi da rabbino – opere di Renoir e Rubens.

IL SEQUESTRO D’ORO

Le indagini della Divisione anticrimine hanno consentito di sequestrare due appartamenti: uno di 8 vani a Trezzano sul Naviglio e uno di 4 locali a Sedriano, entrambi in provincia di Milano. Confiscata inoltre una Mercedes Classe A AMG, braccialetti tennis con diamanti incastonati, saldi di rapporti bancari in via di quantificazione. Per rendersi credibile nelle sue false identità, Jovanovic ha tenuto un elevato tenore di vita con abiti griffati, gioielli e auto di grossa cilindrata come una Ferrari 360 Modena Spider e un’Audi A6.

 

(Foto dell’abitazione e dei preziosi sequestrati al 46enne croato)

 

L’ultimo episodio risale allo scorso dicembre, quando è stato indagato in stato di libertà dalla Squadra mobile di Milano per truffa aggravata in concorso. Sotto mentite spoglie di facoltoso acquirente si è impossessato di un grosso diamante del valore di oltre 3 milioni di euro, pagato con un borsone di banconote da 200 euro rivelatesi tutte false.

CAMUFFATO DA RABBINO PER UN RUBENS E UN RENOIR

È da blockbuster invece l’espediente con cui, nel 2018, ha trafugato a un gallerista la “Sacra famiglia” di Peter Paul Rubens e “La fanciulla sul prato” di Pierre Auguste Renoir. Un furto dal valore complessivo di oltre 26 milioni di euro. Spacciandosi per rabbino israeliano rappresentante della comunità ebraica milanese, ha organizzato un incontro con la vittima in un locale adiacente ad un Consolato generale e in uso a un’agenzia, facendogli credere che si trovassero nell’ente diplomatico.

Convinto il gallerista a depositare i quadri in un locale del presunto consolato e condotta la vittima in un’altra stanza, si è allontanato con una scusa per scappare con le opere d’arte. I quadri sono stati ritrovati in un campo nomadi nel Nord Italia e lui è stato arrestato per furto aggravato e sostituzione di persona.

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