Una partita storica per l’Inter. Il pareggio per 2-2 (4-3 totale) a San Siro regala alla formazione di Inzaghi la decima semifinale di Champions League della storia del club nerazzurro. Ѐ solo la seconda volta nella storia che un’italiana riesce ad eliminare la squadra che gioca nello stadio che ospiterà la finale. Una partita di rabbia e sofferenza, grinta e sacrificio, i nerazzurri non hanno mai mollato, nemmeno dopo la rete di Kane che aveva gelato tutti i tifosi presenti.
Stringendo i denti nel finale, l’Inter esce per la prima volta illesa da un match casalingo di Champions League contro il Bayern Monaco. Nei quattro precedenti disputati con i bavaresi a San Siro l’Inter aveva sempre perso. Non è arrivata la vittoria, ma un pareggio sofferto e ottenuto con la forza di un gruppo trascinato dal suo capitano sono bastati per entrare tra le quattro grandi d’Europa. L’Inter affronterà in semifinale il Barcellona di Hansi Flick. La gara di andata si disputerà il 30 aprile allo Stadio Olimpico di Montjuïc alle 21:00. Il ritorno a Milano sarà il 6 maggio alla stessa ora.
La partita
È stata una partita epica giocata in un San Siro dalle condizioni avverse. Freddo, pioggia e fortissime folate di vento che più volte hanno fatto perdere il tempo di gioco ai nerazzurri e ai bavaresi. Nel corso del primo tempo l’Inter subisce le iniziative del Bayern Monaco. Gli uomini allenati da Vincent Kompany spingono e pressano forte con Michael Olise, che sulla fascia destra semina il panico. Troppo in difficoltà Federico di Marco, appena rientrato da un infortunio e visibilmente in affanno nel tenere il passo dell’esterno francese. Al termine della prima frazione di gioco i tedeschi hanno il 62% del possesso palla e hanno sempre tenuto il pallino del gioco.
All’inizio del secondo tempo l’inerzia dell’incontro cambia improvvisamente. È il Bayern a essere più in affanno. La squadra di Inzaghi inizia ad alzare il baricentro e riesce a organizzare qualche sortita in attacco, senza trovare però la rete. Nel momento in cui l’Inter sembrava avere le redini del gioco, al 52’ minuto Goretzka apre per Harry Kane, che con un diagonale chirurgico insacca la rete del vantaggio tedesco. Dalla rete dell’inglese si innesca la reazione dei nerazzurri. L’Inter si riversa nella metà campo del Bayern Monaco e spinge subito per cercare la rete del pareggio.

Nemmeno il tempo di rendersene conto e il Bayern si ritrova sotto nel punteggio nel giro di tre minuti dopo due calci d’angolo. Nel primo Di Marco mette il pallone al centro dell’area e Lautaro Martínez la raccoglie. L’argentino colpisce il pallone di testa, carambola su Joshua Kimmich, ma è subito rapido a ribattere la sfera in rete. 58’ minuto, 1-1. Al 60’ minuto Darmian ha l’occasione per portare l’Inter in vantaggio, ma un intervento provvidenziale di Eric Dier gli nega la gioia del gol. È da quell’azione che nasce il corner del momentaneo sorpasso. Çalhanoğlu mette il cross dalla bandierina e Benjamin Pavard trafigge Urbig con un colpo di tesa. Gol dell’ex e prima rete in maglia neroazzurra. Un momento migliore per sbloccarsi non c’era.
2-1, 4-2 totale e partita che sembra ormai essere in archivio. L’Inter sta gestendo il gioco ed è in fiducia, ma abbassa leggermente il proprio baricentro, dando spazio agli esterni del Bayern Monaco. L’uomo che spacca l’incontro e ridà linfa ai bavaresi è Serge Gnabri. Il tedesco subentra a Leroy Sané al 65’ minuto. Con la sua velocità e i suoi dribbling il n°7 mette in crisi la linea difensiva dell’Inter. Sempre da uno sviluppo da calcio d’angolo, Gnabry mette un pallone del centro dell’area per Dier, che nel tentativo di fare una sponda verso il centro, trova una traiettoria improbabile che beffa Sommer e vale il 2-2. Gli ultimi minuti l’Inter si schiaccia pericolosamente nella propria tre quarti. Con sofferenza e un pizzico di fortuna però riesce a portare a casa il risultato. Semifinale centrata dopo aver eliminato un top club di livello assoluto.
