Covid: l’India collassa e il governo censura i tweet

Quanto ne sapete di censura sui social network? La recente tendenza delle piattaforme social ad accettare richieste di rimozione contenuti si è appena guadagnata un altro discutibile caso. È stato reso noto che Twitter ha cancellato, su richiesta del governo indiano, decine di post scritti, in parte, da personalità dell’opposizione. I tweet contenevano critiche dirette al governo sulla gestione della pandemia da coronavirus.

IL TRACCIAMENTO

Il coinvolgimento del governo indiano nella sparizione dei tweet è stato scoperto da Lumen, un progetto dell’Università di Harvard che tiene traccia dei post sui social network eliminati per ordini governativi o per questioni legali. Sono 52 i post che la piattaforma di Dorsey si è incaricata di eliminare. Le accuse riguardavano la cattiva gestione dell’emergenza sanitaria in corso con particolare critiche verso il Primo Ministro indiano Narendra Modi. Gli autori dei tweet risultano essere parlamentari e politici locali di partiti di opposizione, ma anche due registi e un attore.

LA CENSURA

Secondo quanto riporta la Bbc, un portavoce di Twitter ha confermato che è stata bloccata la visualizzazione di alcuni contenuti in India dal momento che violavano una legge locale e non le regole generali del social network. «Se si determina che (un contenuto, ndr) è illegale in una particolare giurisdizione, ma non viola le regole di Twitter, potremmo negare l’accesso al contenuto solo in India» ha fatto sapere la piattaforma di Dorsey. La richiesta di intervento da parte del governo indiano si basa sull’Information Technology Act, una legge del 2000 che permette di limitare la pubblicazione di materiale che il governo considera diffamatorio o che potrebbe incitare alla violenza.

L’India è il mercato più grande del mondo per YouTube (che nel Paese ha 530milioni di utenti), WhatsApp (422 milioni) Facebook (410 milioni) e Instagram (210 milioni di utenti).

Non è la prima volta che questo tipo di intervento accade. Twitter, insieme agli altri social network, è stato chiamato in causa anche durante le recenti proteste degli agricoltori indiani durante le quali molti tweet sono stati rimossi.

L’iniziativa censoria, una volta emersa, ha provocato nell’opinione pubblica indiana sdegno e proteste. Molte cittadini hanno criticato il governo indiano per essersi concentrato sulla “censura” mentre il Paese si trova nel mezzo di un “disastro umanitario”. In questo senso, per giustificare l’avvenuto, un funzionario del ministro dell’Elettronica e dell’Informatica indiano ha dichiarato al quotidiano The Hindu che era «necessario agire contro coloro che usano impropriamente i social media durante questa grave crisi umanitaria per scopi non etici».

Due uomini assistono ad una cremazione di massa a Nuova Delhi. 20 Aprile 2021.
LA SITUAZIONE IN INDIA

In India è in corso una grave crisi umanitaria e il Covid sta causando oltre 300mila nuovi contagi in 24 ore. Nello specifico i nuovi casi in un giorno sono stati 352.991, un dato che supera il record globale segnato il giorno precedente. Come riporta il Guardian, l’India nell’ultima settimana ha conosciuto un aumento cumulativo dell’89% dei decessi e un totale di 2,2 milioni di nuovi casi, il più alto aumento su sette giorni registrato da qualsiasi Paese. Oltretutto gli esperti parlano di dati sottostimati in quanto i numeri non includono i casi non confermati e molte morti attribuite a malattie preesistenti.

Le lunghe code per ricaricare le bombole d’ossigeno

I problemi principali sono l’alta carica virulenta, la carenza di ossigeno negli ospedali e la difficile gestione delle salme. A proposito di quest’ultimo è noto che i crematori e i luoghi di sepoltura sono sopraffatti, mentre le pire bruciano senza sosta, spesso senza più rispettare le pratiche religiose tradizionali. «Li bruciamo così come arrivano, è come essere in guerra» ha detto Mamtesh Sharma, responsabile di un centro crematorio a Bhopal. Gli ospedali sono pieni e le scorte di ossigeno disponibili per i pazienti sono finite, mentre il governo afferma che «nessuno nel Paese resta senza ossigeno».

La città più colpita resta la capitale, dato anche l’alto tasso di densità abitativa: New Delhi registra 25mila casi al giorno con un tasso di positività al 35%. Sulla copertura vaccinale le autorità della capitale indiana hanno annunciato che forniranno gratuitamente il vaccino anti-Covid a tutti coloro che hanno più di 18 anni «facendo uno sforzo per garantire che le dosi vengano acquistate presto e somministrate il prima possibile» dichiara il governatore Arvind Kejriwal.

Maria Oberti

Mi interesso di social media, cinema e rivoluzioni culturali. La nostra società si evolve in modo frenetico e per me è importante tendere l'orecchio e lo sguardo alle sue conseguenze. Rivoluzioni tecnologiche, tendenze sociali e libertà individuali sono gli stimoli che sento di più.

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