Quirinale, la prima votazione va in bianco

Il primo scrutinio delle elezioni per il Presidente della Repubblica si è concluso con un trionfo di schede bianche. Anche il centrodestra, alla fine, ha deciso di non dare alcuna indicazione, adottando la strategia di centrosinistra e grillini. Già a metà della lettura delle schede, si era capito che il quorum non si sarebbe raggiunto poiché le bianche ammontavano a 400. Dunque, occorrerà almeno un secondo turno per capire chi sarà il successore al Quirinale di Sergio Mattarella.

Tra i nomi più singolari che sono stati pronunciati dal Presidente della Camera Roberto Fico, ci sono sicuramente quelli dei conduttori televisivi Amadeus, Bruno Vespa, Alfonso Signorini e Alberto Angela, ma anche lo storico Alessandro Barbero e il conduttore radiofonico de La Zanzara, Giuseppe Cruciani. Hanno ricevuto dei voti anche alcuni dei candidati proposti alla vigilia del voto, ma nessuno si è avvicinato alla maggioranza. Tra questi: Paolo Maddalena (35 voti), supportato dal Gruppo Misto, l’attuale presidente Sergio Mattarella (16 voti), la guardasigilli Marta Cartabia (9 voti) e Silvio Berlusconi (7 voti).

I COLLOQUI TRA I LEADER

Come sempre nel corso delle votazioni i leader politici discutono tra di loro e si incontrano privatamente per trattare sui vari nomi da mandare al Quirinale. 

Matteo Salvini è stato tra i più attivi, infatti in mattinata ha incontrato, tra i vari, in forma riservata il premier Mario Draghi. Successivamente, il leader del Carroccio ha incontrato Giorgia Meloni, Enrico Letta (il quale ha definito “positivo” l’incontro e si rivedrà anche domani con il segretario della Lega) e Giuseppe Conte (le agenzie hanno descritto una “totale sintonia” tra i due).

Il Presidente del Consiglio ha avuto colloqui anche con il segretario del PD. La candidatura di Draghi ha perso quota negli ultimi tempi ma non è mai tramontata del tutto. Proprio il suo nome potrebbe essere la carta da giocare nell’eventualità che le trattative tra i partiti dovessero protrarsi più del dovuto.

L’ACCOGLIENZA IN AULA PER CASINI

Pierferdinando Casini, uno dei possibili successori di Mattarella al Quirinale, è stato accolto calorosamente al suo ingresso in aula dagli elettori del centrodestra. Molto affettuoso è stato il saluto di Adriano Galliani, senatore in quota Forza Italia, con doppia stretta di mano e breve scambio di battute. Il dirigente sportivo è riuscito a chiamare Casini da qualche seggio di distanza, mentre quest’ultimo si stava allontanando.

Dopo aver votato, l’ex fondatore dell’Udc è stato raggiunto dalla capogruppo di Forza Italia al Senato, Anna Maria Bernini, dal senatore della Lega Stefano Candiani e da Paola Binetti, senatrice Udc. Infine, prima di lasciare l’aula, Casini ha salutato, al banco della presidenza, i presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati.

IL “CASO” DI SARA CUNIAL
Sara Cunial, deputata del Gruppo Misto

Un episodio che non si era mai verificato nelle votazioni del Presidente della Repubblica: a un parlamentare è stato impedito di esprimere la propria preferenza. È il caso di Sara Cunial, deputata del Gruppo Misto (ex M5S) nota per le sue posizioni no-vax, e dunque sprovvista del green pass necessario per entrare alla Camera dei deputati.

Oltre a non essere vaccinata, la Cunial ha rifiutato anche di sottoporsi a un tampone, pretendendo di votare nel seggio speciale allestito per gli elettori positivi. La sua richiesta è stata tuttavia respinta da addetti e forze dell’ordine. Il drive-in, infatti, è riservato solo a chi si trova in isolamento o in quarantena certificata. La deputata ha annunciato di essere pronta a sporgere querela e fare “invalidare tutta l’elezione del presidente della Repubblica”.

Elisa Campisi

SONO GIORNALISTA PRATICANTE PER MASTERX. MI INTERESSO DI POLITICA, ESTERI, AMBIENTE E QUESTIONI DI GENERE. SONO LAUREATA AL DAMS (DISCIPLINE DELL’ARTE DELLA MUSICA E DELLO SPETTACOLO), TELEVISIONE E NUOVI MEDIA. HO STUDIATO DRAMMATURGIA E SCENEGGIATURA, CONSEGUENDO IL DIPLOMA TRIENNALE ALLA CIVICA SCUOLA DI TEATRO PAOLO GRASSI.

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