Il trascinatore
L’inizio della stagione non era stato sicuramente dei migliori, ma il Lautaro delle notti di Champions è un n°10 in grande spolvero. Con la rete realizzata a San Siro il capitano dell’Inter eguaglia il record di marcature di Samuel Eto’o in una sola campagna europea a quota otto. Meglio di lui solo Hernán Crespo, che detiene il primato per gol segnati in una sola edizione con nove reti. Il Toro ritocca anche la classifica dei goleador nerazzurri in Champions League diventando il primo della storia del club meneghino con 20 centri in Europa. Sembra che Lautaro Martínez abbia raggiunto il suo miglior stato di forma proprio nel momento del bisogno.
Instancabile e insaziabile, fondamentale nel ricucire il gioco a centrocampo con giocate di pregio e rapidissimo nel fulminare Urbig sul rimpallo che ha portato alla rete dell’1-1. Lautaro si è caricato sulle spalle l’Inter e tutto il popolo interista. Occhi spiritati, braccia aperte e poi a caricare la folla come un gladiatore al centro dell’arena. È senza dubbio lui il leader massimo di questo club, e lo si vede chiaramente da questa sua esultanza dopo il pareggio. Il prossimo ostacolo è il Barcellona, club che più volte lo ha cercato e corteggiato. Per Lautaro però c’è solo l’Inter e il nerazzurro, colori che lo scorso anno ha deciso di cucirsi addosso almeno fino al 2029.
Lautaro
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— UEFA Champions League (@ChampionsLeague) April 16, 2025
«Abbiamo affrontato un grandissimo avversario e abbiamo dimostrato ancora tantissimo carattere e personalità – ha detto a Sky Sport Lautaro -. L’Inter torna in semifinale per merito del lavoro, c’è stata una grande crescita e trofei vinti negli ultimi anni». Sul prossimo avversario: «Barcellona? Quello che abbiamo vissuto a Istanbul è stato un sogno al quale avevamo creduto. Ci crediamo anche ora ogni partita, dimostrando il nostro valore e il nostro calcio, ma anche umiltà quando difendiamo». Conclude infine parlando dell’esultanza dopo il gol: «L’esultanza? Sono orgoglioso perché nell’esultanza c’è tanto lavoro e sofferenza. Avevamo un calendario impegnativo con tante partite, in campionato il Napoli non molla ma noi stiamo facendo grandi cose. È un merito tutto nostro, dello staff e dei compagni. E l’esultanza mi è uscita da dentro come tutti i gol che faccio, è vita».
Le dichiarazioni di Inzaghi
«È stata una bellissima serata coi nostri tifosi in uno stadio che ci ha aiutato tantissimo. L’avversaria era fortissima, ma noi abbiamo raggiunto la qualificazione a tutti i costi, siamo riusciti a fare due grandi partite. Grande sacrificio di tutti, noi bravi e ci siamo aiutati: solo così si può battere una squadra di questo livello», dice un Inzaghi fiero della sua squadra. «La reazione dopo i gol subiti all’andata e al ritorno? Merito della lucidità, siamo rimasti in partita trovando il pareggio e poi il vantaggio. Abbiamo preso il 2-2, poi il finale del Bayern di grande intensità».
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Il tecnico ha poi fatto chiarezza su un cartellino giallo sventolato dal direttore di gara Slavko Vincic verso la panchina dell’Inter: «Né io né Bastoni siamo stati ammoniti, ci saremo a Barcellona». Poi ha proseguito la sua analisi: «Bisogna sempre calcolare chi c’è di fronte, il Bayern era difficile da affrontare, aveva vinto 4 volte su 4 a San Siro. Siamo contentissimi e ripagati della fatica, andiamo avanti con orgoglio in semifinale. Cercheremo di recuperare chi è fuori, giusto godersi serate così. Tutti insieme abbiamo realizzato una grande impresa».