Mal d’Arabia: dopo il calciomercato estivo, tante stelle vogliono tornare in Europa

Il sogno di un calcio arabo ai livelli di quello europeo potrebbe essere arrivato al capolinea. Infatti, se la scorsa sessione di mercato estiva è stata caratterizzata dai trasferimenti stellari in Arabia Saudita, dopo soli cinque mesi diversi calciatori hanno già manifestato mal contento. Complice la scarsa competitività della Saudi Pro League – la lega saudita -, ma anche il mancato rispetto di alcuni obblighi contrattuali.

Un calciomercato da sogno

Come già era accaduto con la Cina, anche l’Arabia Saudita si è data da fare per attrarre campioni europei nel proprio campionato. E, in questo senso, milioni di petroldollari sono un’ottimo incentivo. Il pioniere, come sempre, è stato Cristiano Ronaldo. La leggenda portoghese è approdata all’Al-Nassr a inizio 2023, dando il via al fuggi fuggi dai campionati europei.

Dopo CR7, tanti altri giocatori hanno seguito il suo esempio. Si va da stelle affermate del calibro di Neymar, Kanté, Jordan Henderson, Karim Benzema, Sadio Mané, per poi passare a calciatori come Manolo Gabbiadini, Milinkovic-Savic, Kalidou Koulibaly e Marcelo Brozovic. Un calciomercato faraonico, che ha fatto tremare il calcio europeo. Ma non è oro tutto ciò che luccica.

Scarsa, scarsissima competitività

Il primo problema che salta subito all’occhio riguarda la scarsa competitività della Saudi Pro League. E, in questo senso, CR7 ne è un chiaro esempio. Il fuoriclasse portoghese è uno dei più grandi calciatori delle storia, secondo solo a Lionel Messi. Ma l’ex Juventus è ormai vicino al ritiro, dato che il prossimo 5 febbraio spegnerà 39 candeline. A oggi, però, è il capocannoniere del campionato arabo con nove reti segnate. E, in totale, ha collezionato 53 gol nel 2023, diventando così il miglior marcatore al mondo nell’anno solare. Un po’ troppo per un giocatore sul viale del tramonto.

Poi c’è il nodo Jordan Henderson. L’ex capitano del Liverpool si era trasferito in estate all’Al-Ettifaq, squadra che milita appunto in Arabia Saudita. Ma dopo soli cinque mesi ha fatto ritorno in Europa, più precisamente in Olanda all’Ajax. Pur di giocare ancora nel nostro Continente, il centrocampista inglese ha rinunciato a un compenso pari a 700 mila sterline a settimana, ossia quasi 40 milioni di euro all’anno. Troppa nostalgia, forse, del «calcio che conta».

Patti chiari, contratto lungo

Del caso di Henderson ha parlato anche Aymeric Laporte, ex difensore del Manchester City. Il calciatore francese – naturalizzato spagnolo – non ha usato mezzi termini per descrivere la sua nuova vita nel calcio arabo. «È sicuramente un grande cambiamento rispetto all’Europa, alla fine è questione di adattamento – ha spiegato al quotidiano AS -, ma non ci hanno certo reso le cose facili, in effetti ci sono molti giocatori che qui sono insoddisfatti».

Il malcontento, secondo Laporte, riguarderebbe molti aspetti della vita in Arabia, tra cui la qualità della vita, i ritmi di lavoro estenuanti e le scarse cure fornite ai calciatori. Ma anche il mancato rispetto di alcuni obblighi contrattuali. «Qui prendono un po’ tutto alla leggera – ha dichiarato il difensore francese – Qualsiasi ultimatum puoi dargli per loro non ha importanza. Puoi negoziare qualcosa, ma poi non lo accettano, anche se è tutto firmato»

Il curioso caso di Karim Benzema

Intanto in Arabia è scoppiato il Benzema-gate. Il francese infatti si è presentato alla ripresa degli allenamenti con ben 17 giorni di ritardo rispetto alla data concordata con il suo club. Un comportamento che ha irritato la dirigenza dell’Al-Ittihad. L’attaccante era in vacanza per le festività natalizie, ma non ha risposto ai messaggi del club. E adesso il suo futuro potrebbe essere fortemente in bilico.

Secondo il giornalista Fabrizio Romano, il caso Benzema sarà oggetto di discussione dai vertici della Saudi Pro League. Tutti i dirigenti sauditi sono intenzionati a trattenere il francese e una delle soluzioni proposte potrebbe essere quella di spostarlo in un’altra squadra dello stesso campionato arabo. A mali estremi, estremi rimedi.

Andrea Carrabino

Braidese per nascita, milanese per scelta. Laureato prima in Scienze Politiche e poi in Scienze del Governo. Amo la politica, ma non la vivrei. Juventino sfegatato e amante delle serie tv e del cinema. Toglietemi tutto, ma non The Office

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