Il Times contro il panettone: “Meglio il pudding”

Impazza la polemica: meglio il pudding o il panettone

Perché detesto il panettone. Questo il titolo dell’articolo scritto dal food editor del quotidiano britannico The Times, Tony Turnbull, in cui si è scagliato contro il dolce tipico delle feste natalizie del Belpaese.

Turnbull ha detto: «Molto spesso è troppo dolce ed eccessivamente cotto. È buono solo quando, in prossimità della data di scadenza ad aprile, ci si fa un gigantesco pudding aggiungendoci il burro».

Il Christmas pudding è un budino di frutta secca. Viene realizzato con una base di uova, mandorle, spezie, canditi, zucchero, melassa e rum. La tradizione inglese vuole che venga servito flambé e decorato con un agrifoglio.

Il food editor ha poi continuato così: «Basta con il panettone, sospetto (e spero) che i dati di vendita non raccontino l’intera storia. Tanto per cominciare, molte persone preparano ancora il Christmas pudding, mentre nessuno prepara il proprio panettone a casa, quindi gli amanti del pudding vecchio stile non sono calcolati. Inoltre, sappiamo tutti che il fascino del panettone, con le sue belle confezioni, non sta nel mangiarlo ma nel regalarlo».

Le vendite britanniche

Turnbull ha pubblicato il suo attacco al panettone dopo che la catena di supermercati britannica Waitrose ha diffuso i dati delle vendite del dolce nel Regno Unito che, quest’anno, sono aumentate del 24%. Anche la catena di grandi magazzini Selfridges ha confermato la tendenza del 2023. Il tipico dessert italiano è infatti il favorito sulle tavole degli inglesi, in sostituzione al tradizionale pudding.

Il food editor ha poi concluso così: «Aperitivo insieme? Prendi un panettone. Regalo per un collega? Prendi un panettone. Un ringraziamento alla dog-sitter? Prendi un panettone. È come una grande partita di pass-the-parcel in cui l’obiettivo è quello di non rimanere con il pacco in mano alla vigilia di Natale».

Insomma, per Turnbull il panettone rappresenta più un qualcosa da regalare, giusto per non arrivare a mani vuote, piuttosto che un regalo gastronomico da gustare. Forse non sa però che quest’anno, sulla tavola di Re Carlo, come da tradizione nella Casa Reale britannica, sarà presente un panettone siciliano. A far trapelare la notizia è stato Nicola Fiasconaro, pasticciere dell’omonima azienda dolciaria siciliana.

La risposta di Iginio Massari

Sulla vicenda si è espresso anche il pluripremiato pasticciere bresciano Iginio Massari: «Una persona abituata a mangiare sempre pane e salame difficilmente può capire leccornie più elaborate: è una questione di palato. Il pudding è una ricetta antichissima e ricca di storia, ma è pur sempre un prodotto che chiunque può facilmente preparare a casa. Il panettone no, è un’opera di pasticceria che richiede studio ed esperienza».

Il pasticciere ha poi continuato: «La critica è sacrosanta. Ma ciò che ha scritto il giornalista britannico sul panettone è una scemenza e denota poca conoscenza di un dolce così complesso e elaborato. Quanti e quali panettoni ha mangiato Turnbull per dare un giudizio? Chi e come li aveva prodotti? Erano artigianali o industriali? Un commento come il suo è utile solo ad attirarsi le simpatie di qualche lettore inglese amante delle polemiche sterili. E poi, diciamocelo. Bisognerebbe promuovere e condividere tutto ciò che è buono e bello, non attaccarlo», ha concluso Massari.

Panettone Vs pudding, la diffusione

L’Italia è solo il terzo produttore di panettoni. Al primo posto si posiziona il Brasile, con 450 milioni di pezzi, e al secondo il Perù, con 35 milioni di pezzi.
Nulla a che vedere con l’influenza del Christmas pudding. Il tradizionale dolce delle feste inglesi, infatti, è diffuso solamente nei paesi di influenza britannica. La vendita del panettone, invece, negli ultimi tempi, sta crescendo anche in Cina, Giappone e Australia.

Una sfida ad armi impari quindi quella tra i due dolci, che, dati alla mano, viene vinta dal panettone, tipico delle festività natalizie.

 

A cura di Glenda Veronica Matrecano

Glenda Veronica Matrecano

Classe 2000. Milanese. Laureata in Comunicazione, Media e Pubblicità all'Università IULM. "Curiosa, solare e tenace", così mi descrive chi mi conosce. Mi appassionano, soprattutto, la cronaca e l'attualità ma anche tutte quelle tematiche che sono in grado di accendere il dibattito pubblico. Tra le tante, ho un'aspirazione che supera le altre: diventare giornalista televisiva.

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