Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto che include le misure di reddito di cittadinanza e quota 100. Il testo, varato dal Consiglio dei ministri il 17 gennaio scorso, ha ricevuto la bollinatura della Ragioneria dello Stato il 25 gennaio, poi è stato trasmesso alla presidenza della Repubblica per la ratifica. La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del provvedimento è attesa per le prossime ore. Da quel momento il Parlamento avrà 60 giorni di tempo per convertirlo in legge.
Una firma accolta con soddisfazione dal vicepremier Luigi Di Maio che su Facebook scrive: «Bentornato Stato Sociale! Ora aspetto il momento in cui, grazie al lavoro di deputati e senatori, firmerà la legge con cui taglieremo lo stipendio di tutti i parlamentari e finalmente potremo dire addio privilegi! Il 2019 sarà un grande anno!», conclude.
Un taglio che si andrà ad aggiungere a quello delle pensioni degli ex sindacalisti. Ospite a ‘Non è l’arena’ su La7, il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro ha annunciato che sarà tra le proposte di modifica inserite nel decretone nel corso dell’iter parlamentare. Di Maio si è anche rivolto al nuovo segretario della Cgil, Maurizio Landini, auspicando che «voglia sostenere l’emendamento al decretone che finalmente affronterà il tema di tagliare la pensione degli ex sindacalisti».
Il decreto contiene le due misure bandiera al centro della campagna elettorale di M5S e Lega e nucleo fondante del contratto di Governo giallo verde. Nel primo caso di tratta dell’introduzione, a partire dal prossimo aprile, del reddito e della pensione di cittadinanza (Rdc) per i soggetti e i nuclei familiari in condizioni di particolare disagio economico e sociale. Nel secondo caso parliamo del superamento delle legge Fornero con la ridefinizione dei requisiti minimi per l’accesso al pensionamento anticipato (Quota 100), accompagnata da misure per incentivare l’assunzione di lavoratori giovani.