Il voto in India non ha premiato Nerendra Modi. In cinque stati si è infatti votato tra maggio e aprile 2021 per rinnovare i parlamenti locali. Il premier, del partito nazionalista Bharatiya Janata Party (BJP), ha perso in tre di questi. Anche nel Bengala Occidentale, che, con la Capitale Calcutta e i suoi circa 100 milioni di abitanti, è il più importante in termini di voti.
L’attesa tra le critiche
I risultati delle elezioni sono stati annunciati il 2 maggio 2021. Considerate il giro di boa per l’attuale governo indiano, Modi aveva fatto di tutto per vincerle. Si era persino attirato molte critiche da parte degli oppositori per i comizi, tenuti a beneficio di grandi folle, nonostante la pandemia di Covid-19. Complice anche una nuova variante autoctona, l’India sta affrontando infatti una lotta drammatica contro la seconda ondata del virus.
Si è votato nell’aprile 2021 negli stati del Bengala Occidentale, dell’Assam, del Tamil Nadu, del Kerala e nei territori di Puducherry. Nello stato di Calcutta la sfida era particolarmente accanita. Lì il BJP non ha mai vinto.
Modi si era fatto crescere una lunga barba bianca, per assomigliare al popolare poeta e filosofo bengalese Rabindranath Tagore. Ed era poi stato proposta come futuro capi del governo dal BJP l’attore indiano, Mithun Chakraborty, dopo il fallimento della candidatura l’ex capitano della nazionale indiana di cricket Sourav Ganguly.
Il trionfo di Didi
Gli elettori hanno però preferito al partito del premier Modi il Trinamool Congress di Mamata Banerjee. È il terzo mandato nella circoscrizione della politica detta Didi, sorella maggiore, ad oggi l’unica donna a capo del governo di uno stato indiano. Eletta per la prima volta nel 2011, Banerjee ha sconfitto quello che allora era il più longevo governo comunista del mondo, tra quelli eletti democraticamente.
Durante l’ultima campagna elettorale il suo gruppo aveva ripetutamente accusato il BJP e Modi per la rapida diffusione del virus nel Paese. Molto criticata anche la decisione della Commissione elettorale di far svolgere le elezioni in otto fasi, invece di raggrupparle in unica. Questa modalità, aggiunta ai numerosi comizi pubblici, avrebbe rappresentato un’ulteriore occasioni di contagio.
Di contro, Modi avrebbe tentato di screditare Didi presso la popolazione, prevalentemente induista del Bengala Occidentale. L’ha infatti accusata di aver favorito la minoranza musulmana dello stato – circa il 3o% – a discapito del resto della popolazione. L’ha poi più volte apostrofata come Begum, nomignolo di origine turca per principessa.
I risultati
Il Trinamool Congress ha ottenuto 213 dei 294 seggi nel parlamento locale del Bengala Occidentale. Il BJP si è fermato a 77, aumentando di gran lunga i 3 seggi che aveva ottenuto nel 2016, ma comunque considerati insufficienti per parlare di risultato soddisfacente.
Nello stato nord-orientale dell’Assam, già del BJP dal 2016, ha trionfato Sarbananda Sonowal. Mentre a sud, nel Tamil Nadu ha vinto, il Dravida Munnetra Kazhagam (DMK), il principale partito di opposizione locale di Muthuvel Karunanidhi Stalin. Nel Kerala invece è stata premiata l’alleanza di sinistra guidata dall’attuale capo del governo locale, Pinarayi Vijayan. Mentre i territori di Puducherry sono rimasti al partito locale All India N.R. Congress (AINRC), in alleanza con il BJP.