Voli di Stato, Corte dei Conti apre fascicolo su Salvini

La Corte dei Conti ha aperto un fascicolo “esplorativo” sul ministro degli Interni Matteo Salvini per accertare se tutti i voli di Stato da lui fatti siano stati effettivamente per viaggi istituzionali.

La procura contabile del Lazio, guidata da Andrea Lupi, ha aperto il fascicolo come “atto dovuto”, per chiarire appunto se ci sia stato uno sperpero di risorse pubbliche: nei prossimi giorni potrebbero anche essere chiesti degli atti al Viminale. In particolare, al vicepremier si contesta l’uso del lussuoso bimotore Piaggio P-180 – ribattezzato la “Ferrari dei cieli” – non solo per partecipare a eventi ufficiali ma anche per iniziative elettorali.

L’indagine è stata affidata al magistrato Bruno Domenico Tridico ed è stata aperta ieri a seguito dell’inchiesta partita da La Repubblica il 14 maggio, ad opera di Gianluca Di Feo. Nei tour che lo tengono lontano dal ministero, il ministro usa spesso gli aerei della Polizia. “Repubblica” – scrivono – ha ricostruito una ventina di questi decolli top secret, che sono leciti perché unisce sempre ai comizi un evento ufficiale. Ma tutto finisce a carico dello Stato”.

Si tratta – fa sapere la Corte dei Conti – di una procedura usuale già attivata in passato come nel caso dell’ex premier Matteo Renzi. In quel caso la procedura era partita per un esposto del Movimento 5 Stelle in relazione ad un viaggio a Courmayeur con la famiglia per vacanze. Le accuse in quel caso furono archiviate.

Salvini però, respinge ogni accusa senza approfondire: «Nessun abuso, nessuna irregolarità, nessun volo di Stato o della Polizia per fare comizi ma sempre per impegni istituzionali. Sfido chiunque a dimostrare il contrario», ha detto il capo del Viminale da Foggia, dove è arrivato per sostenere il candidato sindaco del centrodestra alle comunali del 26 maggio.

Niccolò Bellugi

Senese, laureato in Scienze Politiche. Da toscano capita che aspiri qualche consonante, ma sulla "c" ci tengo particolarmente: Niccolò, non Nicolò. La mia è una sfida: mascherare il mio dialetto originario per poter lavorare in televisione o radio. Magari parlando di Sport. Ma tutto sommato va bene anche un giornale, lì non ho cadenze di cui preoccuparmi.

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