La bolla BookTok

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Su Tik Tok ci sono persone che parlano di libri, condividono opinioni sulle letture che fanno, consigliano agli altri cosa leggere. Non è una novità: si chiamano BookTokers, sono comparse nel 2020 negli Stati Uniti e un anno dopo in Italia. Sono in genere ragazze, under 30, che non per forza studiano, hanno studiato o si occupano di letteratura.

Scaffale dei libri "consigliati su TikTok" in una libreria milanese
Scaffale dei libri “consigliati su TikTok” in una libreria milanese

Più o meno in tutte le librerie sono presenti degli scaffali con su scritto “Consigliati su Tik Tok”, dove ci sono i testi più discussi sull’omonimo social. I generi più gettonati: young adult, cioè per ragazzi; romance, tradotto libri rosa; spicy, in altre parole un po’ “piccanti” (le autrici, molto più presenti degli autori, sono per la maggior parte di madrelingua inglese). «Barbaro gusto, secol corrotto» esclamerebbe il Don Bartolo (Il Barbiere di Siviglia) di turno. Tuttavia, su queste cose, forse è meglio affidarsi al più moderato partito del disputandum non est.

Da una parte infatti il fenomeno BookTok sta cambiando il mondo dell’editoria. Molto più attente alle tendenze del social, ormai le case editrici guardano a queste per modellare i loro cataloghi. Dall’altra però BookTok non è riuscito a bucare la bolla degli appassionati. In Italia, la percentuale di persone tra gli 11 e i 24 anni che ha letto almeno un libro per piacere è diminuita dal 55,4% al 52,4% tra 2020 e 2021. Negli stessi anni, i cosiddetti “lettori forti” (più di 12 libri letti all’anno) sono aumentati del 3,1% (13,9 nel 2020, 17 nel 2021), quelli che hanno letto tra gli 11 e i 7 libri in un anno fanno registrare +0,6% (da 5,9 a 6,5), resta invariata la percentuale di chi legge meno di 6 libri all’anno (5,6%). Un mondo che si polarizza sempre più.

Insomma, BookTok: tutto molto bello… dentro la bolla.

Leonardo Rossetti

Umanisticamente formato dal 1995 tra Appignano, Macerata, Roma e Berlino. Non mi piace parlare di me in prima persona e credo che le cose che qualcuno si dice da solo non valgano molto, dunque preferisco far parlare gli altri. "A lui piace indagare, andare a fondo in tutte le vicende, sempre. Se qualcosa non dovesse filare liscia, subito ci si butta a capofitto per scovare la verità. A volte è un po' puntiglioso e testardo. Gli piace la politica, l'arte e la musica, ma anche la letteratura: legge tanto, però tutte cose che potremmo definire...d'altri tempi" (Giulia P.) " Esuberante, sicuro di sé, intraprendente, festaiolo. Sta bene in mezzo alla gente" (Luca I.) "È un ragazzo leale e con buoni principi. È il capo 'mozz' del gruppo" (Matteo M.) Per tutto il resto: interrogate chi mi conosce.

2 Comments
  1. Non sono d’accordo con l’utilizzo del termine “polarizzato”. Cosa ne pensa quindi di quelle persone che ricevono consigli sui social riguardo a ristoranti/locali a poco prezzo? I creator di quei contenuti non sono tenuti a farli perché non sono critici gastronomici?
    La ringrazio

    1. Gentilissimo Dott. Febbraro,

      non capisco come il Suo disaccordo sul termine “polarizzato” sia connesso alle Sue domande successive.
      In ogni caso, con quella parola volevo intendere che il mondo dei lettori si polarizza sempre di più perché i dati fanno vedere come i lettori che leggono molti libri aumentino, mentre il numero dei lettori che leggono poco rimane costante. In questo modo si amplia la forbice tra queste due classi di lettori e dunque penso si possa dire che è un mondo che si sta polarizzando.

      Rispetto alle Sue domande successive, sono argomenti che mi pare esulino dall’articolo in questione. Per quel che conta, in ogni caso, Le dico la mia: per fortuna che esistono quei creator a cui Lei fa riferimento! Quando non so dove andare, sono un aiuto utilissimo.

      Grazie mille per il suo commento.
      Leonardo

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