Un post su Facebook con i dati di vendita dei dodici libri selezionati per il Premio Strega di quest’anno ha generato scalpore tra gli appassionati di letteratura. Il post è stato realizzato da Riccardo Cavallero, fondatore della casa editrice Sem, il 5 aprile, poco dopo che la giuria del Premio aveva reso noti i titoli dei dodici libri semifinalisti. I dati, provenienti dalla Gfk, società esperta in ricerche di mercato, fotografano il numero di copie vendute per titolo al 31 di marzo. Cifre apparentemente deludenti, che sembrano gettare un’ombra – una volta di più – sull’editoria italiana. Un’analisi più approfondita dei dati in questione permetterà di contestualizzarli e spiegarli in maniera più completa.
L’indignazione mediatica
Un post che ha stregato migliaia di appassionati di libri. Pubblicando i dati di vendita della dozzina candidata al Premio Strega 2024, Cavallero ha alzato un polverone tra i bibliofili italiani. I follower del fondatore della casa editrice Sem hanno commentato la tabella postata con frasi di indignazione e sconforto. E hanno interpretato il basso numero di copie vendute come l’ennesimo sintomo della cattiva salute del mercato editoriale in Italia. Una bomba mediatica, totalmente inaspettata per gli addetti ai lavori. Che hanno reagito all’imprevista divulgazione di numeri che solitamente non escono dai circoli interessati.
Come mostra la tabella relativa ai dati del 31 marzo, la scatenata dozzina giunta in semifinale presenta differenze notevoli nel numero di copie vendute dalle diverse case editrici. L’occhio degli appassionati, in particolare, è caduto sulle cifre irrisorie associate alla maggior parte dei titoli. La metà, infatti, non raggiunge le duemila copie, e ce n’è solo uno che supera le 50mila. Oltre a ciò, se consideriamo le vendite totali dei dodici, la soglia delle 100mila copie viene passata per poco: si tratta di un dato tutt’altro che positivo per le casse degli editori.
Una lente sui numeri
Ma che cosa c’è sotto queste cifre? Per rispondere a questa domanda bisogna partire da una premessa decisiva. Chi ha pubblicato questi dati l’ha fatto il giorno in cui la giuria dello Strega ha reso noti i dodici titoli che hanno avuto accesso alla semifinale, ovvero il 5 aprile. Le cifre delle vendite, invece, si riferiscono al 31 marzo, quando la dozzina non esisteva ancora e i dodici libri selezionati in seguito facevano parte del gruppo delle 82 opere proposte dagli “Amici della domenica”, il Comitato direttivo che cura il Premio. Una scrematura importante, dunque, che solitamente conferisce maggiore visibilità ai titoli in lizza per la finale. In quest’ottica, l’esclusione di tale fattore cronologico dalla valutazione dell’andamento delle vendite dei dodici libri non permette di comprendere se questi abbiano risentito, e in che misura, della cernita operata dal Comitato.
A questo primo punto, si affianca una doverosa analisi delle case editrici responsabili delle pubblicazioni delle dodici opere. Per i meno esperti in materia, occorre precisare che c’è una netta disparità tra i diversi editori in gara. Da una parte, ci sono i grandi gruppi editoriali, come Mondadori (che comprende al suo interno Einaudi), Rcs Media Group (che controlla anche Bompiani e Rizzoli) e Feltrinelli (che gestisce anche Sem). Dall’altra, ci sono le case editrici indipendenti, realtà spesso piccole e libere dalle logiche commerciali dei colossi editoriali, quali Fazi, Nutrimenti, Minimum Fax, Bompiani, Sellerio e La Nave di Teseo.
Per dimensioni e vocazione, i due insiemi di case partecipano a campionati diversi. Se da un lato, infatti, Mondadori, Rcs e Feltrinelli dispongono di una capacità di acquisto e diffusione molto ampia, dall’altro le case più piccole presentano un’offerta libraria più contenuta e con ricavi inevitabilmente inferiori.
La questione del tempo
Tuttavia, per capire l’effettivo rendimento di un libro e non fermarsi al colpo d’occhio della tabella, è necessario introdurre il parametro del tempo di permanenza di un libro sugli scaffali. Dal momento che un libro per accedere alla selezione del Premio Strega deve essere pubblicato a partire dal marzo dell’anno precedente alla premiazione, è possibile che in gara ci siano opere edite prima di altre. Valutare i numeri in assoluto, dunque, non permetterebbe di capire l’effettivo gradimento del pubblico nei confronti di un certo autore. Per tale ragione, occorre considerare il numero di copie vendute mediamente ogni giorno. Di seguito una tabella che mette in ordine decrescente le opere della dozzina, secondo il parametro delle copie vendute al giorno.
