Dagli autonomisti agli agricoltori, dai pro-vita ai verdi, dai balneari agli antieuropeisti più radicali, e nel mezzo perfino alcuni eroi della lotta alla mafia. Una “costellazione” di partiti apparentemente lontani tra di loro, ma tenuti insieme dalla personalità e dall’estro politico di un unico uomo: Cateno De Luca, ex sindaco di Messina e attuale primo cittadino di Taormina. Questa, in poche parole, è Libertà, una delle liste che si preparano a concorrere per le prossime elezioni europee, in programma in Italia l’8 e il 9 giugno 2024.
Una lista innovativa
Una formazione sui generis, che si propone di capovolgere gli schemi e le consuetudini che caratterizzano il mondo della politica. A cominciare dalle ragioni dietro la scelta del nome. «La libertà è quella di essere politici non di professione, quindi liberi perché ognuno di noi fa il proprio lavoro, perché nessuno ci finanzia la campagna elettorale». Parole di Laura Castelli, presidente di Sud Chiama Nord, il partito cardine della lista, guidato proprio da De Luca. Castelli, che figura come seconda candidata in tutte le circoscrizioni, è un’ex pentastellata della prima ora, sottosegretario e poi viceministro dell’Economia durante i governi Conte I, Conte II e Draghi. Il suo ragionamento, che ricalca le posizioni originarie del Movimento 5 Stelle, rimane comunque valido per gli altri esponenti dello schieramento.
A rendere innovativo il progetto è poi l’elevato numero di partiti che ha deciso di unirsi sotto un simbolo comune: ben 19. Oltre a Sud Chiama Nord, ci sono gli autonomisti di Popolo Veneto, Confederazione Grande Nord e Sicilia Vera, i sovranisti di Movimento per l’Italexit, Sovranità e Insieme Liberi Uscita, gli animalisti di Rizzi, gli ambientalisti di Fronte Verde. E ancora, i pro-vita de Il Popolo della Famiglia, eroi dell’antimafia come il Capitano Ultimo e Piera Aiello, insieme a una serie di formazioni come Partito dei Pensionati, Noi Agricoltori e Pescatori, Noi Ambulanti Liberi. «Per la prima volta c’è un partito che dà la possibilità a ogni categoria di portare avanti un proprio programma specifico», commenta Francesco Amodeo, presidente di Noi Agricoltori e Pescatori e terzo della lista nella circoscrizione Sud. «Spesso i partiti candidano un rappresentante di uno specifico settore, che pensa di poter portare le proprie istanze e invece a decidere è la segreteria centrale. Nella lista Libertà è diverso, perché non portare avanti le ragioni ad esempio degli agricoltori significa perdere l’intera categoria. Questo è un unicum storico».
Superare le differenze: pace e autodeterminazione
Tenere insieme una tale “costellazione” di partiti, per usare il termine di De Luca, è un vero e proprio «sforzo di democrazia», come sostiene Castelli. «Abbiamo messo assieme le cose che ci accomunano, lasciando fuori quelle che ci dividono». Un’operazione al momento riuscita, considerando che Libertà è un «simbolo composito di 19 partiti», come lo definisce il rappresentante di Movimento per l’Italexit Giampaolo Bocci, «ciascuno dei quali ha presentato l’atto costitutivo, il simbolo e la dichiarazione di trasparenza». Di modo che «la lista è nata sull’intuizione di De Luca, ma non è solo di De Luca».
🇪🇺 #Europee2024 — ad essersi federato nella lista #Libertà con #ScN di Cateno #DeLuca non è #Italexit per l’Italia ma “Movimento per l’Italexit”, una sua scissione fondata da Giampaolo Bocci e altri ex dirigenti del partito fondato da Gianluigi #Paragone. Quest’ultimo aveva… pic.twitter.com/VKKFNykvEb
— Ultimora.net – POLITICS (@ultimora_pol) March 15, 2024
Questo contatto tra formazioni diverse ha portato infine alla stesura di un programma condiviso in 20 punti. «Il tema che ci ha unito e da cui è partito il progetto è il discorso sulla pace e sul no all’invio della armi», commenta Bocci, che specifica come non si tratti di essere filoputiniani o filoucraini: «Noi siamo per il rispetto dell’articolo 11 della Costituzione, ossia “l’Italia ripudia la guerra”». Un discorso, quello del leader sovranista, che in parte si discosta da altri esponenti di Libertà, i quali invece pongono enfasi su altre tematiche. «Tutti lottano per il diritto all’autodeterminazione delle persone, delle città e dei territori», commenta Sergio De Caprio, meglio noto come “Capitano Ultimo”, il generale dei Carabinieri che ha eseguito l’arresto del boss mafioso Totò Riina e che ha mostrato per la prima volta il proprio volto per candidarsi con la lista Libertà. «Non può esistere un’Europa diversa dalla somma di 8mila Comuni», continua De Caprio, che figura come terzo candidato nell’Italia centrale. «Noi saremo i Comuni Uniti d’Europa, nel senso che la politica deve tornare a parlare dei problemi che ci sono nelle città e a essere di aiuto alle persone e alle comunità».
