Geolier a Sanremo, ecco le regole sull’uso del dialetto al festival

Durante l’edizione delle 13:30 del Tg1 del 3 dicembre, Amadeus ha svelato i 27 cantanti in gara al Festival di Sanremo 2024. Tra gli artisti che si esibiranno sul palco dell’Ariston dal 6 al 10 febbraio c’è anche Geolier, rapper napoletano tra i più seguiti negli ultimi anni. In realtà, la sua presenza era stata presa in considerazione già lo scorso anno, quando l’artista avrebbe dovuto cantare Chiagne insieme a Lazza.

Come spiegato da lui stesso, però, la sua partecipazione andò in fumo a causa di una questione legata al dialetto. “Mi hanno detto che un minuto e 15 secondi di napoletano erano troppi, dovevano ascoltarci anche a Milano, a Bergamo. Ho risposto che la prossima volta torno con un brano solo in napoletano“, aveva confessato qualche mese fa durante un’intervista al Mattino. Ma come funziona l’uso dei dialetti al Festival della canzone italiana?

Le regole sull’uso del dialetto al festival

La produzione introdusse un’importante novità sull’uso del dialetto a Sanremo nel 2010. In quell’anno, infatti, il regolamento, specificava all’articolo 6 che i dialetti sarebbero stati considerati come espressione della lingua italiana:

Le canzoni dovranno essere in lingua italiana; si considerano appartenenti alla lingua italiana, quali espressione di cultura popolare, canzoni in lingua dialettale italiana e non fa venir meno il requisito dell’appartenenza alla lingua italiana la presenza di parole e/o locuzioni in lingua straniera, purché tali da non snaturare il complessivo carattere italiano del testo.

Lo stesso articolo, nel regolamento del 2008 recitava: «Non fa venire meno il requisito della appartenenza alla lingua italiana la presenza nel testo letterario di parole e/o locuzioni in lingua dialettale italiana, quali espressioni di cultura popolare». Nel 2009, invece, si parlava esplicitamente di «canzoni in lingua dialettale italiana».

Dialetto napoletano a Sanremo: il “precedente” di Rocco Hunt

In realtà, Geolier non sarà il primo artista a cantare in napoletano sul palco dell’Ariston. Nel 2014, infatti, Rocco Hunt partecipò con il brano È nu juorn buon, che in dialetto riportava solo il ritornello. “Il mio accento si deve sentire“; recitava la canzone, che ai tempi riuscì a sollevare un vero e proprio dibattito sul riconoscimento dei dialetti come vero e proprio patrimonio culturale italiano.

Sara Leombruno

Nata e cresciuta a Napoli, prediligo scrivere di cronaca e spettacolo. Amo le storie e percepire emozioni in chi me le racconta.

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