Sulla base di questo ragionamento, è possibile fare delle considerazioni interessanti in merito all’effettivo rendimento di un’opera a partire dalla sua comparsa in libreria. Il dato più rilevante, infatti, non è più il numero assoluto di copie vendute, che viene ridimensionato una volta messo a rapporto con i giorni passati sugli scaffali delle librerie (o nei siti di vendita online).
Cambia il quadro
In questa nuova luce ciò che più conta è il numero di copie vendute giornalmente, vero indice dell’andamento dei libri in questione. Ecco dunque che, come da aspettative, prevalgono i titoli pubblicati da rinomate case editrici, come Sellerio, Einaudi e Feltrinelli, forti del loro potere promozionale e di decine di punti vendita. Ancora più scontata la presenza, in cima alla riordinata classifica, di autrici note al grande pubblico come Chiara Valerio e Donatella Di Pietrantonio (già candidata al Premio Strega e vincitrice del Premio Campiello).
Ma non mancano le sorprese: una di queste è Valentina Mira, che con il suo Dalla stessa parte mi troverai, edito dalla giovane SEM (fondata nel 2016), scalza titoli editi dalle ben più quotate Rizzoli, Mondadori e Bompiani, e distanzia un’autrice come Melissa Panarello, caso editoriale del 2003 con il vendutissimo 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire. Insomma, la classifica redatta in considerazione delle copie vendute giornalmente restituisce un quadro diverso, invitando a riflettere su quanto l’editore e la data di pubblicazione siano fondamentali per comprendere la performance commerciale dei libri in gara per il più famoso premio letterario italiano.
Considerazioni precoci
Un altro elemento da tenere presente in questo frangente riguarda il periodo preso in considerazione. Come detto, i dati di vendita della dozzina risalgono al 31 marzo. Alcuni libri hanno da poco raggiunto le librerie, mentre altri vi sono stati immessi mesi prima. Ora, per comprendere appieno la rilevanza dei numeri pubblicati, occorre chiedersi se non sia troppo presto per decretare un sostanziale fallimento nelle vendite dei libri candidati.
La selezione dei cinque finalisti sarà il 5 giugno e la proclamazione del vincitore avverrà il 4 luglio: è probabile che in questi due mesi sempre più lettori si interessino alla dozzina e che il quadro complessivo possa essere soggetto a mutamenti. In questo senso, dunque, la precocità della diffusione dei dati relativi incassi rispetto alla data di assegnazione del premio potrebbe restituire un’immagine parziale del riscontro effettivo dei libri sul pubblico.
Cavallero, lo sprovveduto?
Alla luce delle considerazioni emerse dall’analisi, si può sostenere che i dati relativi alle vendite della dozzina semifinalista per il Premio Strega siano parziali, o comunque non appropriatamente contestualizzati. Difficile comprendere quali siano state le intenzioni dell’autore del post. È possibile che Cavallero, cavalcando l’ondata emotiva del mondo social, abbia voluto far convergere l’attenzione pubblica su questo premio letterario.
Sfruttando Facebook come cassa di risonanza, il fondatore di Sem potrebbe aver innestato un circolo virtuoso per gli autori in gara. In particolare, per la sua autrice in gara, Valentina Mira, il cui libro Dalla stessa parte mi troverai risulta sesto nella classifica delle vendite giornaliere dei dodici. Non male per una casa sì associata alla big Feltrinelli, ma che comunque presenta un catalogo ristretto e dimensioni aziendali modeste.
Questa, tuttavia, rimane un’ipotesi. Quel che è che certo, però, è che Cavallero ha seminato il caos tra addetti ai lavori e bibliofili. Ha mostrato al pubblico del web che, per l’ennesima volta, il re era nudo, fomentando lo sconforto nei grandi appassionati di libri e dando adito a un discorso medio che considera l’editoria un mondo distante dalle esigenze delle persone.
Mai giudicare il libro dalla copertina, però. L’apparenza di certi numeri può indurre a ragionamenti che poco hanno a che fare con la realtà. Una più approfondita analisi degli elementi sottesi alle cifre divulgate ha mostrato ancora una volta l’importanza di contestualizzare le informazioni che si ricevono all’interno di una cornice più ampia.