Partygate: Boris Johnson resta primo ministro

Con 211 voti a favore su 359, Boris Johnson ha ottenuto la fiducia del Partito Conservatore, ma ha contro il 40 per cento circa del partito.

Il voto
Boris Johnson

Boris Johnson ha ottenuto la fiducia dei conservatori inglesi. Per questo, rimarrà leader del partito e primo ministro del Regno Unito. Johnson ha ottenuto 211 voti a favore su 359, i contrari sono stati 148. Ciò significa che circa il 40 per cento dei rappresentanti del partito non sostiene il proprio leader e primo ministro. Secondo le regole, comunque, ora il partito non potrà mettere in discussione e votare sul proprio leader per almeno un anno.

Il partygate

Nelle ultime settimane, Boris Johnson è stato molto criticato per Partygate, lo scandalo delle feste organizzate nella sua residenza tra il maggio del 2020 e l’aprile del 2021, che ha deteriorato la sua immagine e la fiducia di molti suoi deputati verso di lui. A chiedere il voto sono stati i suoi stessi deputati conservatori, quelli ribelli, che hanno raggiunto la fatidica cifra di 54 lettere di sfiducia, ossia il 15% del gruppo parlamentare tory. La ribellione tra i conservatori è cresciuta sensibilmente negli ultimi giorni e, a differenza del passato, in silenzio, quindi ancora più imprevedibile.

I parlamentari

Vari parlamentari, anche tra i più convinti sostenitori di Johnson in passato, avevano detto di volere rinnovare la leadership del partito e di conseguenza anche il premier. Se Johnson non avesse ottenuto il sostegno di almeno 180 dei 359 membri conservatori della Camera dei Comuni, sarebbero arrivate le dimissioni. La votazione si è svolta tra le 19 e le 21 (ora italiana), con un voto segreto. Già prima del termine delle votazioni era comunque diventato evidente che Johnson avrebbe ottenuto nuovamente la fiducia.

Il domani
Il premier inglese

Secondo le regole tory, essendo sopravvissuto, per un anno sarà al sicuro da altri voti di sfiducia.  Il futuro politico per lui sembra comunque fosco. I sondaggi sulla sua reputazione nazionale, infatti, dopo lo scandalo dei party proibiti durante il lockdown, sono sempre più impietosi. Una vittoria risicata che potrebbe essere soltanto la cima di un inesorabile piano inclinato. Anche Theresa May, infatti, nel dicembre 2018 superò la stessa prova con 83 voti di vantaggio sui ribelli. Poi fu comunque costretta a dimettersi dopo sei mesi a seguito del disastro alle elezioni europee.

Andrea Achille Dell'Oro

Lecco, classe '98. Provinciale all'anagrafe, cosmopolita e poliglotta per vocazione. Di formazione classica, mi laureo con lode in lingue e letterature straniere (portoghese e russo) con una tesi sul cinema sovietico. Cultore della storia contemporanea e della letteratura greca, ossessionato dalla italo-disco e dall'estetica anni '80, slavista con una predilezione per l'architettura brutalista dell'URSS. Scrivo di attualità, politica, cronaca nera, musica e moda. Sogno di diventare un giornalista televisivo.

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