Starlink è in corsa per la copertura satellitare della Lombardia. Lo ha confermato il presidente della Regione, Attilio Fontana, parlando del bando di gara – chiuso il 25 febbraio – per la sperimentazione di tecnologia satellitare per connessioni a banda ultra-larga. Pubblicato il 9 gennaio tramite Aria SpA, l’agenzia regionale per l’innovazione e gli acquisti, il bando ha il compito di selezionare i fornitori ai quali affidare lo sviluppo della sperimentazione di una connessione via satellite in alcune zone del territorio. L’obiettivo è quello di portare la connessione internet nelle cosiddette “aree bianche”, dove per ragioni orologiche non è presente un’infrastruttura per la banda ultra larga.
Pur essendo tra le regioni più ricche e tecnologicamente avanzate del Paese, infatti, la conformazione della Lombardia, con i suoi monti e le sue valli, rende difficoltosa la posa di cavi per il transito della fibra e, di conseguenza, l’accessibilità alla connessione internet. La sperimentazione mira a sopperire a questa lacuna, colmando il divario digitale (digital divide), che grava sul territorio. In questo senso la sperimentazione rappresenta un’operazione inedita in Italia: la Lombardia è infatti la prima Regione italiana a lanciare una gara per un appalto di questo tipo e gli esiti della procedura sono seguiti con interesse dal resto del Paese.
I dettagli del bando
Come spiegato da Aria, «la gara è una procedura aperta, multilotto, suddivisa in due lotti omogenei, su base geografica». Il primo lotto comprende le province di Sondrio, Como, Bergamo, Varese, Lecco, Brescia, Monza e Brianza; il secondo quelle di Milano, Pavia, Cremona, Lodi, Mantova. Più significativo il valore economico della sperimentazione, che prevede un finanziamento di 5 milioni di euro, per la quota di competenza del Dipartimento per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione. A questi si aggiungono ancora 1,5 milioni, provenienti da fondi della Regione Lombardia, per un totale di 6,5 milioni di euro.
Una sperimentazione a tempo determinato
È bene notare che la sperimentazione ha una data di scadenza. Stando al bando, «le prestazioni contrattuali avranno una durata massima di 24 mesi», all’interno dei quali sono compresi 4 mesi (eventualmente prorogabili per altri 4), dedicati alla fornitura e posa in opera. Questo per un due motivi. Il primo è politico, amministrativo, nel senso che la sperimentazione raccoglie un’intenzione più ampia, proveniente dallo Stato, che punta a raggiungere gli standard di connettività indicati dal documento “Digital Compass 2030” della Commissione europea.
Il secondo è invece tecnologico: come spiegato qualche tempo fa a MasterX dal professor Antonio Caputo, docente di Telecomunicazioni al Politecnico di Milano, la soluzione ibrida prevista dal bando, intesa come connessione complementare tramite satelliti e fibra, non può essere definitiva. «Questa soluzione è particolarmente utile per piccoli centri abitati isolati, – osservava il professore – dove la fibra sarebbe economicamente insostenibile. Tuttavia, non è adatta a case completamente isolate, poiché i costi supererebbero i benefici». Dunque, le cosiddette “case sparse”, abitazioni difficili da servire a causa della loro distanza dai centri abitati, resterebbero nuovamente isolate.
La partecipazione di Starlink
Trattandosi di un bando milionario a tema tecnologia satellitare non stupisce l’interessamento di Starlink, ampiamente anticipato. La novità è che nella corsa ai satelliti lombardi il miliardario sudafricano è in buona compagnia. «Ci sono più di 30 aziende che hanno partecipato, – ha sottolineato con fierezza il presidente Fontana – Ci sono aziende di tutto il mondo, si confronterà la migliore tecnologia mondiale».
Quello che da un lato è un motivo di orgoglio, però, sul fronte opposto è motivo di preoccupazione. «Siamo molto preoccupati che la Regione Lombardia di Attilio Fontana consegni davvero la connessione e i dati dei lombardi a Starlink» ha detto il capogruppo Pd Pierfrancesco Majorino, ricordando che «Musk ha assunto un ruolo di primo piano nell’amministrazione Trump, che si sta mostrando ostile verso l’Europa». «La destra italiana ci vuole consegnare a un bizzarro oligarca della tecnologia», ha concluso.

Al netto delle polemiche, è da capire la probabilità che ha Starlink di vincere il bando. Non c’è dubbio che la società di Elon Musk, sussidiaria di SpaceX, parta avvantaggiata: può infatti contare su una costellazione satellitare di circa 6mila satelliti in orbita bassa, una posizione che consente prestazioni internet migliori rispetto ai classici satelliti in orbita più alta (geostazionari). Altro attore da prendere in considerazione è la francese Eutelsat, con una rete però molto minore, di circa 650 satelliti. La transalpina potrebbe avere più di un motivo di confronto con Starlink: è infatti tra le principali indiziate per sostituire la società di Elon Musk nella copertura dell’Ucraina, qualora il magnate dovesse mettere fine al suo supporto.
Dall’Italia all’Ucraina
Che l’Ucraina debba presto salutare la connessione via Starlink è una possibilità reale. Un’osservazione, che suonava come una minaccia, ha infatti messo in allarme la comunità internazionale. «Se spegnessi Starlink, la prima linea di Kiev crollerebbe», ha scritto su X il miliardario, che ha detto la sua anche sul ritiro degli Usa dalla Nato: «Dovremmo proprio farlo. Non ha senso che l’America paghi per la difesa dell’Europa».

Più tardi è arrivata la smentita, almeno su Starlink. «Per essere estremamente chiari, non importa quanto io non sia d’accordo con la politica ucraina, Starlink non spegnerà mai i suoi terminali. Sto semplicemente affermando che, senza Starlink, le linee ucraine collasserebbero, poiché i russi possono bloccare tutte le altre comunicazioni! Non faremo mai una cosa del genere né la useremmo come merce di scambio». Una posizione che, almeno per il momento, sembra ferma, ma evidenzia una volta di più il paradosso di questa situazione: la difesa di un Paese invaso passa anche da un privato.