«Inammissibile», questa la parola utilizzata dalla Presidente del Senato Elisabetta Casellati, per definire l’emendamento alla manovra sulla cannabis leggera. Il testo per legalizzare la cannabis light (che non deve superare lo 0,5 di THC, il principio attivo che procura effetti psicotropi), era stato presentato alcuni giorni fa dai senatori del Movimento Cinque Stelle Matteo Mantero e Francesco Mollame. Sarebbe dovuto entrare in vigore a partire da gennaio 2020, ma oggi, il 16 dicembre, è stato bocciato. Nell’aula di Palazzo Madama i due senatori del M5S hanno accusato la Presidente di essere stata influenzata dalla «pressione della sua parte politica». La Casellati si è però difesa, spiegando che è stata solo una “decisione tecnica” e ha aggiunto: «Se ritenete questa misura importante per la maggioranza, fatevi un disegno di legge».
Lo stop alla #Cannabislight è un segnale gravissimo di cui la Presidente Casellati dovrà assumersi la responsabilità. Oltre 3000 imprese e 12000 famiglie lo attendevano. #canapa #canapalegale
— Maria Laura Paxia (@LauraPaxia) December 16, 2019
Entusiasta è stata invece la Lega, che ha applaudito la decisione. «Ci tengo a ringraziare il Presidente del Senato, a nome di tutte le comunità di recupero dalle dipendenze che lavorano in Italia e a nome delle famiglie italiane, per aver evitato la vergogna dello Stato spacciatore», ha detto Matteo Salvini.
Bloccata in Senato la vergognosa norma sulla coltivazione e la distribuzione di “droga di Stato”.
NO allo Stato spacciatore, la battaglia della Lega non si fermerà mai! pic.twitter.com/rtdWYyPuI9— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) December 16, 2019
Soddisfatta si è dimostrata anche Giorgia Meloni, che fuori dall’aula ha sottolineato come l’inamissibilità dell’emendamento sia «una vittoria di Fratelli d’Italia. Una vittoria di chi si batte per una vita libera da ogni droga, che abbiamo condotto al fianco delle comunità terapeutiche, degli operatori del servizio pubblico e delle associazioni». La leader di FDI, ha aggiunto: «La droga non è mai leggera o innocua e noi continueremo a ribadirlo in ogni sede».
Il testo, inserito nel pacchetto di emendamenti approvati in commissione Bilancio, sanciva che l’uso della canapa sarebbe stato consentito in forma essiccata, fresca, trinciata o pellettizzata per fini industriali, commerciali ed energetici. La canapa sarebbe stata inoltre sottoposta ad un’imposta di fabbricazione, applicando al prezzo di vendita le aliquote percentuali di 12 euro per mille chilogrammi, per ogni punto percentuale di cannabidiolo (CBD) presente nella biomassa.