Quirinale, via al voto tra veti incrociati e sospetti

La corsa per il Quirinale è appena cominciata, ma i partiti sono arrivati al grande giorno quasi a mani vuote. Dopo mesi di discussioni, veti, trattative, la politica non è stata capace di formulare una proposta concreta per il successore di Sergio Mattarella come nuovo Presidente della Repubblica. Dall’inizio si valuta l’idea di un bis per il presidente uscente che ha più volte ribadito la sua indisponibilità. In alternativa, ci sarebbe il passaggio al Colle dell’attuale Presidente del Consiglio Mario Draghi. Queste ipotesi sono al contempo le più condivise, ma anche le più divisive. La prima ha suscitato molti dubbi per la rottura della convenzione costituzionale che comporterebbe. La seconda spaventa i partiti per le eventuali elezioni politiche che potrebbero immediatamente seguire o per la difficoltà di indicare un nuovo Presidente del Consiglio, con ripercussioni sulla gestione del PNRR e della pandemia.

LA POSIZIONE DEL CENTROSINISTRA

La prima votazione potrebbe portare ad un nulla di fatto. PD, M5S, Leu e IV sono infatti orientati a lasciare scheda bianca. Durante la campagna quirinalizia sono stati fatti tantissimi nomi, ma nessuno ha mai veramente unito il centrosinistra, compatto solo nell’opporsi ad una possibile candidatura di Silvio Berlusconi. Nelle ultime ore, invece, i leader della coalizione sembravano aver trovato un accordo sulla figura di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio. Tuttavia, tale nome non è piaciuto a Matteo Renzi e ad alcuni esponenti del Partito Democratico. Proprio Renzi, domenica 23 gennaio a Mezz’ora in più su Rai3, ha speso belle parole per Pier Ferdinando Casini, un altro dei nomi papabili che girano da settimane.

LA POSIZIONE DEL CENTRODESTRA

In questo clima, la curiosità maggiore riguarda la scelta del centrodestra, che non ha ancora annunciato un nome ufficiale dopo il ritiro della candidatura di Berlusconi. I nomi che girano sono, per ora, gli stessi che hanno da sempre rappresentato un’alternativa al Cavaliere: Maria Elisabetta Alberti Casellati (attuale Presidente del Senato), Franco Frattini (ex Ministro degli Esteri con Berlusconi), Marcello Pera (ex Presidente del Senato) e Letizia Moratti (attuale vicepresidente della Lombardia). In aggiunta a questi, ci sono stati contatti tra la Lega e dieci parlamentari del Movimento 5 Stelle, i quali avrebbero promesso il loro voto nel caso in cui il Carroccio candidi Giulio Tremonti (ex Ministro dell’Economia). Nelle ultime ore si sono aggiunti inoltre i nomi di Elisabetta Belloni, direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, e del magistrato Carlo Nordio, che sarebbe stato proposto da Giorgia Meloni durante una riunione dei grandi elettori di Fratelli d’Italia.

GLI ALTRI SCHIERAMENTI

Gli unici che per ora hanno avanzato una candidatura ufficiale sono i parlamentari del Gruppo Misto, che sostengono l’ex vicepresidente della Corte Costituzionale Paolo Maddalena. Azione e +Europa sembrano invece orientati verso l’attuale guardasigilli Marta Cartabia.

Infine, restano sullo sfondo personalità di centro che potrebbero mettere tutti d’accordo: il già citato Casini e Giuliano Amato (vice presidente della Corte Costituzionale e due volte Presidente del Consiglio). Da ambienti vicini ai 5Stelle era stato avanzato anche il nome di Liliana Segre, la quale ha declinato l’invito.

L’aula del Parlamento, dove avverrà il voto per il nuovo Presidente della Repubblica
LE MODALITÀ DI VOTO

La pandemia influenzerà decisamente le elezioni del Presidente della Repubblica. In aula entreranno 50 grandi elettori alla volta. Sono presenti quattro seggi elettorali, con speciali accorgimenti anti-Covid (tra cui una luce ultravioletta) in sostituzione del tradizionale catafalco; gli elettori positivi o in quarantena voteranno passando per il drive-in allestito appositamente nel parcheggio coperto di palazzo Montecitorio. Tutto ciò, allungherà notevolmente le procedure di voto.

Lo spoglio delle schede sarà fatto ad alta voce da Roberto Fico. Il Presidente della Camera leggerà solo il cognome del candidato votato, a meno che ciò possa provocare problemi nell’attribuzione del voto. In questo caso, Fico leggerà anche il nome (se scritto nella scheda). Allo spoglio potranno essere presenti solamente 200 grandi elettori.

Per eleggere il Presidente al primo scrutinio sono necessari 672 voti (i due terzi dei votanti). Al contrario, se non si arriverà ad un nome entro la terza votazione, dalla quarta sarà sufficiente la maggioranza assoluta delle preferenze (505 voti).

Elisa Campisi

SONO GIORNALISTA PRATICANTE PER MASTERX. MI INTERESSO DI POLITICA, ESTERI, AMBIENTE E QUESTIONI DI GENERE. SONO LAUREATA AL DAMS (DISCIPLINE DELL’ARTE DELLA MUSICA E DELLO SPETTACOLO), TELEVISIONE E NUOVI MEDIA. HO STUDIATO DRAMMATURGIA E SCENEGGIATURA, CONSEGUENDO IL DIPLOMA TRIENNALE ALLA CIVICA SCUOLA DI TEATRO PAOLO GRASSI.

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