Frustrazione, emergenza migratoria e instabilità governativa. Una triade emblema del clima politico tedesco, dopo il fallimento della proposta di legge sulla stretta ai migranti e la mobilitazione di massa per ribadire il no all’apertura all’AfD, l’estrema destra.
La sconfitta di Merz
La rabbia generale è scattata mercoledì 29 gennaio, quando il cancelliere di Cdu, Friedrich Merz, aveva presentato una mozione non vincolante in tema di migrazione. Un testo approvato grazie all’appoggio di Afd: una svolta epocale in quanto primo tentativo di collaborazione tra le due fazioni. Venerdì 31 gennaio, la situazione si è ulteriormente infiammata con la proposta, da parte di Merz, di una mozione per la regolazione delle richieste d’asilo.
Le norme avrebbero previsto, per esempio, l’impossibilità di ricongiungimento dei famigliari per chi ha ottenuto il diritto alla protezione e l’ampliamento delle competenze della polizia federale. Provvedimenti che, secondo Merz, sarebbero necessari per impedire la proliferazione di atti di violenza da parte di stranieri non regolari. Ma rispetto a quella di mercoledì, non ha ottenuto successo. Su 693 deputati, 338 hanno votati si, 350 no (esponenti di Spd e Verdi) e cinque si sono astenuti. Inoltre, erano assenti dodici parlamentari della Cdu-Csu e sedici liberali.
«No all’Afd»
Il tentativo fatto dal leader, con la mozione in tema di immigrazione e il sostegno dell’ultradestra, ha generato una bufera tra i cittadini. Intimoriti da un possibile governo di coalizione con l’Afd, sono sfilati circa 200mila tedeschi per le strade di Berlino, Amburgo, Lipsia e altre città. Una manifestazione dettata dallo slogan «Noi siamo il Brandmauer», la barriera contro l’ultradestra, e dal tentativo di bloccare gli ingressi alle sedi della Cdu. Di fronte a queste turbolenze, Merz ha sostenuto «È stato detto più volte chiaramente: non ci sarà alcuna collaborazione fra noi e AfD. Noi lottiamo per avere maggioranze nel centro del nostro sistema democratico». Il governo “semaforo”, composto da Spd (socialdemocratici), Fdp (liberali) e Verdi, che caratterizzava la Germania è ormai crollato. Ma il cancelliere propenderebbe per una sorta di “programma blitz”, con il piano dei conservatori sull’immigrazione.
Elezioni incerte
Le manifestazioni sono sintomatiche di un’iniziativa politica molto discussa. Oltre che di un timore generale per la presenza consolidata dell’Afd nella scena governativa. Partito che ha visto un aumento esponenziale dei consensi, attestandosi intorno al 20% per le prossime elezioni del 23 febbraio. La situazione risulta incerta e l’appuntamento elettorale potrebbe riservare grandi cambiamenti politici. Merz dovrà negoziare con i potenziali alleati: dato che i liberali non bastano per raggiungere la maggioranza, diventa fondamentale l’appoggio di Spd e dei Verdi. Coalizione difficile da pensare dopo gli scontri avvenuti al Bundestag. Le domande centrali ora sono: quanto incideranno le mozioni di Merz sui sondaggi? E che effetto avranno sul futuro politico del cancelliere?