Novanta perquisizioni in quindici regioni italiane. Più di cento persone indagate, undici sottoposte a misure cautelari. L’operazione “Taken Down” ha smantellato la più grande rete illegale di streaming, coinvolgendo ben 8 Paesi europei. Dall’Italia al Regno Unito, passando per Olanda, Croazia, Svezia, Svizzera, Romania e Croazia. Sequestrati oltre 2.500 canali illegali e server, per un giro di affari di oltre 250 milioni di euro mensili.
L’operazione “Taken Down”
Le indagini, pianificate dalle autorità giudiziarie internazionali Eurojust ed Europol, sono state coordinate dal Servizio di sicurezza cibernetica col supporto della Commissione Europea e della Dia. In Italia, l’operazione è stata organizzata dalla procura di Catania, in coordinazione con gli altri 270 agenti della Polizia Postale internazionale.
L’inchiesta ha svelato una rete criminale senza paragoni. Una complessa infrastruttura informatica, per oltre 22 milioni di utenti finali, tutti consapevoli dell’illegalità della piattaforma. Secondo gli inquirenti, gli indagati sfruttavano il dark web e adottavano tecniche sofisticate per eludere i controlli, tra cui l’uso di messaggistica crittografata, identità false e documenti contraffatti.
La conferenza stampa
Il procuratore di Catania, Francesco Curcio, ha parlato ai giornalisti in conferenza stampa: «Siamo dinanzi ad un affare milionario alimentato da un’organizzazione che aveva complici in vari Paesi europei. E l’organizzazione stava progettando di allargarsi ancora di più».
È stata eseguita dalla Polizia Postale, in collaborazione con le autorità di altri Paesi, la più vasta operazione contro la pirateria audiovisiva mai condotta in ambito italiano e internazionale. 270 agenti hanno effettuato 89 perquisizioni in quindici regioni italiane, 14 nel… pic.twitter.com/2YdJ32eELz
— Matteo Piantedosi (@Piantedosim) November 27, 2024
Gli investigatori hanno anche dichiarato di aver monitorato gruppi online, forum e blog per lungo tempo. «Attraverso questi canali, venivano pubblicizzati abbonamenti pirata, per un giro d’affari di oltre 250 milioni di euro al mese». Nonostante i frequenti cambi di dominio e l’uso di server nascosti, però, la Polizia è riuscita ad anticipare le mosse dei criminali. Gli utenti oscurati, inoltre, rischiano una sanzione.
La pirateria, un fenomeno in crescita
Un nuovo studio di Sandvine, azienda canadese di applicazioni informatiche, mostra che dopo anni di declino, l’utilizzo di BitTorrent e della pirateria sono di nuovo in aumento. Il colpevole? Un aumento delle offerte che costringono gli abbonati a cercare tra una miriade di servizi di streaming per trovare effettivamente il contenuto che stanno cercando.
Di solito, vengono creati veri e propri centri operativi, con diversi decoder operativi 24 ore su 24, regolarmente abbonati ai canali di interesse. I criminali quindi acquistano legalmente l’accesso ai contenuti, ma poi li rivendono in modo illegale a un prezzo inferiore rispetto all’abbonamento originale, attraendo così migliaia di utenti.
Un bel danno economico
In Italia, il problema dello streaming pirata è particolarmente sentito nel mondo del calcio, con la Lega Serie A che riporta perdite annuali stimate intorno ai 350 milioni di euro a causa di questa pratica illegale. Ben 5 milioni di italiani, infatti, usano sistemi illegali che permettono la visione di tutti i contenuti Pay Per View, dalle partite di calcio fino a Netflix.
Per affrontare questa situazione, dal primo febbraio è stato introdotto il Privacy Shield. Si tratta di una piattaforma attiva da Lecce-Fiorentina del 1 febbraio 2024, promossa dall’Agcom, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Questo strumento è capace di bloccare in tempo reale i siti pirata, ma anche di identificare gli utenti attraverso gli indirizzi IP.
Approccio diverso, invece, quello di Dazn che dalla stagione 2024-2025 ha fatto ricorso al pacchetto Try&Buy. Un sistema con cui vengono trasmesse 5 partite gratis per disincentivare la pirateria. La prima partita ad essere trasmessa in chiaro è stata Milan-Napoli, il 29 Ottobre 2024.