Facebook crolla in borsa e perde oltre 50 miliardi di dollari. Giovedì 30 gennaio le azioni del social a Wall Street sono arrivate a perdere, durante la seduta, oltre l’8%, per poi chiudere con un calo del 6,13%. È stata la giornata più nera per il gruppo di Mark Zuckerberg dal 3 giungo 2019, quando il titolo aveva chiuso al 7,51%.
Con i numeri raggiunti, Facebook si è posizionato tra i peggiori titoli nel mercato americano. Inoltre il gruppo, che comprende anche Instagram, WhatsApp e Messenger, ha registrato nell’ultimo trimestre del 2019 l’incremento di entrate più basso di sempre: meno del 30%.
Tuttavia, nonostante questo dato negativo, le entrate stesse hanno superato i 21 miliardi di dollari, battendo così le aspettative. Un buon risultato per la società, che però non è bastato a frenarne la caduta in borsa.
Non sono bastate nemmeno le parole di incoraggiamento di Zuckerberg riguardo ai risultati: «Un ottimo trimestre e un buon fine d’anno», ha affermato. Insufficienti a risollevare la caduta, anche i dati positivi sugli utenti, che ogni giorno sono più di un miliardo e mezzo.
Le cause del crollo
Il motivo principale del crollo delle azioni di Facebook sono le spese, aumentate del 51% rispetto al 2018, che in totale hanno raggiunto la cifra di 46,71 miliardi di dollari. A questa prima causa, si aggiungono anche i problemi legati alla privacy, già cominciati negli scorsi anni, che però rischiano di protrarsi per tutto il 2020.
Il social infatti, è stato più volte al centro di polemiche riguardo al trattamento e all’uso dei dati personali dei suoi utenti. A cominciare dal grande scandalo di Cambridge Analytica, avvenuto nel 2018. In quell’occasione, i dati di milioni di iscritti, senza il loro consenso, erano finiti nelle mani della società di consulenza, che li aveva utilizzati per scopi di propaganda politica. E Facebook era stato condannato a pagare una multa di 5 miliardi di dollari.
Altrettanto salata, è la sanzione che l’Antitrust ha annunciato per il social: fino 5 milioni di euro per omessa adeguata informativa ai consumatori. Anche questa volta, le informazioni sono state raccolte e utilizzate per finalità diverse da quelle originarie, nello specifico commerciali e di marketing.
«Ci vorrà tempo, ma nel prossimo decennio io voglio costruire una forte reputazione sulla privacy quanto la stabilità dei servizi che siamo capaci di offrire», ha riferito Zuckerberg a proposito della questione della privacy.