Sovranità ed euroscetticismo
Se pace e autonomismo costituiscono rispettivamente il primo e il secondo punto del programma, la terza tematica della lista Libertà è il sovranismo. Vale a dire, l’opposizione alle «imposizioni legislative e lobbistiche di Bruxelles». Castelli, in particolare, ritiene che «in Italia le direttive europee non siano discutibili», perché la nostra classe politica non si batte in Europa per tutelare gli interessi del nostro Paese. «Non lo fa, ad esempio, quando ad agricoltori e pescatori sono impedite alcune coltivazioni e alcune tipologie di pesca con regole assurde che rendono più povera la nostra Italia».
Malgrado le differenze tra i partiti, «c’è un minimo comun denominatore che vale per tutti», spiega Marco Mori, leader di Sovranità e terzo candidato della lista nella circoscrizione Nord-ovest: «Tutte le forze sono euroscettiche e per il riscatto della sovranità nazionale». D’altro canto, lo slogan – presente nella prima pagina del programma elettorale – è “Più Italia, meno Europa”. «Poi ovviamente esistono i “falchi” e le “colombe”», sottolinea Bocci. Il Movimento per l’Italexit è infatti «per la distruzione, per l’uscita dall’Unione europea». L’obiettivo è quello di «ripercorrere in tutto e per tutto il percorso dello Ukip, lo United Kingdom Independence Party di Nigel Farage, per quanto riguarda poi l’arrivo alla Brexit». Una posizione vicina a quella di Sovranità, Insieme Liberi Uscita, Vita e Noi Agricoltori e Pescatori. Gli altri partiti, invece, mostrano un euroscetticismo più moderato.
Sanità e agricoltura
Uno spazio centrale nel programma della lista guidata da De Luca è rivestito dalla sanità. In particolare, l’attenzione è focalizzata sui dettami economici “imposti” da Bruxelles. «Crediamo sia necessario», specifica Castelli, «togliere la sanità dai vincoli del Patto di stabilità, come è stato già richiesto sulle armi. L’Italia è un Paese che vive sulla malasanità, dove in molte Regioni le liste d’attesa sono chiuse e i cittadini impiegano un anno e mezzo a fare un esame clinico, a Torino come a Palermo». E poi, sempre sul tema della salute, libertà è anche libertà di vaccinarsi. «Noi ci attestiamo su posizioni free vax e infatti abbiamo tantissimi esponenti che si sono vaccinati. Eppure, veniamo sempre indicati come no vax», lamenta Giampaolo Bocci.
Francesco Amodeo.
Giornalista d'inchiesta.https://t.co/uVRLKb8vkdCon 7 libri inchiesta ho denunciato ed esposto le lobby internazionali che hanno preso il controllo delle istituzioni europee ed attraverso di esse dei governi nazionali, facendo nomi e cognomi dei responsabili. pic.twitter.com/HfkI38sVOe
— Francesco Amodeo (@amodeomatrix) April 20, 2024
Quanto all’agricoltura, «la prima cosa è cancellare alcuni accordi di libero scambio siglati dall’Unione europea», sostiene Amodeo, attaccando così uno dei principi cardine su cui si fonda l’Ue. Uno degli obiettivi è contrastare l’accordo con il Mercosur, il mercato comune che comprende alcuni Paesi sudamericani come Argentina e Brasile. «In gergo si chiama “car for cow”, cioè “macchine in cambio di mucche”», continua il leader degli agricoltori. «Ci porterebbero la carne prodotta da loro e noi esporteremmo le macchine di Stellantis, che infatti ha investito sei miliardi di euro». A detta di Amodeo, «l’accordo favorirebbe le grandi multinazionali dell’automotive e danneggerebbe i nostri allevatori». E poi c’è il nodo Ucraina. Se entrasse nell’Ue, «il granaio d’Europa invaderebbe i nostri mercati rendendo impossibile per i nostri agricoltori reggere la competizione. Sarebbe una follia».
Liberi dalla mafia
La libertà passa poi per la lotta alla mafia e per le misure volte a contrastare l’azione delle cosche. «Vogliamo estendere la logica del 41 bis, del carcere duro, ai mafiosi condannati che non collaborano», dichiara il Capitano Ultimo, uno dei fiori all’occhiello della lista. «Vogliamo togliere i diritti civili e politici ai mafiosi che non collaborano. Stessa cosa per parenti e affini di primo e secondo grado che non dimostrino di avere più rapporti con loro. Così non potrebbero più infiltrarsi nelle amministrazioni pubbliche e la mafia verrebbe spazzata via dall’Italia».
Ma Sergio De Caprio non è l’unico simbolo dell’antimafia presente all’interno della lista. Fra i candidati spicca anche Piera Aiello, ex cinquestelle e soprattutto vedova di Nicolò Atria, figlio del mafioso Vito, e prima parlamentare con lo status di testimone di giustizia. «Voglio istituire la Commissione parlamentare antimafia europea permanente», sottolinea Aiello, che corre come terza della lista nella circoscrizione insulare. «E poi voglio estendere in Europa le leggi dei magistrati Falcone, Scopelliti e Borsellino sui testimoni di giustizia. Se un collaboratore decide di cambiare vita e di trasferirsi all’estero noi dobbiamo aiutarlo, dato l’apporto fornito allo Stato». Su questi temi «l’Europa è chiusa», lamenta Aiello, «e i nostri eurodeputati non hanno mai prestato la dovuta attenzione».
