Groenlandia, alle elezioni vince il centrodestra indipendentista

In Groenlandia trionfa il centrodestra: il partito social-liberale Demokraatit ha vinto le elezioni con circa il 30% dei consensi. A riportarlo è il canale pubblico Knr. Con questo risultato, l’indipendenza dalla Danimarca diventa uno dei temi centrali della nuova legislatura. Molto alta l’affluenza alle urne, superiore al 70%.

I risultati delle elezioni

Il voto è stato contraddistinto da un’ondata di nazionalismo. L’obiettivo infatti è che l’isola artica di 56mila abitanti raggiunga rapidamente l’indipendenza dalla Danimarca. E se da un lato i consensi del centrodestra sono triplicati rispetto al 9% ottenuto nelle elezioni del 2021 e i nazionalisti di Naleraq hanno ottenuto il 24,5%, dall’altra il governo uscente è in netto calo nonostante i pronostici. Infatti gli ambientalisti di sinistra di Inuit Ataqatigiit hanno raggiunto il 21% (-15% rispetto al 2021) e i socialdemocratici di Siumut il 15% (-14%). Tuttavia nessuno dei partiti ha ottenuto la maggioranza dei 31 seggi in Parlamento e quindi nei prossimi giorni si terranno i negoziati per formare una coalizione.

L’indipendenza dalla Danimarca

La rottura con la Danimarca non era sulla scheda elettorale, ma era nella mente di tutti. La Groenlandia infatti è in cammino verso l’indipendenza dal 2009 e i 31 parlamentari che verranno eletti determineranno il futuro dell’isola. Quattro dei cinque principali partiti in corsa hanno chiesto l’indipendenza, ma non sono d’accordo sul quando e sul come. Naleraq è il più aggressivo a favore dell’indipendenza, mentre Demokraatit è favorevole a un ritmo di cambiamento più moderato. «L’approccio all’indipendenza dipenderà in ultima analisi dalla decisione di Demokraatit di formare un governo di coalizione e, in tal caso, con quale partito» ha dichiarato Dwayne Menezes, direttore generale di Polar Research and Policy Initiative.

Le mire di Trump

Questa votazione era sotto stretta osservazione internazionale. La Groenlandia rappresenta una località strategica nell’Atlantico settentrionale e da qualche tempo è nel mirino di Donald Trump. Il presidente americano vorrebbe prenderne il controllo per sfruttare le sue terre rare, considerate fondamentali per l’economia globale. In una sessione congiunta del Congresso infatti il tycoon aveva affermato che gli Stati Uniti «la otterranno in un modo o nell’altro». «Dobbiamo essere trattati con rispetto», ha ribadito il premier della Groenlandia Mute Egede, poco prima che si aprissero le elezioni, «non siamo in vendita». 

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