Rivoluzione in Myanmar, la mostra fotografica di Memora

Fotografie crude, sguardi profondi e realistici che lasciano un senso di angoscia e apprensione. È ciò che emerge dalla mostra “Rivoluzione in Myanmar”, del fotografo Carlo Cozzoli, esposta presso la chiesa sconsacrata di San Carlo alle Rotonde a Milano. Circa 15 immagini che hanno lo scopo di rappresentare la rivoluzione in Myanmar. Una guerra civile riesplosa nel 2021 e che l’ideatore della mostra ha avuto la possibilità di riportare nel 2023. “Rivoluzione in Myanmar” è stata inaugurata il 21 marzo e sarà visitabile fino al 25 maggio.

 

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La rappresentazione della guerra

“In Myanmar la popolazione è prevalentemente buddhista”, spiega Carlo Cozzoli. “Si tratta di un aspetto importante perché quando succede qualcosa, quando muore qualcuno, le persone ridono” – continua Carlo – “lo fanno per non portare malaugurio a chi sta soffrendo”. È un punto centrale quello raccontato dal fotografo per comprendere appieno le immagini impattanti che circondano la sala.

Una delle fotografie principali ritrae un ragazzo di 18 anni che imbraccia un fucile. Sguardo fiero, testa alta, nessuna paura della morte. È Mari-oo, come si può leggere nella didascalia, uno studente birmano il cui unico desiderio è quello di tornare a studiare informatica. Poi lo sguardo si blocca su un’immagine presa di schiena. Maui, 31 anni, generale di una delle formazioni rivoluzionarie, ogni anno si fa tatuare sul dorso i segni di conteggio per ricordare i suoi soldati caduti in battaglia.

Sul lato destro la traiettoria visiva si interrompe su un ragazzo che lancia un drone. È un combattente del Karenni Nationalities Defense Force, una delle unità più operative. “Quel drone è caduto dopo circa 20 metri”, dice Carlo un po’ divertito. Le fotografie sono tante e tutte quante raccontano una storia precisa. Ciò che funge da filo conduttore è un grande senso di adattamento che, nello spettatore, stimola una maggiore comprensione delle dinamiche del Myanmar.

Carlo Cozzoli

Carlo ha avuto la capacità di cogliere il senso profondo della guerra civile. Gli occhi dei personaggi, i movimenti, le mani. Tutto è stato racchiuso in fotografie assolutamente naturali. Il fotografo, per portare a termine il suo progetto, ha trascorso un mese e mezzo in Myanmar. Ha avuto la possibilità di collaborare con diverse testate internazionali grazie alla sua abilità nel raccontare storie individuali.

Dal 2023 Carlo Cozzoli è co-fondatore di Memora. Si tratta di un collettivo di fotografi impegnati nella documentazione della storia contemporanea attraverso fotografie e reportage incentrati sulle persone e sul mondo che ci circonda.

Francesca Neri

Laurea triennale in Storia Contemporanea all'Università di Bologna. Laurea Magistrale in Scienze Storiche e Orientalistiche all'Università di Bologna, con Master di I Livello in African Studies all'Università Dalarna.

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