Facebook, multa da 5 miliardi di dollari e controlli più severi sulla privacy

Facebook dovrà pagare 5 miliardi di dollari di multa per violazione di privacy degli utenti in merito al caso Cambridge Analytica. A sancirlo è la Federal Trade Commission, che ha stabilito anche che l’azienda di Mark Zuckerberg dovrà sottostare a nuove restrizioni e a una modifica della struttura aziendale.

Si tratta della più alta sanzione mai imposta a una compagnia per aver violato la privacy dei consumatori, tanto da essere stata definita dalla stessa Ftc «senza precedenti». Per fare un paragone, è circa venti volte più salata di qualsiasi altra multa legata al tema della privacy o della sicurezza dei dati personali, ma verrà ricordata anche per essere una delle multe più alte mai comminate dagli Usa per un qualsiasi tipo di violazione. Comunque, 5 miliardi di dollari non scalfiscono i profitti del colosso della Silicon Valley, che fattura annualmente 56 miliardi.

Ma il più importante nodo della questione riguarda i cambiamenti imposti dalla Ftc al social network di Menlo Park. L’azienda ha pubblicato un dettagliato comunicato sulla sua newsroom, in cui ha evidenziato i cambiamenti più importanti. Il numero uno di Facebook, Mark Zuckerberg, ha scritto anche un lungo post sulla sua bacheca per commentare la sanzione.

«Dovremo rivedere i nostri sistemi tecnici per documentare qualsiasi rischio sulla privacy e come intenderemo affrontarlo. In futuro, quando introdurremo nuovi prodotti che usano i dati, o modificheremo quelli già esistenti per usare i dati in una maniera nuova, dovremo documentare ogni rischio e tutti i passi che intendiamo fare per mitigare i rischi». Così la mente di Facebook ha riassunto la sanzione della Ftc, aggiungendo anche qualche dato su come agiranno per realizzare le richieste. «Pensiamo che ci serviranno centinaia di ingegneri e più di mille persone nella nostra azienda per fare questo. E ci aspettiamo anche che ci vorrà più tempo in futuro per dare vita a nuovi prodotti seguendo questo processo».

«Il Dipartimento di Giustizia è incaricato di proteggere la privacy dei consumatori e di assicurarsi che le aziende come Facebook non danneggino gli individui nell’usare le loro informazioni personali». Queste le parole di Jody Hunt, assistente procuratore generale per la divisione civile del Dipartimento, che ha poi aggiunto: «Questa multa storica e i termini di conformità andranno a beneficio dei consumatori americani, e il Dipartimento si aspetta che Facebook agisca con la massima serietà di fronte a questi obblighi».

La Ftc ha anche annunciato oggi azioni separate – procedimento a parte, ma comunque legato a questo riguardante Facebook – contro Cambridge Analytica, il suo ceo Alaxander Nix e Aleksandr Kogan, sviluppatore di un’app che ha lavorato a stretto contatto con la compagnia. Kogan e Nix hanno patteggiato un accordo con la Ftc che comporterà restrizioni su qualsiasi loro attività imprenditoriale futura.

Cosa cambia per Facebook

Incrementare la trasparenza nelle decisioni che riguardano i dati personali degli utenti. È questo lo scopo dell’istituzione del nuovo comitato indipendente per la privacy, che solleva Mark Zuckerberg dalla possibilità di decidere su questo tema. Secondo quanto spiegato dalla Ftc, i membri saranno indipendenti e possono essere licenziati solo dalla maggioranza del board dei dirigenti della società.

Inoltre Zuckerberg, in qualità di ceo di Facebook, e i responsabili della conformità saranno obbligati a presentare delle certificazioni trimestrali alla Ftc, dimostrando che la società è conforme a quanto richiesto in tema di privacy degli utenti. Per ultimo, ogni anno deve essere consegnata al Ftc una certificazione complessiva.

Altri requisiti imposti alla società di Menlo Park sono la necessità di vigilare sulle app di terza parti, il divieto di usare i numeri di telefono ottenuti tramite l’autenticazione a due fattori per scopi legati all’advertising, ma anche fornire una spiegazione dettagliata dell’uso del riconoscimento facciale. Il social network deve anche crittografare le password degli utenti, e sottoporle frequentemente a scansioni per evitare che alcune siano scritte in caratteri di testo.

Nella nota di Facebook si legge che l’accordo stretto con la Ftc è segno di un «impegno inequivocabile» del social network per riconquistare la fiducia dei suoi utenti, messa duramente alla prova dopo lo scandalo Cambridge Analytica.

 

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Alice Scaglioni

Ho frequentato il Master di Giornalismo IULM. Mi occupo principalmente di economia, tecnologia ed esteri. Scrivo per il Corriere della Sera, redazione Economia, PrimaOnline e D la Repubblica, nella sezione DYoung. Fan di Twitter, dove condivido tutto quello che scrivo (@alliscaglioni)

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