Oltre il 4%
Per portare a Bruxelles i vari punti del programma, la lista deve superare la soglia di sbarramento, ossia ricevere almeno il 4% dei voti. Su questo punto – in apparenza – regna grande ottimismo. «Sud Chiama Nord in Sicilia è il primo partito, e quasi tutti i sondaggi danno Libertà intorno al 3%», commenta Laura Castelli. Una percentuale più alta rispetto a quella stimata da altri istituti e che comunque non sarebbe sufficiente a entrare in Parlamento, ma che potrebbe aumentare al termine della campagna elettorale. «Credo sia matematicamente assodato questo superamento», aggiunge Amodeo. «Solo Sud Chiama Nord porta in dote un 1%, come documentato alle ultime elezioni politiche. Poi ci sono altri 18 partiti e basterebbe che ciascuno contribuisse con lo 0.2%». Fiduciosi anche Mori, «perché non ci sono altre forze anti-sistema al di là della lista Santoro», e Aiello, «perché le persone stanno rispondendo molto bene alla campagna elettorale».
📊 #Supermedia YouTrend per @Agenzia_Italia dei sondaggi (e variazione rispetto al 2 maggio):
FdI 27,2% (=)
PD 20,6% (+0,2)
M5S 15,8% (-0,3)
FI 8,5% (-0,2)
Lega 8,5% (+0,2)
SUE 4,6% (=)
AVS 4,2% (+0,1)
Azione 4,0% (+0,2)
Libertà 2,0% (+0,1)
PTD 2,0% (+0,1) pic.twitter.com/k6kAzQnYLL— YouTrend (@you_trend) May 17, 2024
In caso di superamento della soglia del 4% ci sarebbe un ulteriore nodo da scogliere: la scelta del gruppo europeo, indispensabile per l’agibilità parlamentare. «Se rimani fuori non hai la possibilità di intervenire nei lavori del Parlamento, quindi saremo obbligati a scegliere», sottolinea il leader di Sovranità. E tuttavia, su questo punto non c’è ancora intesa fra le componenti della lista. I “falchi”, in assenza di un’alternativa migliore, opterebbero per Identità e Democrazia, il gruppo dei sovranisti europei. «Oggi la formazione più euroscettica ha all’interno persone come Matteo Salvini che hanno appoggiato il governo Draghi, quindi sarebbe comunque troppo blanda», chiosa Amodeo. Ma questa scelta, e a maggior ragione una ancor più radicale, potrebbe creare delle tensioni con le “colombe”, l’ala moderata della lista.
Gli ultimi ostacoli
Per il momento, prosegue la campagna elettorale, con De Luca impossibilitato a spostarsi in aereo dietro consiglio dei medici. Il sindaco di Taormina è ancora in via di guarigione, dopo aver contratto una polmonite acuta, e continuerà a girare l’Italia in camper. Ma non si tratta dell’unico ostacolo che si presenta sul cammino della lista. Tra mancanza di copertura mediatica e oscuramento sui social, gli esponenti di Libertà denunciano una serie di problematiche. «La Rai ha già fatto una marea di dibattiti e confronti televisivi e non ci hanno mai chiamato», lamenta Bocci, il rappresentante di Movimento per l’Italexit. «Nonostante sia candidato in quattro circoscrizioni su cinque e nel Meridione risulto fra i tre capolista, non sono ancora stato intervistato da un quotidiano locale», aggiunge Amodeo.
Una mancanza di attenzione che si estende anche ai social media. «Non posso andare in diretta su Instagram e Facebook», continua il leader degli agricoltori, «mentre il canale YouTube mi è stato sbloccato solo pochi giorni fa». Tutto questo con la motivazione di aver violato le norme della community. Questa carenza di copertura social e mediatica significa «fare una campagna elettorale totalmente azzoppato rispetto ad altri candidati», conclude Amodeo.
La strada per Bruxelles
A meno di tre settimane dalle elezioni europee, Libertà dovrà dunque dimostrarsi capace di superare questi ostacoli e di ottenere quella percentuale di voti che manca per oltrepassare la soglia del 4%. La strada per Bruxelles passa per il convincimento di quegli elettori delusi da partiti che in passato si professavano antisistema e che adesso si attestano su posizioni più europeiste, come Lega e Movimento 5 Stelle. Non a caso, molti esponenti della lista guidata da De Luca provengono proprio da quegli schieramenti politici. Una possibilità potrebbe poi essere quella di pescare dal bacino dell’astensionismo, un fenomeno in aumento di elezione in elezione e particolarmente marcato nel Mezzogiorno. In questo modo, Libertà potrebbe davvero approdare a Bruxelles. Minando dall’interno le fondamenta e i principi su cui si fonda l’Unione europea.